27~Emozioni~

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<Alyssa mi raccomando comportati bene dentro l'ospedale e non fare troppo casino, va bene?>
<Si papà! Non vedo l'ora di andare a salutare la mamma!>
<Anche noi piccola...>
<Perché piangi papà?>
<Alyssa, papà è triste perché mamma ha la bua...vieni in braccio a me così ti accompagno a prendere una merendina al distributore automatico e intanto papà si tranquillizza un attimo, ti va?>
<Si!!! Aurora, sei la migliore sorella del mondo!>
<Voglio bene anche a te piccola...Tu papà stai tranquillo e ricomponiti... okay?>
<Si, grazie Aurora>
Mia figlia mi sorride per poi prendere in braccio Alyssa e dirigersi verso i distributori.
Non capisco perché mi sia messo a piangere, non me ne sono nemmeno accorto...forse sono davvero troppo preso dalle mie emozioni che avevo bisogno di farle sfogare un attimo...
Intanto che le piccole si sono allontanate mi dirigo verso quella maledetta stanza.
Percorro quel corridoio freddo e anonimo attraversato solo da alcuni medici concentrati sul loro lavoro e qualche persona venuta a trovare i propri cari. Nel giro di poco sono davanti alla porta, dietro di essa c'è mia moglie. Una parte di me vorrebbe spaccare quella porta e fiondarsi dentro, ma l'altra vorrebbe solo andar via da lì e sprofondare nel buio. Decido di ascoltare il mio istinto e poso la mano sulla maniglia, la abbasso e poi spingo leggermente. Rimango sulla soglia per qualche secondo, come se stessi vivendo un déjà vu... Faccio un lungo sospiro e poi mi avvicino al lettino. Perché sembra stia solo dormendo? Perché ? Qui vicino c'è un piccolo sgabello e lo prendo per poi sedermici. La amo così tanto e mi manca tantissimo sentirla sveglia vicino a me. Se solo potesse sapere che io le sono accanto...
<Bella...so che sicuramente non riesci a sentirmi, ma sappi che ti amo infinitamente e non ti mollerò nemmeno per un istante!>

Un mese dopo

<Bip! Bip! Bip!...>
Di nuovo la sveglia! Ormai è un incubo.
Mi alzo dal letto a malincuore, non bado troppo al mio aspetto e metto semplicemente un paio di jeans e una camicia bianca, le mie solite scarpe eleganti e senza pettinare i capelli gli do una semplice sistemata con le mani. Vado giusto un attimo in bagno per finire di prepararmi poi esco senza nemmeno rifare il letto. Saranno settimane che non lo sistemo, ma poco mi importa. 

<Aurora! Svegliati!>
Ormai nemmeno perdo tempo ad entrare nella sua camera, tanto basta urlare dal corridoio e si sveglia comunque. Io intanto penso ad Alyssa che poverina è assonnata.
Le cose diciamo che vanno...i medici dicono che si sta riprendendo e che forse presto si risveglierà. Non faccio altro che pensare a come sarà quando tornerà tra noi...non vedo l'ora!
A lavoro diciamo che me la sto cavando piuttosto bene, nonostante io non stia al cento per cento.
L'unica nota negativa in tutto questo è Heat...non l'ho visto molto bene ultimamente... Ho paura che un giorno possa accadergli qualcosa di brutto e non potrei far altro che rivivere quell'orribile momento nel giorno in cui è morto mio padre...non potrei sopportarlo.
Lui dice di star bene e che si sta occupando anche di fare ricerche su quella strana donna misteriosa...forse è quasi riuscito a scoprire chi sia.
Ormai non mi importa nemmeno saperlo, anche se un po' di curiosità ce l'ho.
Appena finisco di preparare Alyssa mi sbrigo a farle fare colazione e cerco di dare una svegliata anche ad Aurora, visto che dorme in piedi.
Come ogni mattina, ci scapicolliamo fuori di casa per evitare di fare tardi.
<Ciao papà, ci vediamo stasera a cena che questo pomeriggio ho un altro impegno!>
<Che genere di impegno? Non devi studiare?!> Quando parla in questo modo non mi fa sperare bene...
<Niente, tranquillo, a dopo!>
Aurora sale sulla sua macchina e mi liquida così su due piedi. Stasera mi sentirà! Quella ragazzina non me la racconta affatto giusta...secondo me c'è di mezzo un ragazzo e la cosa non mi piace affatto...
<Papà, non dovevamo correre per andare all'asilo?>
<Oddio, si scusami, è che stavo pensando a tua sorella...>
<Lo so, Aurora mi ha detto che non devo dirti niente perché sennò ti saresti arrabbiato...>
<Tu sai che deve fare questo pomeriggio?>
<Certo papà!>
<E mi dici dove va?>
<No! Ho promesso ad Aurora di rimanere muta come un pesce> e nel dirlo imita la faccia da pesciolino.
<Ma io sono il tuo papà...e lo sai che a me devi dire tutto!>
<Rimarrò zitta finché Aurora non mi dirà che posso smettere!>
<Ahhhhh, ci rinuncio! Avere due femmine è un incubo!>
<Vuoi dire che non ci vuoi?>
<No, voglio dire che siete molto difficili da capire!>
Alyssa si mette a ridere e intanto mi sbrigo ad ingranare la marcia e dirigermi verso l'asilo. Grazie al cielo non c'è traffico perciò arriviamo giusto in orario. Lascio la bambina alle maestre e senza aspettare che entrino dentro, riparto subito verso il castello.

Come ogni mattina percorro le lunghe scale che portano al piano superiore, salutando di tanto in tanto alcuno dei lavoratori che sono qui già da stamattina presto.
Non incontro ancora Heat, evidentemente starà ancora dormendo, perciò entro nel mio ufficio ed iniziò ad analizzare i vari documenti che ho sopra la scrivania.

Dopo...ore credo, mi risveglio spaventato dal rumore di qualcuno che sta bussando alla porta. Come ho fatto ad addormentarmi senza nemmeno accorgermene!
Senza far attendere ulteriormente chi sta aspettando di entrare dico "avanti" e la porta si apre celando un Heat abbastanza pallido.
<Buongiorno Xavier, scusami se stamattina non mi sono fatto vedere, ma non mi sentivo molto bene e sono rimasto a dormire un altro po'...>
<Si vede... comunque non preoccuparti, hai fatto bene. Se hai bisogno non esitare a chiedere>
<No tranquillo, è tutto okay. Tu piuttosto? Come va? Bella?>
<Io tutto apposto, un po' stanco, ma tiro avanti. I medici dicono che sta meglio e che potrebbe risvegliarsi, ma per ora ancora nulla... Tu hai qualche notizia da darmi?>
<A dire il vero sì. Ho fatto qualche progresso con quella misteriosa donna e ho fatto una scoperta inaspettata!>
<Si avanti dimmi! Non farmi stare sulle spine!> Sono così curioso!!! Era da tanto che non mi sentivo così...energico!
<Dunque, ho chiesto a mio padre chi lavorasse al castello visto che avevamo ipotizzato che fosse una ex dipendente, allora mi ha detto di controllare nell'archivio se trovavo il curriculum di questa donna, ma una volta controllato nessuna traccia.>
<Non corrispondeva a nessuna foto?>
<No... però poi mio padre mi ha chiesto di descriverla un po' e gli ho fornito tutte le informazioni che mi avevi dato tu, così lui ha fatto qualche ricerca su tua madre. Lei lavorava qua e a quel tempo viveva ancora con la sua famiglia, perciò è riuscito a rintracciarla e...>
<Aspetta un secondo. Cosa c'entra mia madre con tutto questo?> Chiedo io smarrito.
<Fammi finire di parlare. Dicevo, è riuscito a rintracciare la famiglia di tua madre e gli ha fatto alcune domande, poco dopo questo colloquio entra in quell'abitazione una donna, identica alle tue descrizioni. Allora mio padre le ha parlato e lei ha confessato di averti visto quel giorno, fuori dall'ospedale.>
<Quindi lei chi sarebbe?>
<Tua zia, la sorella di tua madre. Ecco perché la somiglianza...e il fatto che lei ti conoscesse...>
<Ma tuo padre come è arrivato a pensare alla famiglia di mia madre?>
<Ecco...perché si ricordava che tua madre era molto legata a sua sorella e spesso la domenica, quando sia tuo padre che tutti i dipendenti mangiavano assieme, veniva anche lei. Per questo ci ha pensato...>
<Quindi lei è mia zia...non avevo idea di averne una, anzi, non ho mai conosciuto la mia famiglia materna! Dove abitano, io vorrei...>
<Tranquillo, tranquillo, ci ho già pensato io. Domenica prossima, verranno tutti qui a pranzo, ovviamente puoi far venire anche le ragazze, così conoscono i loro bisnonni e la loro prozia...>
<Ci saremo senz'altro...avrei voluto ci fosse anche Bella...>
<Non ci pensare...vedrai che andrà tutto bene. Comunque adesso io vado che ho tanto da fare...e credo anche tu!>
<Si, ma stai attento e riguardati, non reggerei ulteriormente se ti dovesse accadere qualcosa>
<Non preoccuparti, starò bene...a dopo Xavier>
<A dopo!>

Oggi ci penserà la nonna a riprendere dall'asilo Alyssa e visto che non ho affatto fame e ho mille pensieri per la testa, decido di non fare nemmeno pranzo, nonostante l'invito di Heat ad unirmi a lui, e continuo a lavorare fino a quasi le sei...
Quasi volevo aspettare ancora un po' e tornare direttamente a casa per cena, ma poi ho pensato di voler passare a salutare Bella, perciò senza aspettare ancora, metto tutto apposto ed esco dal mio ufficio.
Saluto abbastanza frettolosamente Heat che nel frattempo mi sembra abbia ripreso un po' di colorito e arrivo subito alla macchina.
Parto molto velocemente, per la fretta di voler andare dal mio amore e mi immetto nel traffico.
Grazie al cielo oggi è la mia giornata buona e non c'è troppa coda, perciò in poco tempo, meno di quanto immaginassi, riesco ad arrivare all'ospedale.
Mentre parcheggio quasi mi sembra di intravedere quella donna...anzi mi correggo, mia zia, nello stesso punto dell'altra volta e analizzando più a fondo il punto realizzo che si, è lei.
Con molta fretta esco dalla macchina, pregando tutti i santi di trovarla ancora lì, ma al mio arrivo lei già non c'è più...peccato, mi sarebbe piaciuto conoscerla, ma in fondo domenica prossima avrò tutto il tempo per parlarle e farmi raccontare tante cose su mia madre...
Senza distrarmi ulteriormente mi precipito all'interno dell'ospedale e salgo al piano giusto.
Stranamente oggi il corridoio non mi  sembra spento e malinconico come sempre. È in pieno movimento, con un enorme via vai di medici. Chissà come mai.
Continuo a camminare fino ad arrivare davanti alla stanza di Bella e quando apro la porta quasi mi sento mancare l'aria dai polmoni e le gambe sembrano come essere scomparse. Senza che io riesca a controllarmi mi precipito all'interno della stanza con la mano davanti alla bocca, come a trattenere qualcosa che neanche io so ben definire.

Prince -Xavier Foster- IE FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora