VII

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La prima cosa che mi accolse di nuovo nella mia linea temporale fu l'aria gelida di quella notte e poi il calore che proveniva dalla ferita all'altezza dello stomaco che avevo. Ci misi poco tempo per adattarmi alla realtà e riallinearmi con me stesso. Per una volta la vita era stata clemente con me: il Ghul portava i tagli leggeri e sparsi che ero riuscito ad inferirgli e combatteva con Walgreen che, in forze, tentava di trattenerlo con la magia. Mi girai in direzione del cespuglio dove sapevo fossero nascosti Cam e Stiles e la vidi, viva, con gli occhi agili e vispi, la pelle ancora rosea, il cuore che batteva. Avrei voluto correre verso di lei per abbracciarla. Stiles non c'era, ma questo lo immaginavo: nei paraggi non c'era il Dirkey

e lui lo stava cercando dall'altra parte del parco.

Come avevo fatto la prima volta presi la rincorsa in direzione del Ghul e saltando, mentre Wal lo teneva immobile, gli conficcai gli artigli a fondo, rendendolo cieco all'occhio sinistro. Luì urlò di nuovo (mi sembrava di avere un deja-vu ma tutto si muoveva più lentamente ed esattamente come ricordavo) e poi assestai il calcio a mezz'aria. La sua reazione fu la stessa, uno scatto d'ira feroce verso di me, con un'unica differenza: questa volta sapevo che avrebbe colpito. Paradossalmente fu proprio quello il punto che aveva cambiato le sorti dello scontro: la scarica di pugni che mi aveva inferto e che mi aveva costretto a terra era stato l'evento che aveva permesso che Walgreen venisse messo fuorigioco, che Cam intervenisse morendo e così via. Quello, fu il momento che cambiai schivando un colpo dopo l'altro e mentre mi spostavo agile e cercavo di sfruttare il suo punto cieco a sinistra (la mia destra) mi accorsi che Walgreen sparì in una nuvola di fumo. Quella distrazione quasi mi costò un colpo dritto sul viso. Ripresi a concentrarmi, convinto che avesse un buon motivo per sparire in quel modo, ma in realtà tremavo al pensiero di non sapere cosa sarebbe successo adesso che avevo assaggiato il sapore della certezza (era questo che aveva spinto Walgreen nella spirale dei viaggi del tempo?).

Riuscii a colpirlo nel punti in cui il Dirkey gli aveva procurato dei tagli - anche se superficiali - e capii che quella non poteva essere una soluzione. Si trattava solo di temporeggiare nell'attesa che Stiles tornasse con il pugnale tra le mani e soprattutto di non farsi abbattere per evitare l'intervento di Cam. Mentre tiravo un gancio destro sull'occhio fuori uso del Ghul sentii chiamare il mio nome alle mie spalle. Mi girai, nei pochi istanti che la sua instabilità mi concedevano, e vidi Walgreen, quasi una visione ancestrale, al centro delle scale, illuminato dalla luna come un riflettore puntato su di lui: stringeva il Dirkey tra le dita.

Lo tirò nella mia direzione e lo vidi vorticare e tagliare l'aria senza sforzo. Il contatto con il manico mi diede una scarica di energia e con un gesto rapido infilai la lama appuntita nel cuore del Ghul. Urlò disperato, cadde sulle ginocchia e poi si accasciò sul pavimento, dove diventò cenere e polvere disperdendosi nel vento. Quando di lui non rimase più traccia il silenzio della piazza piombò su di noi, ancora increduli, con il fiato corto che iniziava a riprendersi. Piccoli e gelidi fiocchi di neve iniziarono a scendere posandosi sulle mattonelle del pavimento e sciogliendosi nell'acqua della fontana. Raccolsi il pugnale da terra, girandomelo tra le mani come un trofeo. Quando mi girai Walgreen mi sorrise, con gli occhi quasi lucidi, stanco ma contento.

«Ce l'abbiamo fatta, Hale!» mi corse in contro, ci stringemmo in un abbraccio vittorioso. Cam ci raggiunse. La strinsi così forte che pensai di averle fatto male. Il suo profumo era lo stesso e non fui mai tanto felice di sentirlo.

«Non immaginate quanto sono felice di vedervi» dissi loro. Mi guardarono - giustamente - confusi ma non dissero nulla. Non riuscivamo più a smettere di sorridere, Cam fece una giravolta con le braccia spalancate e il viso rivolto al cielo sotto i fiocchi di neve.

«Dov'è Stiles?» chiesi ancora raggiante. Cam fermò la sua giravolta per guardarmi, come Walgreen, con le sopracciglia corrucciate.

Dissero quasi in coro: «Chi è Stiles?»

What Was Left BehindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora