Capitolo 8

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Why do I always fall to the ones who have no courage?

I must see some kind of beauty in their eyes

-Sam Smith, Baby, You Make Me Crazy

Tonno spostò lo sguardo dal computer all'orologio sul mobile dello studio, ormai abituato a guardare lì invece che controllare direttamente sullo schermo del pc.
«Raga, Nicolas è di nuovo in ritardo!» gridò agli altri ragazzi, impegnati nella preparazione di luci, microfoni e tanto, tanto caffè.
Dario era, come al suo solito, nella cucina dello studio a organizzare l'occorrente per il video sul cappuccino. Ma nemmeno il forte aroma di caffè non riusciva a distoglierlo dai suoi pensieri.

Nicolas si era avvicinato sempre di più a lui. Non aveva fatto in tempo ad accorgersi di ciò che stava succedendo che Nicolas aveva fatto incontrare timidamente le loro labbra, in un bacio che era durato decisamente troppo poco. Poi si era staccato e aveva visto le lacrime di Nicolas, che poi gli aveva sussurrato un timido "Mi dispiace" ed era scappato dalla sua stanza senza dargli il tempo di fermarlo.
Perché gli aveva chiesto scusa?
E soprattutto, perché lo aveva baciato?
Nicolas era il suo migliore amico, del tutto etero...o forse no?
Sarà stato il momento.
Non gli piaccio davvero.
E anche se fosse? Per me non sarebbe un problema.
E se fosse per questo che l'altra sera ha combinato tutto quel casino?

Dario tirò fuori il cellulare mentre teneva d'occhio la macchinetta del caffè, onde evitare di macchiare tutto. Controllò la schermata di blocco. Nessuna notifica.
Aprì WhatsApp e selezionò la conversazione di Nicolas, sperando che almeno avesse visualizzato i suoi messaggi.

"Nic, tutto bene?" 11:37
"Nicolas?" 11:46

"Nic per favore rispondimi, ho bisogno di sapere se stai bene" 12:08

"Possiamo parlare?" 13:20
"Nicolas non è successo nulla di grave, ti prego rispondimi" 13:59

"Nic non mi ha fatto schifo baciarti"
Messaggio eliminato

"Nicolas per favore" 16:34

"Ti prego..." 17:11

"Sei il mio migliore amico e non mi piace che tu stia così, rispondimi per favore" 18:43

Era andato avanti così per tutto il pomeriggio, provando anche di chiamarlo, ma inutilmente: il telefono squillava a vuoto ad ogni tentativo.

Nemmeno il suo ultimo messaggio "Buongiorno, ci vediamo oggi alle riprese" era stato visualizzato. E ora Nicolas non si era presentato in studio. Dario era sicuro che non si trattasse di uno dei suoi soliti ritardi; non si sarebbe stupito se non fosse venuto a registrare.

Dopo quasi un'ora e mezza, i ragazzi erano pronti a dare Nicolas per disperso. Avevano perso ormai le speranze quando arrivò un messaggio su uno dei tanti gruppi che avevano in comune:
"Oggi non ci sono, sto male."

Dario si sentì travolto da un insieme di emozioni contrastanti. Inizialmente fu sollevato che Nicolas fosse vivo a casa nonostante non gli rispondesse al telefono, ma subito dopo venne pervaso da un senso di colpa che sembrava bloccargli il respiro. Cercò di distrarsi mettendo in ordine ciò che doveva servire per il video e girando alcune scene per il backstage, ma non riusciva a pensare a nulla che non fosse quel maledetto bacio. I suoi colleghi non si erano accorti del suo strano silenzio, abituati com'erano al fatto che Dario a volte fosse preso male e non avesse voglia di parlare, quando in realtà l'unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento fosse parlare con qualcuno del bacio, anche se non sapeva esattamente come spiegarlo ai suoi amici senza che pensassero male di lui.
Decise di farsi coraggio e parlarne con Cesare. Dopotutto, era stato lui a fargli quelle strane domande su Nicolas e Dario pensava che lui avrebbe capito meglio di chiunque altro.

Prese un attimo Cesare in disparte e gli confessò, con qualche difficoltà, ciò che era successo la mattina precedente.

«COSAAAA?» esclamò Cesare non appena Dario ebbe finito di raccontare.
«Cesare porca troia, abbassa la voce» rispose Dario tirandogli un pugno sulla spalla. Si era stupito dell'ingiustificata eccitazione di Cesare ad una notizia come quella, ma non ci aveva poi fatto tanto caso: la sua priorità, in quel momento, era assicurarsi che Nic stesse bene e soprattutto che sapesse che lui non lo odiava per averlo baciato.

Si fece promettere da Cesare di non farne parola con nessuno degli altri ragazzi.
Ma si sa, quando qualcuno promette di non dire niente a nessuno, il migliore amico non è compreso nel pacchetto. Com'era prevedibile, nel giro di dieci minuti del bacio ne venne a conoscenza anche Nelson.

«Nels, si sono baciati.»
«Eh?»
«Nicolas»
«Che ha fatto?»
«Te l'ho detto, ha baciato Dario» aveva risposto Cesare con aria sognante, facendo intuire a Nelson il perché Nicolas non si fosse presentato alle riprese.

«Uh, a quanto pare il nostro Bic ha trovato il coraggio di dichiararsi» aveva commentato Nelson stupito, ma a bassa voce per non farsi sentire «e Dario che ha detto?»
«Beh, in realtà....»

***

Non potendo completare le riprese a causa dell'assenza di Nicolas, i ragazzi si limitarono alle schede di Dario e a bere due caffè a testa per non sprecarli, lasciandosi liberi il resto dell'ormai finita mattinata. Si sarebbero riuniti nel pomeriggio per completare i montaggi e caricare un salotto.

La prima cosa che Nelson fece appena uscito dallo studio, subito dopo essersi fermato al McDonald's per uno dei suoi soliti pranzi a base di cibo spazzatura, fu dirigersi a casa di Nicolas. Era stato Cesare a chiedergli di andare a controllare come stesse il moro, sperando che almeno lui riuscisse a far ragionare Nic e a fargli capire che Dario non era arrabbiato per il bacio.

Nelson aveva messo su la sua espressione più serena e amichevole e aveva promesso di adempire alla richiesta di suo cugino, nonostante il ricordo di quella serata in discoteca ancora lo tormentasse.
Nelson era perfettamente consapevole di doversi arrendere. Grazie ai discorsi di Tonno e Frank aveva appurato che Cesare non era omosessuale e che le ragazze fossero la sua unica area di interesse amoroso. Sapeva di non avere la ben che minima possibilità e si era deciso a mettere da parte quella che era una cotta destinata a fallire in partenza. La sua intenzione era quella di mantenere intatto il rapporto che aveva con Cesare, e poteva soltanto sperare che quella storia non venisse mai fuori.

Parcheggiò la macchina fuori dalla casa di Nicolas e spinse il campanello per qualche secondo consecutivo, per poi staccare il dito e riappoggiarlo per un breve attimo. Era il modo che avevano di riconoscersi tra di loro, così i padroni di casa non si sarebbero dovuti preoccupare di mettere in ordine casa e nemmeno di vestirsi se magari erano appena usciti dalla doccia.

Nelson dovette aspettare qualche attimo prima di stupirsi quando, ad aprire la porta, non fu Nicolas ma sua sorella Chiara.

«Ciao Nelson, mi dispiace ma Nic ha detto che non vuole parlare con nessuno...non ha detto nulla neppure a me» gli aveva detto dispiaciuta la sorella.
«Tranquilla, io so cosa gli è successo. Per favore, puoi farmi entrare così sistemo questa cosa una volta per tutte?» aveva domandato Nelson quasi appeso al cancellino d'ingresso dell'appartamento. Non voleva sembrare così brusco ma aveva davvero voglia di aiutare Nicolas, sperando che almeno lui riuscisse ad avere con Dario che lui non sarebbe mai riuscito ad avere con Cesare.
Fortunatamente Chiara sapeva quanto gli amici di suo fratello tenessero a lui, quindi decise di aprire a Nelson e lasciarlo andare verso la camera da letto di Nic, indicandogli silenziosamente la porta chiusa.

Dopo aver bussato con delicatezza alla porta, Nelson sentì la voce di Nicolas soffocata contro il cuscino.
«Chiara, chi era?» aveva domandato il ragazzo con la faccia ancora premuta sulla federa.
«Ero io.»
Nicolas si alzò velocemente a sedere sul letto, subito sulla difensiva. Aveva gli occhi arrossati e i vestiti stropicciati di chi ci ha dormito dentro: a Nelson quell'immagine faceva quasi compassione, ma non perse nemmeno un secondo e si avvicinò a Nic.
«Che ci fai qui?» gli aveva domandato il ragazzo.
«Sono qui per aiutarti. So cosa è successo» rispose Nelson nella speranza di riuscire a calmare Nicolas, ma ottenendo l'effetto opposto: il ragazzo si era di nuovo gettato nel letto premendo la faccia contro il cuscino per evitare il più possibile il contatto visivo.
«Nic?»
«Mmpf» aveva bonfochiato di risposta Nicolas.
«Sono consapevole che tu non voglia parlarne, e anche Dario lo è. A proposito, vuole che tu sappia che non ti odia, e che quello che è successo non cambierà nulla.»

Non appena sentì il nome di Dario, Nicolas si alzò a sedere sul letto.
«Lo ha detto davvero?»
«Lo ha detto davvero» ripeté Nelson.
«E in quanti lo sanno?»

Nelson fece rapido conto.
Dario, Nic, Cesare e lui, ma decise di ridurre il più possibile il numero con una bugia innocente.

«Solo io, te e Dario.»

Nicolas si prese il viso tra le mani e sospirò pesantemente.

«Nels, con quale coraggio mi presento domani in studio?»
«Nicolas, ripigliati. Non è successo nien...»
«Niente? Non so se capisci, ma ho baciato il mio migliore amico. È come...come...»
Nelson non aveva previsto ciò che Nicolas avrebbe potuto dire in quel momento.

«Come se tu baciassi Cesare. Avresti le palle di farti vedere da tuo cugino sapendo che lui sa che tu provi più di quella stupida amicizia che vi lega da una vita?»

Nelson rimase interdetto. Nella stanza dei fratelli Paruolo regnò un silenzio che parve infinito e intoccabile; Nicolas stava fissando Nelson negli occhi e quest'ultimo temeva che il ragazzo riuscisse a leggergli nella mente.

«Probabilmente no. Ma tu sei migliore di me, quindi domani vieni in studio per il video sul cappuccino. Ti aspetto, e anche Dario ti aspetta. Va bene?»

Nicolas chiuse gli occhi e si passò lentamente la mano tra i folti capelli neri.

«Va bene. Puoi farmi un favore?»
«Certo.»
«Puoi chiedere a Dario se domani può evitare di parlarmi di questa cosa e se almeno può fingere che sia tutto normale?»
«Nicolas...»
«Ti prego Nels.»
«Lo farò.»

Senza aggiungere altro, Nelson uscì in silenzio dalla camera, salutò Chiara e aprì la porta d'ingresso per andarsene.

Non aveva fatto in tempo a mettere entrambi i piedi fuori dall'ingresso della casa del suo amico, con il cuore più pesante di com'era prima di arrivare lì, quando il cellulare gli vibrò nella tasca posteriore dei jeans. Una notifica di WhatsApp aveva illuminato il suo schermo, mostrando il nome della persona da cui voleva stare più lontana.

Nuovo messaggio da: Cesu💩💫

Giovedì, casa mia, ore 19:45, maratona GOT?
Daje che il Tone prende il sushi 🍣


Nelson sospirò, guardando il messaggio come se potesse rivelargli la soluzione ai suoi problemi.
No, non ci sarebbe cascato di nuovo.












N.d.A

Raga, ma quanto faccio schifo ad aggiornare a periodi regolari? Io boh, fossi in voi mi lancerei un pomodoro. Nel caso ve lo siate chiesto (non credo ma vabbè) no, non sono morta. Farò un po' più fatica ad aggiornare per la scuola, ma ho intenzione di portare a termine questa storia.

Arriverenze e al prossimo capitolo✨

ladynefari0us

They don't know about us || Celson (Space Valley)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora