Sfrecciavo nei vicoli e nelle strade principali, pronto, concentrato. Walgreen mi seguiva teletrasportandosi attraverso i portali. Nell'orecchio in cui avevo posizionato la cimice sentii la voce di Cam: «Hale, mi ricevi?»
«Forte e chiaro. Sono quasi arrivato.» La distanza da casa al luogo dell'omicidio era di un chilometro e mezzo circa, in una manciata di minuti mi trovai sul posto. Walgreen arrivò pochi secondi dopo di me. Percepii la presenza della scia che il Ghul si era portato dietro, chiara come la prima volta che l'avevo avvertita. Mi provocò un brivido lungo la schiena. Ampliai i sensi da lupo e mi concentrai al massimo, cercando di immergermi in quella sensazione nonostante non fosse per niente piacevole ma gelida, subdola e terrificante.
«Ragazzi, ci siete?»
«Sì» rispose Cam.
«Ho la traccia, sono sulla Broadway.»
«Ricevuto.»
Continuai per quasi un chilometro senza rallentare mai.
«Ho svoltato sul Martin Luthèr King Boulevard.»
«Ti stiamo dietro.»
Correvo così veloce che le luci dei lampioni e della strada sembravano stelle cadenti. Sentivo il vento che mi sfiorava la faccia, le gambe che andavano da sole, l'adrenalina che faceva il suo corso.
«Morningside Avenue» dissi ma dopo neanche un minuto mi fermai. Davanti a me il cancello in ferro battuto alto più di due metri era chiuso con un catenaccio spesso e un lucchetto grande quanto una pesca.
«Ragazzi...» ruppi il silenzio radio, «Il nostro amico è entrato a Central Park.»
Sentii la voce di Stiles lontana attraverso la cimice di Cam: «Che problemi ha questo coso con i parchi?»
Avanzai fino a trovarmi a pochi centimetri dal cancello per assicurarmi che la scia andasse in quella direzione. Ero certo che il Ghul avesse saltato senza troppi problemi per raggiungere l'altro lato e pensai di fare la stessa cosa. Tornai indietro di qualche metro, fino all'altro lato della strada, presi un respiro e corsi, saltando all'ultimo secondo, nel punto giusto. Vidi la punta delle assi di ferro simile a quella delle frecce di un arco passarmi sotto e atterrai sul terriccio semi morbido dell'altro lato con le ginocchia piegate per attutire il colpo. «Sono dentro» comunicai. Seguii il percorso asfaltato che saliva e scendeva, curvava ed era affiancato da numerose panchine. La quantità di alberi intorno a me era impressionante. Dalle foglie gialle e rosse, sparse sull'erba fresca e umida perfettamente curata mi spostai sul sentiero della pista ciclabile, molto più larga e centrale. Cercavo di ignorare il tremito involontario che mi faceva tremare le mani: mi stavo avvicinando. Sentii la presenza di Walgreen alle mie spalle, felpato e silenzioso come una sfinge. La voce di Cam nell'orecchio mi comunicò che erano all'ingresso.
«E adesso come entriamo?» sentii Stiles.
«Non entrate, non ce n'è bisogno» provai. Ma Cam era troppo determinata per farsi fermare da un catenaccio. Sentii il rumore del cofano della sua macchina che si apriva e Stiles sussultare un'esclamazione che non afferrai.
«Non era questo il piano, Hale» rispose Cam. Il rumore di una tenaglia che spaccava il catenaccio mi schioccò nelle orecchie.
«Ti seguiamo» confermò.
Continuai a correre ma a ritmo più lento ed arrivai a costeggiare il lago in cui si riflettevano le luci della città. Avrei voluto che quella fosse una situazione diversa, in un momento diverso, in cui Stiles fosse accanto a me e insieme ci saremmo goduti quella vista stupenda. Mi appuntai mentalmente di portarlo lì quando tutto sarebbe finito.

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What Was Left Behind
Fanfiction[COMPLETA] Un demone minaccia la tranquillità di New York. Derek, con l'aiuto di Stiles, l'umano che gli ha salvato la vita, dovrà trovare i pezzi che compongono l'unica arma in grado di sconfiggerlo, il Dirkey. Un enigma dopo l'altro, indizio dopo...