Capitolo 11

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Waking up, beside you I'm a loaded gun
I can't contain this anymore
I'm all yours, I've got no control
-One Direction, No Control

La prima cosa di cui Nelson si rese conto dopo essersi svegliato fu che non riusciva a mettere a fuoco nulla. Non che solitamente dormisse con gli occhiali, ma quella mattina non riusciva nemmeno a ricordarsi dove li avesse appoggiati. Ad essere onesto, non si ricordava neppure di essersi addormentato o addirittura di essere tornato a casa. Il suo ultimo ricordo erano le immagini di Game of Thrones che si susseguivano sullo schermo della televisione di Cesare.

La seconda cosa di cui si rese conto, subito dopo il fatto di non saper mettere a fuoco, fu che il materasso respirava. Lentamente, i ricordi della sera precedente riafforarono nella sua mente: i suoi occhi pesanti dal sonno, il sushi, Tonno, le chiavi, GoT, la camicia da boscaiolo e il dettaglio più importante di tutti.

Realizzò quello che era successo quando ormai era troppo tardi.

«Non è possibile, cazzo» aveva sbuffato ancora con il corpo appoggiato al suo migliore amico. Nelson allungò le mani verso il tavolino, tastando a caso nella speranza di trovare i suoi occhiali. Una volta riconosciuta la familiare forma, li prese e li indossò.

Il suo peggiore incubo e il suo sogno preferito si erano appena avverati contemporaneamente.

Cesare stava ancora dormendo beatamente, le labbra leggermente socchiuse e i capelli spettinati, probabilmente dovuto al fatto che avessero dormito insieme in quel divano e non nel letto. La maglietta del ragazzo aveva il suo profumo e Nelson si era trattenuto più del dovuto ad innamorarsi di quel profumo.

Nelson, ma che cazzo stai facendo gli aveva suggerito la sua coscienza.

Fregandosene completamente di ciò che il suo subconscio gli stava dicendo, Nelson si perse nell'ammirare il suo migliore amico. No, non aveva possibilità e lo sapeva. Tanto valeva godersi quel momento per quanto poco potesse durare. Le labbra di Cesare sembravano così morbide e perfette da baciare che Nelson dovette trattenersi dall'allungare il suo viso verso quello di Cesare per baciarlo e magari mordergli quelle labbra. Quel venerdì mattina, giornata finalmente libera sia dalle riprese che dalle prove dei rovere, sembrava essere finalmente dalla sua parte.

La terza e ultima cosa che catturò l'attenzione di Nelson fu una sensazione che conosceva molto bene. Sentì qualcosa di solido premergli contro all'altezza del bacino, consapevole che non fosse sua la colpa.

Chiuse di nuovo gli occhi sperando che non stesse succedendo davvero.

L'alzabandiera di Cesare era esattamente contro il suo bacino. Nelson arrossì violentemente nel rendersi conto che il membro del suo migliore amico era così vicino al suo, solo quattro strati di stoffa a dividerli.

Con tutto il silenzio e la leggerezza di cui era capace, Nelson si alzò dal divano e con lo sguardo cercò lo specchio del salotto di Cesare: la camicia stropicciata, i capelli ribelli che non ne volevano sapere di stare a loro posto e gli occhiali storti sul naso. Decise di darsi una sistemata in bagno e poi di cominciare a preparare la colazione, giusto per avere qualcosa con cui distrarsi dalla sensazione di poco prima.

Cesare si svegliò mezz'ora più tardi con l'aroma del caffè che gli invadeva le narici. Come aveva previsto, non appena si mosse la sua schiena si lamentò con una decina di dolori diversi. Improvvisamente ricordatosi del perché avesse dormito sul divano anziché sul letto, Cesare spostò lo sguardo assonnato per cercare Nelson e per capire da dove venisse quel profumo che tanto amava. Si strofinò gli occhi con le mani e in cucina notò una figura girata di spalle con una familiare camicia da boscaiolo.

They don't know about us || Celson (Space Valley)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora