Epilogo.

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Milano, 22 aprile 2020

Forse fa male eppure mi va di stare collegato, di vivere di un fiato...

Era una calda mattina di aprile. Ma non era una mattina come le altre, poiché era arrivato il giorno del mio trentesimo compleanno.

Da qualche mese, la nostra Diana aveva compiuto due anni ed aveva una parlantina assurda, tant'è che mia madre diceva che da grande avrebbe fatto sicuramente l'avvocato.

«Didi, io vado a lavoro. Mi raccomando, fai la brava» dissi, lasciandole un bacio sulla fronte.

«Ciao mamma» rispose lei, abbracciandomi.

«Helena, se succede qualcosa mi chiami immediatamente, d'accordo?» dissi poi alla tata.

«Sì signora, non si preoccupi» rispose.

Presi le chiavi della macchina ed uscii di casa.
In pochi minuti, arrivai in azienda, bussai alla porta dell'ufficio di Damiano ed entrai poco dopo.

«Buongiorno, capo» dissi, avviandomi verso la sua scrivania.

«Buongiorno amore mio. Buon compleanno» mi sorrise, dandomi un bacio.

«Grazie» sorrisi anche io.

«Come stai stamattina?» chiese dolcemente.

«Ho un po' di nausea, ma sto bene» risposi.

«Non sforzarti, non fa bene né a te, né al bambino» disse, apprensivo.

Eh già, quasi mi dimenticavo di essere in attesa di un altro batuffolo profumato tutto da baciare e coccolare. Nessuno però sapeva niente, a parte me e Damiano, poiché volevamo dirlo a tutti superato il primo trimestre, per accertarci che tutto andasse per il verso giusto.

«Sì papà» risposi, prendendolo in giro e lui rise.

«Anche se secondo me è un'altra lei, me lo sento proprio, sai?» continuai.

«Vedremo oggi pomeriggio all'ecografia, l'importante è che stia bene. Comunque ho qualcosa per te» rispose, con un sorriso.

Prese dalla tasca della giacca una scatolina e me la porse.
La scartai e rimasi a bocca aperta. Era una collana con un ciondolo a forma di angelo in oro bianco ed oro rosa.

«È meravigliosa, grazie amore, non dovevi» dissi, con le lacrime agli occhi.

«Vieni, ti aiuto ad allacciarla» sorrise.

Dopo un po' ci mettemmo al lavoro, volevamo assumere degli altri dipendenti per tenere la contabilità ed alcuni stagisti, visto che alcuni fra i dipendenti più anziani stavano andando in pensione.
***
Di stendermi sopra al burrone, di guardare giù...

«Vediamo un po' se questo scricciolino si fa vedere» disse la ginecologa, prendendo a farmi l'ecografia.

Ad un certo punto, la vidi strabuzzare gli occhi ed avvicinarsi di più al monitor. Guardai Damiano, che mi rassicuró accarezzandomi dolcemente la mano, stringendola tra le sue.

«Dottoressa, c'è qualche problema con il bambino?» domandai, preoccupata e lei mi sorrise, per rassicurarmi.

«No signora, nessun problema, anzi, devo farvi le mie scuse!» sorrise ancora.

Trust Me. || Damiano Carrara.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora