22~pensieri~✓

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<Ti ricordi di Aurora? La bambina dell'orfanotrofio?>
<Certo che me la ricordo!>
<Bene...>
<E che ha fatto?>
<Ecco...non so come spiegarlo...>
<È successo qualcosa di grave?>
Ignoro la sua domanda e continuo con il discorso che mi ero messo in testa.
<Tornando li, rivedendo tutti...rivedendo lei...ho come avuto nostalgia, come se mi fosse mancata>
<Ti ci sei affezionato, eh?>
<Penso di sì...>
<Magari ne riparliamo più tardi, adesso dobbiamo andare a pranzo dai miei...>
Lascio perdere il discorso con la consapevolezza che una volta tornati soli lo riprenderemo.
<Si, andiamo>
Metto in moto la macchina e ci dirigiamo verso la casa dei miei suoceri.
Durante il tragitto non faccio altro che essere tra le nuvole e credo che Bella se ne sia accorta, visto che ha appoggiato la sua mano nella mia, come per farmi stare più sereno.
Non è che sia triste, è solo che pensando ad Aurora mi ricordo di chi ero prima di conoscere mio padre. Di chi ero prima di conoscere Bella. Ero sempre solo, anche se avevo Jordan. Gli unici veri amici che avevo erano Jordan, l'album da disegno e la matita. Erano il mio sfogo personale.
Odiavo andare al parco perché mi faceva male vedere tutte le famiglie unite e felici. Odiavo andare in qualsiasi posto in cui ci fosse gente, perché odiavo soffrire.
Pensavo spesso a chi potessero essere i miei genitori. Se mi avessero mai amato. A volte li ho persino odiati perché pensavo che mi avessero abbandonato perché non mi volevano affatto bene.
Ma la maggior parte delle volte mi immaginavo a delle scuse giuste, a dei buoni motivi per cui mi avrebbero dovuto lasciare in orfanotrofio. Me li immaginavo seduti in divano, mano nella mano, a chiedersi come stessi, a come fossi diventato, se gli somigliassi, se fossi felice. Cercavo di essere contento nel vuoto da cui mi sentivo circondato, dal vuoto che avevo creato io stesso.
Ecco, quando penso ad Aurora mi vengono in mente tutti questi ricordi...e penso che magari potrei fare qualcosa per lei, per cercare di farla stare meglio, di darle quello che io non ho avuto, o che almeno ho avuto solo in parte, e quando già ormai ero grande.
Lei ha ancora diciassette anni, è giovane e ha bisogno di una figura paterna e materna al suo fianco. Vorrei poterla aiutare almeno in questo...
<Siamo arrivati> dico io per spezzare quel silenzio che ci ha accompagnati per tutto il tragitto.
<Ora non pensare più a niente, pensa solo a divertirti>
<Tranquilla amore>
Lei annuisce, ci diamo un veloce bacio e poi scendiamo dalla macchina per dirigerci verso la porta di casa dei miei suoceri.
Ad accoglierci è la dolcissima madre di Bella, che sin da quando eravamo ragazzi, mi ha trattato come se fossi un membro della sua famiglia...bhe ora lo sono davvero, ma quello che volevo far capire è che si è sempre comportata come se fosse una madre per me, infatti le ho sempre portato molto rispetto, è una donna eccezionale e solare.
Il padre è altrettanto buono, solo un po' più chiuso di carattere...ma anche lui, proprio come la moglie, mi accettò subito in famiglia.
<Ciao ragazzi!!! Entrate, entrate che fuori fa freddo! Non siamo più in estate, ormai è dicembre!>
<Ciao mamma!>
Madre e figlia si abbracciano, e poi, quando si separano saluto anche io.
<Ciao Anne>
<Oi Xavier, come stai? Tutto apposto?>
Mi carezza una guancia, come farebbe una madre col proprio figlio.
<Tutto apposto, grazie>
<Ne sono contenta...forza accomodatevi, tra poco è pronto il pranzo!>
<Mamma...spero non ti sia ammattita troppo a preparare tutto>
<Tranquilla, per voi questo ed altro>
Appena arrivo alla soglia della cucina una miriade di profumi mi invade.
<Mmm...che buon odore... cos'hai preparato?> chiede Bella alla madre come farebbe una bambina.
<Allora, tagliatelle fatte in casa al ragù, ricetta della nonna, tacchino arrosto, sempre ricetta della nonna e poi il dessert, panna cotta con guarnizione ai frutti di bosco!>
<Non dovevi preoccuparti così tanto Anne, bastava qualcosa di più semplice, non siamo mica principi> dico io.
Sento Bella che fa finta di tossire.
<Io non credo...ti ricordo che invece lo sei eccome>
<Ah già, è vero... però comunque adesso non sono in carica quindi sono una persona comune come voi>
<Oh caro figliolo, principi non si smette mai di esserlo. E poi ti ricordo che tutti siamo dei principi, d'animo...>
<Okay...>
<Xavier, a volte dovresti prestare più attenzione. Il senso è che non importa da chi tu sia nato, chi sia tuo padre e tua madre, ma puoi nascere comunque Re. E non intendo il Re che governa su tutti, quello che possiede un'infinità di soldi e palazzi, ma il Re che possiede un cuore grande, che magari vive in un'umile casetta e lavora per mandare avanti la famiglia...questo intendo>
<Allora tu Anne, dovresti essere una regina...sei una donna davvero fantastica>
<Suvvia Xavier, non faccio nulla di che!>
<No, ti sbagli, io non ho mai conosciuto una donna che sappia amare il prossimo come fai tu, te lo giuro. Neanche io sarei in grado di essere così>
<E invece con mia figlia si...guardala... è vero che adesso è tra le braccia del papà, ma è felice, è felice di stare con te, di averti sposato, perché tu la rendi felice. E questo è un inizio...magri fra un po' di tempo amerete anche i vostri figli e più in là con gli anni i figli dei vostri figli...>
Iniziano a cadergli alcune lacrime dagli occhi.
Mi avvicino a lei e la abbraccio. Anne ricambia subito.
<Grazie caro. Adesso però vai a salutare anche quel bisbetico di mio marito mentre io finisco di cucinare!>
Scoppiamo entrambi a ridere, poi annuisco e vado a salutare mio suocero che al momento è seduto accanto a sua figlia.
<Ciao Ben. Tutto apposto?>
<Ciao Xavier. Si tutto okay, te? Che aspetti, accomodati!>
<Grazie. Tutto apposto tranquillo>
<E il lavoro? Bella mi ha detto che negli ultimi tempi sei molto impegnato...>
<Bhe sì...si avvicina il Natale e l'anno nuovo...bisogna sbrigarsi a chiudere alcune faccende, preparare alcune cose per l'inizio del nuovo anno, insomma, parecchia roba da fare...>
<Immagino...però voi due...si insomma...state ancora bene insieme, giusto?>
<Ma dai, papà! Ma che sono queste domande!>
<Bhe...Ben...se si riferisce al fatto che ci amiamo ancora, si è così. Se si riferisce al fatto che ultimamente passiamo meno tempo insieme, è vero, ma comunque quando possiamo stare insieme...ecco...il tempo lo troviamo...>
<Si, si, ho capito, non serve che scendi nei dettagli... preferisco non immaginarmi mia figlia fare certe cose...>
<Bhe, papà...non è che tu sia diverso con la mamma...>
<Tu zitta!>
Tutti e tre ci facciamo una bella risata finché non sentiamo Anne chiamarci per avvisarci che il pranzo è pronto.

<Anne, è tutto squisito!> esulto io per l'ottimo pranzo appena mangiato.
<Concordo anch'io mamma!>
<Ne sono contenta ragazzi!>
<Mamma...non siamo più ragazzi...ho quasi ventotto anni, lui ne ha trenta...forse siamo cresciuti un po'!>
<Ma no, non si è mai abbastanza grandi per essere chiamati ragazzi!>
<Come preferisci te...> rilancia Bella alla madre.
Non interferisco nel discorso perché la mia testa è da tutt'altra parte e credo che Ben se ne sia accorto.
<Tutto bene Xavier?>
<Oh, si certo...solo qualche problemino a lavoro, tutto qui...>
<Capisco, ma ora rilassati, siamo in famiglia, non a lavoro perciò ora non pensarci più!>
<D'accordo>
Cerco di unirmi di più nei loro discorsi, ma di certo non ci sto realmente.
La mia mente naviga sui miei ricordi, sugli stessi che potrebbero essere di Aurora...mi ci sono affezionato realmente tanto...

<Che ore sono mamma?>
<Ormai penso le sette e mezza passate...dovete tornare a casa?>
<Penso proprio di sì, domani Xavier ha un'altra importante riunione, quindi deve riposarsi per bene>
<Ma tu sai sempre tutto quello che deve fare?>
<Direi, sono la sua segretaria...>
<Ah già, è vero...vedi di tenerlo d'occhio!>
<Mamma!>
Ci mettiamo tutti a ridere, poi ci salutiamo ed io e Bella ci avviamo per salire in macchina.
<Vuoi che guidi io? Mi sembri molto assente...>
<No tranquilla, la guida mi aiuta a calmarmi>
<Va bene...come vuoi...>
Prima di arrivare alla macchina le lascio un leggero bacio sulla guancia.
<Avrei voluto trovare il tempo per andare a trovare i ragazzi all'orfanotrofio, ma oggi si è fatto troppo tardi... magari andrò domani>
Mi sorride, per poi accarezzarmi una guancia.
<Ma certo!>
E' sempre così gentile con me, e io non sempre con lei...a volte mi chiedo come faccia ancora a sopportarmi, dopo più di dieci anni che stiamo insieme...
<Bella?>
<Si?>
Si volta verso di me, prima di aprire lo sportello della macchina. La raggiungo e la abbraccio. Rimane un attimo sorpresa, poi ricambia subito.
<Ti amo>
<Anche io cucciolo>
Le do un bacio, due, forse tre, non li ho contati, poi saliamo in auto e torniamo a casa.

<Vuoi che ti prepari qualcosa per cena?> mi chiede lei con fare apprensivo.
<No, tua madre mi ha fatto mangiare troppo...se tu vuoi mangiare tu qualcosa ti faccio compagnia, ma non mangio nulla...>
<No, ma nemmeno io ho fame, sono sazia>
<D'accordo...ti va di vedere un film insieme?>
<Come vuoi, per me va bene qualsiasi cosa>
Vado allo scaffale in cui ci sono tutti DVD con i film e ne prendo uno a caso.
Lo inserisco nel lettore e mi siedo accanto a Bella.
<Allora, cos'è che ti turba così tanto?>
<Pensare a quello che prova Aurora...io la capisco...so come si sente e vorrei provare a fare qualcosa per lei. Magari darle la possibilità che io non ho avuto...>
<Ho capito cosa intendi. E ho anche capito cosa vorresti fare>
<E che ne pensi?>
<Sono d'accordo con te>
Ci sorridiamo entrambi per poi iniziare a baciarci quasi con foga e in pochissimo tempo ci ritroviamo entrambi senza vestiti e nella camera da letto. Subito lei porta la sua bocca sul mio membro e io con le mani mi stringo forte alla tastiera del letto per le forti emozioni che provo.
Entrambi ansimiamo mentre lei è ancora all'opera e io chiamo il suo nome, poi quando raggiungo l'orgasmo capisco che arriva il mio turno.
La faccio sdraiare sul letto e poi mi avvicino con la testa alla sua intimità, iniziando ad esplorarla con la lingua finché anche lei non arriva al culmine dell'eccitazione.
Infine le entro dentro, prima delicatamente, poi con dei movimenti sempre più veloci e meno aggraziati.
Subito la stanza si riempie dei nostri respiri affannati finché entrambi veniamo.
Stanchi ci sdraiamo sul letto e, l'uno abbracciato all'altro, ci addormentiamo, sereni.

Prince -Xavier Foster- IE FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora