Sei.

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"Want you, baby I want you and I thought that you should know that I believe you're the wind that's underneath my wings.
I belong to you, you belong to me."
-Eros Ramazzotti - Anastacia

Catanzaro, 6 gennaio 2016

Le vacanze natalizie erano ufficialmente terminate ed era arrivata l'ora per me di tornare a Milano.
Ciò significava tornare al lavoro, rivedere finalmente i miei colleghi ed anche Damiano.

Già, Damiano... Ci eravamo solamente scambiati un messaggio d'auguri il primo giorno dell'anno nuovo, nulla di più.
Mia sorella continuava a tormentarmi, dicendomi di lasciarmi andare, ma io non le davo ascolto.

«Tesoro, fai buon viaggio e chiama quando arrivi a Milano, d'accordo?» disse mia madre.

«Sì mamma, stai tranquilla» risposi, per poi abbracciarla.

Salutai anche mio padre e mia sorella, dopodiché salii sul treno e li salutai dal finestrino.
Istintivamente, mi venne da piangere. Anche se sapevo che li avrei rivisti presto, mi mancavano di già.
Infilai le cuffiette e cercai di distrarmi dai miei pensieri per tutto il viaggio che sarebbe durato dieci ore.
---
Arrivai a Milano alle diciotto e ventisette del freddissimo sei di gennaio.
Stanchissima, trascinando con me la valigia presi il tram che mi lasciò vicino casa.
Telefonai ai miei genitori per avvertirli di essere arrivata, dopodiché andai a fare una doccia, per poi mangiare qualcosina e mettermi a letto.
***
Milano, 7 gennaio 2016

Sentii il mio cellulare squillare insistentemente e mi svegliai.
Era quasi orario di lavoro ed io non mi ero ancora presentata.
In fretta e furia mi lavai e mi vestii, senza neppure avere il tempo di fare colazione.
Presi ciò che mi serviva ed uscii di casa, arrivando in ufficio in ritardo.

«Buongiorno» dissi ai miei colleghi, ansimando per via della corsa che avevo fatto.

«Ciao tesoro! Fatti abbracciare» rispose Anna, entusiasta, venendo a salutarmi, insieme ad Antonio.

Mi sedetti dietro alla scrivania ed iniziai a smistare le migliaia di e-mail che erano arrivate, dopodiché iniziai a sentire dei clienti per alcuni progetti che dovevamo realizzare in collaborazione con loro.

Mentre ero concentrata sul lavoro, mi assalí un forte capogiro e mi sembró di poter cadere dalla sedia da un momento all'altro.

«Ragazzi, ho bisogno di sciacquarmi un po' il viso, torno subito» dissi, alzandomi in piedi barcollando.

«Vengo con te, hai una brutta cera» rispose Anna.

«No, non ti preoccupare, sto bene» risposi, per evitare che si preoccupasse.

In fondo, stavo così male per non aver avuto il tempo di fare colazione.

Uscii in corridoio per poi avviarmi verso i bagni, ma, fatti due passi, sentii la terra mancarmi sotto i piedi, per cui, mi appoggiai al muro e chiusi gli occhi.

«Marta, oh, Marta, stai bene?» mi disse una voce, toccandomi il viso, mentre io aprii gli occhi lentamente.

Mi trovai di fronte Damiano, preoccupato. Come faceva ad essere sempre nel posto giusto al momento giusto? Era forse una sorta di angelo custode?

«Damiano...» risposi flebilmente, guardandolo.

«Stai bene? Stavo uscendo dal mio ufficio e ti ho vista accasciarti all'improvviso. Che ti succede?» disse, guardandomi negli occhi.

«Stavo andando a sciacquarmi il viso. Stamattina ero di fretta e ho saltato la colazione, mi gira la testa da morire» risposi.

«Vieni con me» disse, prendendomi per mano.

Trust Me. || Damiano Carrara.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora