Ancora braccati

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La ragazza estrasse un mazzo di chiavi dalla tasca e aprì entrambe le serrature «Seguitemi»
«Perché dovremmo fidarci di te?» chiese Minho, la diffidenza evidente nel suo tono.
«Perché vi ho liberati?» rispose lei, come se quel gesto fosse sufficiente a convincerli.
«Come possiamo essere certi che non sei un loro alleata pronta a consegnarci?» insistette Minho.
«Dovrete fidarvi e basta» ribatté la ragazza, ma Thomas non era convinto, e lo stesso valeva per gli altri.
«Sentite, so che non mi conoscete, ma al momento l'unica fiducia che potete riporre è in me e in Jorge. Gli altri vogliono solo consegnarvi a W.C.K.D. per ottenere le loro ricompensa»
Il silenzio si fece pesante. 
La ragazza sbuffò e si voltò, lanciandogli un ultimo sguardo «Fate come vi pare»
Thomas guardò i suoi amici, cercando di cogliere le loro reazioni. 
Nei loro volti, lesse un'accennata predisposizione a fidarsi «Va bene, veniamo con te» disse infine.
«Possiamo almeno sapere il tuo nome?» chiese Minho subito dopo.
La ragazza si fermò senza girarsi «Brenda» rispose, invitandoli nuovamente a seguirla.

Ripercorrendo lo stesso percorso della sera prima, arrivarono da Jorge, intento ad armeggiare con degli oggetti sulla scrivania «Vedo che sei riuscita a convincerli» commentò lui, alzando lo sguardo.
«È stato un po' difficile, ma sì» ammise Brenda.
«Sia chiaro, voi ci servite solo per arrivare al Braccio Destro. Se qualcuno di voi si perde lungo il cammino, non è un mio problema e non mi fermerò ad aiutare» li avvertì l'uomo, cercando di apparire minaccioso. 
Ma Thomas mantenne un'espressione imperturbabile; doveva dimostrare di essere un osso duro.

Con il rumore degli spari che rimbombava a intermittenza, Jorge e Brenda li condussero verso una porta che si affacciava sul vuoto. 
L'uomo afferrò una carrucola appesa e si lasciò andare.
«Voi siete pazzi» commentò Frypan, incredulo.
«È una funivia fatta in casa, non c'è nulla di cui preoccuparsi» replicò Brenda, divertita.
«Io non ci salgo su quel coso» mormorò Frypan.
«Datevi una mossa, la canzone sta per iniziare» li incalzò la ragazza.
«Quale canzone?» chiese Minho, senza però ricevere risposta. 
A quel punto Aris si lanciò, seguito da Sonya, Teresa e infine Frypan, che si era deciso con un po' di titubanza a seguire il gruppo.
Thomas sobbalzò quando, all'improvviso, una canzone antica e inquietante risuonò nell'edificio. 
«Ci vediamo dall'altra parte» disse Brenda, lanciandosi dopo di loro.
Minho stava per fare lo stesso, ma il rumore delle pale di un elicottero crebbe fino a sopraffarli. 
I tre ragazzi si resero conto che si trovava proprio sopra di loro.
«Thomas! Non potete scappare per sempre, arrendetevi!» la voce di Janson rimbombò attraverso un megafono, tentando di sovrastare il frastuono del veicolo.
Improvvisamente, esplose il caos. 
Janson e i suoi uomini iniziarono a sparare; alcuni proiettili colpirono il muro accanto a loro e anche la carrucola subì lo stesso danno, per poi precipitare nel vuoto.
«Dobbiamo trovare una via alternativa!» urlò Minho.
Thomas sapeva che non poteva lasciare il gruppo, ma gettarsi nel vuoto senza nessun supporto non era un'opzione «Okay» disse, combattuto e poco convinto.
Quando i ragazzi si voltarono per ripercorrere i propri passi, nella speranza di trovare un'uscita alternativa, si ritrovarono di fronte a un gruppo di uomini armati che salivano le scale di metallo.
L'aria si fece densa di tensione e il battito del cuore di Thomas accelerò.
«Passiamo da qui!» urlò Newt, indicando una sorta di intelaiatura di travi di metallo che si estendeva verso il vuoto.
Minho si lanciò per primo, con la determinazione che lo contraddistingueva, seguito da Newt e poi da Thomas, che si girò giusto in tempo per vedere uno degli uomini puntare l'arma verso di lui.
«Ci servono vivi!» gridò uno di loro, la voce carica di autorità.
Il suo tono di rimprovero gli fece abbassare l'arma, e l'uomo iniziò a seguire i ragazzi lungo la trave. 
Camminare su quella struttura non era affatto semplice: le travi erano appena larghe a sufficienza per ospitare un piede, inoltre, l'altezza di almeno dieci metri sopra il pavimento rendeva ogni passo un'ardua sfida. 
La vista del vuoto sotto di loro faceva tremare le ginocchia di Thomas, ma si costrinse a concentrarsi.
Improvvisamente, la canzone di sottofondo cessò e, in un attimo, un forte botto risuonò nell'aria, seguito dall'eco di un'esplosione proveniente dai pilastri che sostenevano le travi.
Minho era già arrivato alla fine della struttura, mentre Newt e Thomas dovettero saltare per evitare di precipitare nel vuoto. 
Thomas sentì l'adrenalina scorrere nelle vene mentre si lanciava, atterrando con un impatto sordo.
Quando Newt toccò il pavimento, un urlo acuto gli sfuggì. 
Thomas si allarmò «Tutto bene?!»
«Sì, sì! Sono atterrato un po' male» rispose Newt, ma il suo volto tradiva un leggero dolore.
Fortunatamente, i ragazzi erano riusciti a schivare l'esplosione, e ora osservavano la scena dall'altezza del piano superiore. 
Le fiamme danzavano, avvolgendo gli uomini che li avevano inseguiti, inghiottendoli nel fumo e nel caos. 
Thomas sentì un brivido corrergli lungo la schiena nel vedere quella scena.
«Andiamo!» urlò Minho, rompendo il silenzio teso.
I ragazzi scesero in fretta dalle scale di metallo, correndo in una direzione apparentemente casuale, poiché non conoscevano affatto quel luogo.
«Ragazzi, aspettate!» esclamò all'improvviso Newt, fermandosi di colpo.
Thomas e Minho si voltarono, curiosi di sapere cosa avesse attratto l'attenzione del biondino.
Avvicinandosi, notarono che Newt stava scrutando verso il basso con uno sguardo intenso.
«C'è una botola!» esclamò il biondino, indicando un'apertura sul pavimento, sulla quale era scritto a grandi lettere "Uscita".
«Possiamo provare, no?»

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