II

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Quando Harriet ebbe il primo malore lui si trovava a lavoro e lei non disse nulla perché pensò di essere solo molto stanca. La seconda volta che accadde stava portando un piatto dalla cucina al tavolo da pranzo e le scivolò di mano, rompendosi in pezzi. A quel punto confessò che le fosse già capitato e Thomas la convinse a fare delle analisi.

Lei scoprì di avere la sindrome di Cherbourg.

Le arterie alla base del suo cervello si restringevano fino a chiudersi completamente e per compensare il sangue usava vie traverse, vasi che esistevano già, talvolta ne creava di nuovi apposta, ma questi non erano abbastanza forti e potevano capitare delle emorragie cerebrali.

Thomas cercò di essere forte anche per lei. Un suo collega neurochirurgo spiegò loro che era una sindrome molto rara e genetica che si manifestava molto più di frequente nelle donne.

Il mese dopo lei scoprì di essere incinta. Lui pianse di nascosto.

Harriet volle tenere il bambino pur sapendo che non avrebbe potuto vederlo crescere. Sperarono che fosse un maschio, così che ci fossero meno possibilità che lei gli trasmettesse la malattia.

Lei lasciò il lavoro. Iniziò a pregare tutte le sere, non per se stessa ma per il suo bambino. Thomas la accompagnava a tutti gli appuntamenti e le sedute necessarie e la cura, ancora sperimentale, sembrò funzionare.

Al quinto mese di gravidanza scoprirono che avrebbero avuto un maschio, piansero insieme mentre lui la teneva stretta.

Non ci furono enormi complicazioni durante il parto e in un giorno freddissimo di febbraio nacque il piccolo Rasmus Fletcher, una settimana prima rispetto a quanto previsto ma in salute. Aveva gli occhi verdi di sua madre. Suo padre si emozionò quando gli strinse l'indice con la mano piccola come una chiave e pensò che quella fosse la cosa migliore che avesse fatto nella sua vita. Poi, due settimane dopo, arrivarono i risultati delle analisi del dna e scoprirono che anche il gene con la sindrome era stato tramandato. 

What Was Left BehindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora