"Ci sono viaggi che si fanno con un unico bagaglio, il cuore."
-Audrey Hepburn.New York, 22 giugno 2018
Era arrivata l'estate. Ci trovavamo nella splendida "città che non dorme mai" da ormai quasi una settimana, perché con Damiano avevamo deciso di fare il viaggio di nozze che non avevamo fatto precedentemente e avevamo portato con noi anche la nostra piccola Diana.
Avevamo deciso di andare negli Stati Uniti, precisamente a New York, poiché era una città che amavo e volevo visitare da tempo, inoltre Damiano, essendoci stato varie volte per lavoro, la conosceva benissimo ed era talmente affascinato da volerci tornare con me, per mostrarmela.Da lì avremmo fatto un salto in Canada e avevamo deciso di rispettare la promessa da me fatta alla signora Julie Lefebvre qualche anno prima, ossia, che sarei andata a trovarla semmai mi fossi trovata lì e sia lei che il marito, Gordon, erano stati super felici di ospitarci.
«Sì Giada, è tutto meraviglioso qui, sembra di stare sul set di un film! Ieri siamo stati a Times Square, poi siamo saliti in cima all'Empire State Building e non ti dico le risate che ci siamo fatti per la mia paura dell'altezza» dissi, parlando al telefono con mia sorella.
Nel frattempo Damiano, che aveva in braccio Diana, mi guardò e rise, ricordando il giorno prima, facendo sorridere anche me.
«Stamattina invece siamo stati al memoriale di Ground Zero. È stato un momento particolare che non dimenticherò facilmente. Poi abbiamo pranzato in un ristorante italiano e dopo siamo saliti in camera a riposare. Tra un po' credo che andremo a fare qualche altro giro, ci sono ancora tantissime cose da vedere... Domani invece partiamo per andare a Ottawa. Credo che ci rimarremo almeno un'altra settimana prima di rientrare. Va beh... Vado tesoro, devo cambiare Diana visto che poi usciamo. Saluta mamma e papà, un bacio» dissi dopo un po', chiudendo la telefonata.
«Dove ti piacerebbe andare?» mi chiese Damiano, avvicinandosi con la piccola in braccio.
«Mh, fammi pensare... E se andassimo Al MoMA?» risposi, dandogli un bacio veloce e dando un bacio alla bambina.
«Ottima proposta, adoro l'arte, quindi mi garba» sorrise.
Ne approfittai per cambiare la bambina e quando fummo definitivamente pronti, uscimmo e chiamammo un taxi che ci portò dritti al museo di arte moderna.
«Finalmente posso vedere dal vivo questa meraviglia» dissi, ammirando il dipinto che raffigurava la Notte Stellata di Vincent Van Gogh.
«Ti lascia senza parole. Non sapevo che fossi anche tu appassionata di storia dell'arte, sei una continua sorpresa, amore» mi disse Damiano, sorridendomi.
«In realtà al liceo era una fra le mie materie preferite. Quando scoprii l'esistenza di questo museo, che ospita opere meravigliose di pittori come Monet, Van Gogh, Picasso o Pollock, per citarne alcuni, promisi a me stessa che semmai fossi venuta a New York, lo avrei visitato. Ci sono riuscita, con la mia famiglia, per giunta. Sono doppiamente felice» risposi, sorridendo a mia volta.
Finito il giro, notammo che era quasi giunta l'ora di cena, così tornammo verso l'hotel in cui alloggiavamo, per cenare ed andare a dormire, dato che la mattina seguente saremmo dovuti partire alla volta di Ottawa.
«C'era una bionda che ti guardava e sembrava ti stesse mangiando con gli occhi, mentre eravamo a cena» dissi a Damiano, mentre stavo allattando la piccola.
«Non fare la gelosa, sai che amo solo te» mi sorrise, sedendosi accanto a me.
Gli sorrisi e lo baciai dolcemente.
Quando la bambina si addormentó, attaccata al mio seno, ne approfittai per metterla nella culla accanto al letto, dopodiché mi sistemai il pigiama e mi stesi sul letto.
Abbracciai Damiano e mi addormentai serena, stretta a lui.
***
Era arrivato il giorno della partenza per il Canada e non vedevo l'ora di rivedere i signori Lefebvre.
Lasciammo New York alle 10 in punto del mattino, per poi arrivare ad Ottawa un'ora e undici minuti dopo.
Scesi dall'aereo, ritirammo i nostri bagagli e ci avviammo verso l'uscita, dove ci stava aspettando proprio il signor Gordon in persona.
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Trust Me. || Damiano Carrara.
Fanfic"Trust me": "fidati di me." Poche parole, ma ricche di significato. "Trust me": ci sono io qui, per te. Lei, una timida ragazza dagli occhi castani, con alle spalle una laurea triennale ed una magistrale, entrambe conseguite con 110 e lode all'univ...