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Quando uscimmo il sole era ancora abbastanza alto nel cielo e non sarebbe tramontato prima delle 20.

«Wow, decisamente più spassoso di un emporio» commentò Stiles.

Iniziammo a camminare sul marciapiede verso Ovest. Lui alla mia destra aveva le mani nelle tasche del pantalone, una camminata non troppo sicura e il sole proiettava le nostre ombre per terra. Non mi preoccupai di definire dove stavamo andando perché la possibilità che ci dovessimo separare non mi piaceva, così preferii rimanere nell'ignoto e mettere un passo dietro l'altro.

«Walgreen... cos'è esattamente?» chiese.

«Un Nissen. Non ce ne sono molti, soprattutto a New York.»

«È tipo uno stregone?»

«Non esattamente. Lui non è una creatura magica ma è nato col dono di poter imparare ad usare la magia e insomma... ci è riuscito molto bene» parlavo a voce non troppo alta per far in modo che nessuno dei passanti potessi sentirci.

«Il terremoto di cui parlava in Cile... è successo nel 1960. Questo significa che ha più di settant'anni!»

Il suo entusiasmo mi metteva di buon umore. Non avevo mai riflettuto su alcune cose in quella prospettiva e guardarle con gli occhi di Stiles rendeva anche le cose più scontate che sapevo da quando ero un bambino, curiose.

«Ha molto più di settant'anni» gli sorrisi.

«Oh mamma, mi sembra di essere in una di quelle storie che inventavo quando avevo 10 anni e volevo credere nella magia e sconfiggere i cattivi con la mia spada laser» ammise. Risi di gusto come non facevo da un bel po'.

«La prossima volta puoi chiedere a Walgreen se ne ha una da prestarti.»

Fece una faccia sconvolta: «Aspetta, stai dicendo sul serio o mi stai prendendo in giro?» e mi fece ridere ancora di più. Quando si rese conto che stavo scherzando mi diede un colpetto sotto la spalla: «Non farlo più! Ci ho quasi creduto!» rise anche lui. Continuando a camminare arrivammo su Park Avenue dove il marciapiede diventava più largo, le persone diminuivano e il Garvey Park era alla nostra sinistra, con gli alberi in fiore che profumavano di tiglio e magnolie.

«Sai, sento che devo chiarire questa cosa» cominciò.

«Quando stamattina ho detto che sono un criminologo ho esagerato un po'... in realtà sono all'ultimo anno di college, poi potrò diventarlo.»

Mi chiesi quante volte in quelle ore avesse pensato alla piccola bugia che aveva detto. «Però è vero che imparo in fretta e mi metterò subito a lavoro su quello che mi ha dato Walgreen.»

Dovevo averlo proprio spaventato se ci teneva così tanto a dimostrarmi di potermi aiutare. La verità era che mi faceva comodo un cervello in più se c'era da risolvere rompicapi e svelare misteri ma non gli avrei mai permesso di combattere o anche solo provarci per poi avere un'altra anima sulla coscienza.

«Bene, dobbiamo muoverci. Ogni giorno che passa il Ghul potrebbe uccidere qualcun altro.» «Già...» rispose.

«Ti va se ci sediamo?» disse mentre con l'indice indicava uno degli ingressi del parco.

«Certo» lo seguii.

«Adoro questo posto, è meno affollato di Central Park ma alcuni punti sono anche più belli.» Scendemmo le scalinata di pietra. Tutto intorno il verde primeggiava e lasciava spazio solo ai colori dei fiori e al grigio degli enormi massi sparsi che d'inverno gelavano così tanto da diventare blocchi di ghiaccio. Passammo davanti numerose panchine ma nessuna sembrava soddisfare Stiles che continuava a camminare tra gli alberi secolari e i piccioni confabulanti. Le uniche volte in cui ero stato lì era in pieno inverno e i rami secchi erano macchiati dalla neve così come alcuni punti del terriccio. Ma, ammettevo in quel momento a me stesso, la primavera gli conferiva un'aria dinamica ed energica che vinceva decisamente su quella pigra e cupa dell'inverno. Il sole docile del pomeriggio inoltrato rendeva tutto ciò che ci circondava giallo miele come in una vecchia polaroid. Pensai a quanto avrei voluto che mia madre fosse stata lì per vederlo. Quando arrivammo di fronte l'unico albero di olmo del parco (così grande che avrebbe potuto ospitare una colonia di scoiattoli, con le foglie nuove miste tra il giallo e il verde chiaro) Stiles decise di sedersi.

What Was Left BehindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora