Non potevo vederla direttamente in volto, però, al suono di quelle parole, cariche di significato, pronunciate dal Dio Veles, ero completamente sicura che sul viso di mia madre fosse calato un velo cupo e carico di tensione.
Erano trascorsi ben tre anni dalla Stella Primaverile '500 e, tutt'oggi, non avevamo ancora notizie di chi potesse essere la prescelta a divenire un'Eterna in quell'anno.
Gli Eterni, come mi avevano spiegato i miei genitori tempo orsono, nascevano ogni 1000 anni stellari, precisamente a metà del millennio in corso. Dunque, la notizia che ci avevano appena fornito quelle tre figure imponenti al centro della sala del trono, era decisamente troppo importante.
Se quest'Eterna non fosse stata trovata, ci saremmo ritrovati in guai seri.
Non sarebbe mai riuscita da sola a controllare i suoi poteri, così come non sarebbe mai riuscita a capirli fino in fondo e sfruttarli al meglio e per una giusta causa.
Mia madre e mio padre, la Regina Hipnôse e il Re Aedyon, ci avevano messo ben 200 anni per controllarli e non lasciarsi trascinare dalla voglia compulsiva che avevano di usarli.
Diciamo che gli Eterni sono esseri superiori ma che si lasciano facilmente controllare dalla smania di potere che il loro dono provoca.
Per imparare questo concetto, avevo immaginato queste creature supreme come dei drogati dipendenti dal potere distruttivo che scorre nelle loro vene.
A volte, la mia immagine di loro era completamente distorta da quella reale e mi faceva sorridere, proprio come in quel preciso momento nonostante non sia l'occasione giusta per concedersi una risata.
La situazione era grave, molto più grave di quanto potessimo immaginare.
Un solo Eterno impazzito sarebbe riuscito a distruggere questa Stella Pianeta e a far disperdere nell'universo in cui viviamo migliaia di frammenti stellari che avrebbero sicuramente provocato dei danni irrimediabili alle altre stelle.
«Non può essersi dissolta nel nulla.» tuonò la voce di mio padre, ancora con sguardo cupo mentre guardava attentamente il meraviglioso Dio dinanzi a loro.
Veles lo guardò e alzò un sopracciglio verso l'alto, sfidando apertamente la figura imponente del Re. In fin dei conti, un tempo erano gli Dei che comandavano qui, mi sembra ovvio che alcuni di loro facciano ancora fatica a chinare il capo di fronte a due esseri superiori alla loro natura Divina. L'accettazione e la sottomissione non sarebbero stati dei vocaboli che si sarebbero inseriti in una guida a riconoscere gli Dei.
«Potresti sempre alzarti da quella sedia, muovere il tuo culo e andarla a cercare tu, mio re» sputò fuori il ragazzo con gli occhi fiammeggianti con estrema ironia, soprattutto nel pronunciare le ultime due parole che corrispondevano allo stato attuale che ricopriva mio padre.
Lui assottigliò lo sguardo al suono di quelle parole. Ero sicura che, se fosse dipeso da lui, lo avrebbe fulminato lì, seduta stante. Si stava trattenendo e lo stava facendo per amore di mia madre. «Non mi sfidare, Veles» disse lui. «Ricordati che non sei intoccabile e che l'immortalità non è più una carta da giocare a tuo favore.»
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ASTRAEA "Il sangue degli Eterni"
Fantasía𝐂𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐚. 𝐕𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞 𝐈𝐈, 𝐬𝐞𝐪𝐮𝐞𝐥 𝐝𝐢 𝐇𝐢𝐩𝐧𝐨𝐬𝐞 "𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐃𝐞𝐚". Sono trascorsi secoli da quando gli Dei hanno finalmente gettato le armi ai piedi degli Eterni, decidendo di inchinarsi di fronte ad essi. D...