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Non potevo evitare di sentirmi al centro dell'attenzione e di sentirmi profondamente a disagio per questo

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Non potevo evitare di sentirmi al centro dell'attenzione e di sentirmi profondamente a disagio per questo.

Mi mossi irrequieta, spostando il peso del corpo da un piede all'altro e chinando lo sguardo per non dover vedere gli occhi di tutti puntati su di me non appena varcai la soglia delle doppie porte aperte dalle guardie.

In quel preciso momento, in quella immensa sala del trono illuminata dalla luce del sole mattutino, vi erano presenti i miei genitori, comodamente seduti sulle loro poltrone dorate e tempestate di gioielli preziosi, e i loro più fidati consiglieri: Devana, Rodh e persino mia zia Sol.

Potevo percepire la tensione che vi era presente in quella sala.

Era quasi palpabile.

«Astraea...» pronunciò il mio nome, mia madre.

Alzai di scatto lo sguardo per incrociare i suoi grandi occhi color tempesta e non potei evitare di sentirmi profondamente in colpa per la preoccupazione che vi lessi all'interno di quelle iridi blu avio.

Lei si alzò dal suo trono e iniziò a correre nella mia direzione, stringendomi forte a sé in un abbraccio che quasi mi frantumò ulteriormente le ossa già di per sé doloranti.

Mi accarezzò i capelli lunghi e arruffati e mi baciò. «Sei finalmente qui, piccola mia...» disse con voce rotta da un pianto che stentava a trattenere.

Il mio cuore si inclinò nel sentire il suo stato d'animo attraverso il suono della sua melodiosa voce.

Ricambiai l'abbraccio e chiusi gli occhi, restando per un lungo istante in silenzio mentre i miei singhiozzi riempivano il silenzio calato in quella stanza sin dal primo momento in cui vi avevo rimesso piede.

«Mamma...» dissi, quasi come se fosse una tacita supplica d'aiuto.

Lei mi strinse più forte a sé. «Tranquilla, piccola mia. Non permetterò che ti accada più nulla del genere...»

Quanto avrei voluto credere in quelle sue parole.

Mi allontanai leggermente da lei per poterla guardare in viso. I suoi occhi, dalle sfumature intense del blu avio e del bianco, lucidi. Mi asciugai le lacrime con il palmo delle mani per poter evitare di sembrare ancora più bambina di quanto già non lo fossi in quel preciso istante. «Mamma... io...» iniziai col dire ma le parole facevano fatica ad uscir fuori.

Lei ispezionò ogni centimetro della mia pelle in vista e non potei evitare di sentire il suo corpo teso e di vedere il suo viso indurirsi man mano che notava lividi e contusioni sul mio corpo.

In un solo istante, i suoi occhi scattarono sulla figura tesa e cupa del Dio della manipolazione fermo a pochi passi dietro di me. «Cosa le è successo?» domandò con un tono di voce tagliente.

Quasi stentavo a riconoscerla.

Chinai il capo mentre sentivo Vel sospirare sonoramente. «È accaduto qualcosa che non credevamo possibile potesse succedere» iniziò col dire lui, solenne. «Tuttavia, non so darti molte informazioni al riguardo. Credo che Astraea sia la più indicata a raccontarti per filo e per segno cosa le sia accaduto fin dal momento in cui è sfuggita al mio controllo.»

ASTRAEA "Il sangue degli Eterni"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora