Diciassette.

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"Ogni volta che nasce un bambino,
sboccia un fiore
sulla mano del tempo."
-Fabrizio Caramagna

Milano, 31 dicembre 2017

Era arrivata anche la vigilia di Capodanno ed io ero giunta quasi al termine della gravidanza.
Mancava ancora una settimana circa, ma quella mattina avevo avvertito delle leggere contrazioni. Dovevo ammettere di essere un po' spaventata, però non non vedevo l'ora di avere fra le braccia la mia bambina.
Avevamo deciso di trascorrere a Milano le vacanze di Natale ed erano con noi anche le nostre famiglie.

«Marta, puoi venire un momento di là?» mi disse mia sorella entrando in camera, mentre stavo finendo di vestirmi per la cena.

«Eccomi, dimmi tutto» risposi, seguendola in salone.

«Stamattina in centro con mamma ho visto una cosa che mi è piaciuta tanto, così te l'ho presa, o meglio, l'ho presa alla mia nipotina» sorrise, porgendomi una busta.

La aprii e dentro vi trovai un pacco regalo, lo scartai e vidi un bellissimo carillon che richiamava un carrousel, la tipica giostra con i cavalli.

«Giada, tesoro mio, è bellissimo. Non dovevi, grazie» risposi, scoppiando in lacrime.

«Sono felice che ti piaccia» disse, prima di abbracciarmi.

«Mi piace tantissimo, grazie» risposi.

Lo feci vedere anche a Damiano e a tutti gli altri, prima di andarlo a posare nella stanza che avevamo preparato per la piccola.

Ci sedemmo a tavola alle venti e trenta e, ascoltando il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, iniziammo a cenare.

Ad un certo punto, circa alle ventidue e trenta, quando eravamo quasi arrivati al dolce, Damiano si alzò in piedi, richiamando l'attenzione di tutti, la mia in particolare.
Mi alzai lentamente anche io, prendendo le sue mani e lo guardai negli occhi.

«Marta, come ben sai, a gennaio saranno due anni che stiamo insieme e nove mesi fa, abbiamo concepito una creatura, una bellissima bambina, che è il frutto del nostro amore e che presto nascerà. Forse parlarne è un po' prematuro ma... Che ne diresti se ti chiedessi, insomma... Di sposarmi?» mi sorrise, lasciandomi per un attimo le mani, per prendere dalla tasca del pantalone una scatolina.

Rimasi basita, ma felicissima di sentire quelle parole. Provai a rispondere, ma all'improvviso dovetti sedermi.

«Marta, tesoro, ehi, che succede?» mi chiese mia madre.

«Tesoro, stai male? Cos'hai?» mi chiese subito la mamma di Damiano.

«Mi... Mi si sono rotte le acque» risposi, sentendo le gambe bagnate.

«La borsa l'hai già preparata?» mi chiese mia sorella, precipitandosi al mio fianco.

«Sì, sta nella camera della piccola» risposi.

«Vai Giada, io porto Marta in macchina» le disse Damiano, prendendomi per mano.

Indossai il cappotto e lentamente mi diressi in macchina.

«Hai paura?» mi chiese Damiano.

«Abbastanza» risposi, avvertendo una contrazione.

«Stai tranquilla e respira, andrà tutto bene, vedrai» rispose, tenendo lo sguardo sulla strada, ma nel frattempo mi accarezzó lievemente una gamba.
***
Dopo un'ora infernale in preda alle contrazioni, durante tutta la quale i medici avevano atteso una maggior dilatazione, circa alle ventitré e quarantacinque, venni portata in sala parto, accompagnata da mia sorella, poiché il mio fidanzato, all'esterno, cercava di non svenire.

Trust Me. || Damiano Carrara.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora