Capitolo XXI

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Taehyung's POV



Tornare a casa dalla sua famiglia era sempre come una boccata d'aria fresca ma quella volta lo fu ancora di più. Venne accolto da sua sorella minore che gli corse in contro saltandogli in braccio e dal fratello che cominciò a bombardarlo di parole e descrizioni sul progetto che stava preparando per l'università. Non aveva neanche fatto in tempo a togliersi le scarpe che già aveva mal di testa e gli erano state fatte fin troppe domande. Come stai? Come mai sei tornato a casa? Ce le fai vedere le foto di Londra? E New York? Perché hai scelto di farti i capelli proprio azzurri? E Jimin di che colore si è tinto? Ma ti sei alzato ancora? Quanto sei alto ora? Mangi abbastanza?

Taehyung se ne rimase in silenzio e col sorriso sulle labbra a guardare sua madre e i suoi fratelli tormentarlo senza rispondere a nessuna domanda semplicemente perché non gli davano il tempo neanche di prendere fiato.

Dalla porta dello studio sbucò suo padre.

"Avete finito di attaccarlo? Dategli un po' di respiro." Si rivolse a loro con tono divertito. "Figlio mio, ci sei mancato molto." E lo abbracciò e tra le braccia del padre Taehyung si sentì finalmente un po' più tranquillo. Forse sarebbe veramente andato tutto bene.

La mattinata trascorse tranquilla, si sedettero tutti sul divano e si fecero raccontare dal figlio e fratello maggiore tutte le avventure e disavventure degli ultimi mesi. Taehyung raccontò di quanto rumorosa fosse New York a tutte le ore del giorno e della notte, raccontò del Canada e di quanto il colore specifico di quello Stato fosse il verde per lui, spiegò che si era ammalato in Europa ma che i suoi hyungs si erano presi cura di lui come al solito. Poi scorrendo l'ennesima foto, comparse un selfie con Jimin che si erano scattati appena completato il cambiamento di colore di capelli e la sorella mollò un urlo divertita a sapere che l'amico del fratello, per il quale aveva una cotta da sempre, si fosse fatto i capelli fucsia.

La madre per pranzo preparò una serie di pietanze tutte cucinate in casa e dopo essersi riempito lo stomaco, Taehyung si rese conto di quanto gli fosse mancata la cucina della donna che l'aveva messo al mondo. Era entusiasta di essere a casa, di poter ascoltare il fratello e sentire l'orgoglio e la soddisfazione di aver scelto la facoltà universitaria perfetta per lui. L'aveva portato in camera e gli aveva fatto vedere sul computer la bozza del progetto per il corso di tecnologia dell'architettura e pensò a quanto avessero da sempre avuto ambizioni diverse. Lui voleva diventare qualcuno di famoso, voleva cantare, ballare, calcare i palchi più importanti al mondo mentre il fratello voleva fare il progettista e l'architetto.

La sorella invece sperava ancora di poter far innamorare di lei qualche idol, uno in particolare che momentaneamente aveva i capelli fucsia, e vivere la vita sempre un aereo, viaggiare e toccare e vedere qualsiasi posto al mondo. E questa sua determinazione nel chiedere al fratello maggiore di portare a casa anche Jimin la prossima volta, fece divertire Taehyung e non poco. Sapeva che la sorella giocava e non era veramente seria anche se doveva ammettere che se da un lato ne sarebbe stato felice, dall'altro l'idea gli sembrava troppo distopica.

Eonjin gli chiese anche degli altri membri, oltre che di Jimin e Taehyung fu contento di poter raccontare di come stavano lavorando duramente per il comeback, di come nell'ultimo periodo si era legato forse ancora di più a Seokjin e a Yoongi ma poi la sorella nominò anche Jungkook e l'azzurro si rabbuiò.

"Oh-oh domanda sbagliata?" La ragazza si rese subito conto che qualcosa non andava.

"No ehm solo che...io e Jungkook abbiamo...discusso."

"Spero niente di grave."

Ma Taehyung non fece in tempo a rispondere perché la madre chiamò la figlia dal momento che c'era qualcuno alla porta per lei. L'azzurro si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo prima di alzarsi, uscire dalla camera della sorella ed entrare finalmente nella sua. Si distese sul letto sul quale stava già dormendo Yeontan, lo prese in braccio e se lo coccolò. Rimasto solo ricominciò a sentire quel peso attanagliargli il petto e volle solo dormire. Scostò le coperte e si adagiò sul materasso. Non si rese conto di essere così stanco ma quando la sua testa toccò il cuscino, immediatamente sentì le palpebre pesanti e prese subito sonno.

You're my light │ taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora