"L’unica cosa certa era che lui era tornato e che lei avrebbe voluto non se ne andasse più."
-Paolo GiordanoMilano, 30 giugno 2016
Erano passati, o meglio, erano volati, già due mesi da quando Damiano era partito per gli Stati Uniti e sentivo la sua mancanza ogni giorno di più, anche se in cuor mio sapevo che sarebbe tornato presto.
Inoltre, il lavoro andava a gonfie vele e lui stesso, durante una videochiamata, mi aveva detto di essere orgoglioso di me, cosa che mi aveva resa felicissima.«Ciao Mia, ci vediamo più tardi. Non mi distruggere casa» dissi alla cagnolina, mentre stavo per uscire di casa e lei abbaió, non smettendo neppure per un attimo di venirmi dietro.
Presi la borsa e le chiavi ed uscii, avviandomi verso l'azienda.
«Signorina Nardi, può venire un secondo?» mi disse la segretaria, appena misi piede nella struttura.
«Buongiorno, mi dica» risposi, avvicinandomi.
«È venuta una ragazza, più o meno della sua età, chiedendo del signor Carrara. Lui non c'è ma, beh l'ho fatta accomodare nel suo ufficio e le ho detto che avrebbe potuto parlare con lei» spiegò.
«Ha fatto benissimo, grazie di avermi avvertita» risposi, avviandomi verso l'ufficio di Damiano.
Quando entrai, vidi una donna alta, magra, con i capelli biondi, che se ne stava girata di spalle a curiosare per tutto l'ufficio.
«Buongiorno signora, desidera?» dissi, avvicinandomi e posando la borsa sulla scrivania.
Si voltò e mi guardò con aria di superiorità.
«Signorina, semmai. Tu devi essere Marta Nardi, giusto?» mi chiese, continuando a guardarmi da capo a piedi.
Stava iniziando a darmi molto fastidio.
«Sì, sono io. Con chi ho il piacere di parlare?» chiesi, in maniera molto ironica e battendo nervosamente il tacco della scarpa sul pavimento.
«Sono Jacqueline Monroe. Damiano non c'è? Dovrei parlare con lui» rispose.
Quindi era lei Jackie, colei che lo aveva abbandonato il giorno prima del matrimonio.
«In realtà è fuori per lavoro, ma può dire a me ciò che deve dirgli e io riferiró» dissi, provando a mantenere la calma.
«Non vengo a dire a te le mie cose private, perché sei solo un'insulsa dipendente! O meglio, non sei nessuno.» rispose lei, in modo molto sgarbato.
«Beh innanzitutto si calmi e non mi insulti senza un motivo, perché non credo di aver detto nulla di male. Secondo, insulsa dipendente lo vada a dire a qualcun altro.» le dissi, parecchio nervosa.
«Ciò non toglie che siano fatti privati di cui devo parlare solo con Damiano, io sono la sua ex fidanzata, non so se lo sai!» rispose, alterandosi.
«Oh, mi perdoni se non le ho steso un tappeto rosso e se non ho chiamato la banda per farla accogliere come meritava! So bene chi è lei, sono la fidanzata di Damiano, mi ha detto tutto e io lo amo con tutta me stessa. Per cui si metta l'anima in pace, perché non le permetteró di causargli altro male. Detto ciò, quella è la porta» dissi, abbastanza incazzata.
«Ah quindi...» tentò di ribattere.
«Fuori da questo ufficio, adesso. Altrimenti chiamo la sicurezza e la faccio portare via con la forza» risposi, indicandole l'uscita.
«Ma vaffanculo, troia» disse, alzando i tacchi e avviandosi verso l'uscita.
«Ma vacci tu a fanculo, oca dei miei stivali» risposi a denti stretti.

STAI LEGGENDO
Trust Me. || Damiano Carrara.
Fanfiction"Trust me": "fidati di me." Poche parole, ma ricche di significato. "Trust me": ci sono io qui, per te. Lei, una timida ragazza dagli occhi castani, con alle spalle una laurea triennale ed una magistrale, entrambe conseguite con 110 e lode all'univ...