The kiss

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«When the red red robin comes bob-bob bobbin' along, there'll be no more sobbin' when he starts throbbin' his old sweet song...»

Mi guardai intorno estasiata, mentre la cantante sul palco continuava a cantare con voce melodiosa, stretta in un abito nero e luccicante di paillettes e accompagnata da una piccola orchestra.
Il locale era stretto, buio e fumoso — eppure si respirava un'aria allegra, rilassata; non potei fare a meno di sorridere, catturata dall'atmosfera.

Fu la presa gentile di Tony sul mio braccio a riscuotermi:
«Guardi!» mormorò indicandomi un tavolo vicino al palchetto della cantante. «Ecco Price!»

Aveva ragione: Connor Price, Monique e gli altri loro amici erano seduti attorno al tavolo su cui campeggiava un'enorme bottiglia di vino dall'aspetto costoso. Mi chiesi dove trovassero i soldi per pagare tante bevute e perché si fossero scomodati ad uscire di casa se il loro fine era ubriacarsi.
"Potevano continuare benissimo nell'appartamento!"

«Cosa facciamo?» chiese Tony, che sebbene conoscesse il locale sembrava molto a disagio: probabilmente non era l'ambiente adatto a lui.

«Non lo so!» mormorai, stordita dalle novità e dalla stanchezza.

Quando però vidi che alcune coppie si alzavano per danzare davanti all'orchestra fui invasa da una scarica di energia: da ragazzina mi piaceva molto ballare, seguire il ritmo della musica e buttare indietro i capelli sciolti mentre l'abito delle feste svolazzava attorno alle mie caviglie. Osservai malinconica il vestito liso che avevo indossato per viaggiare e decisi che meritavo una pausa dalle preoccupazioni, se non altro per schiarirmi le idee. Mi sciolsi la crocchia, lasciando liberi i miei capelli neri e mossi, poi mi voltai sorridendo verso un Tony stupefatto.

«Venga!» esclamai, mentre la cantante si interrompeva e lasciava spazio a un intermezzo del contrabbasso. «Balliamo!»

Trascinai il ragazzo in mezzo alla pista e senza timore gli posizionai le mani: una sulla mia spalla, l'altra sul mio fianco.

«Non so se è il caso...» balbettò lui, ma in pochi istanti eravamo già catturati dal giro delle coppie e della musica.

Respirai a fondo l'aria viziata del locale, che in quel momento mi sembrava la più pura e corroborante del mondo, sentendomi giovane e piena di energie... Almeno finché non incontrai un paio di furenti occhi castani che seguivano ogni mia mossa. Allora la rabbia che provavo nei confronti di Connor Price mi spinse ad agitarmi a danzare sempre più veloce, portando con me Tony che quasi non riusciva a stare al passo.

«Wake up, wake up you sleepy head, get up, get out of your bed! Cheer up, cheer up the sun is red, live, love, laugh and be happy! What if I were blue, now I'm walking through fields of flowers...»

Quando la cantante riprese il suo motivetto allegro, Price si alzò e senza troppe cerimonie si infilò tra i ballerini, strattonandomi via da lì. Tony si mise di mezzo, con espressione severa: era più basso di Price, ma anche molto più robusto.

«Cosa sta facendo?» borbottò l'italiano, incrociando le braccia al petto.

«Cosa sta facendo lei, piuttosto!» sbottò l'altro, nervoso, continuando a tenermi il braccio con così tanta forza che iniziai a non sentirlo più. «La signorina, qui, è sotto la mia protezione!»

«Bella protezione, lasciarla rinchiusa in quella casa fatiscente!» replicò Tony.

Price mi scoccò un'occhiata accusatoria:
«Dovevo immaginare che avresti potuto contare su qualche aiuto esterno!» ringhiò a denti stretti.

Il mio amico sembrò arrabbiarsi sul serio:
«Senta, io sono una persona pacifica, ma mi sta facendo venir voglia di spaccare il suo bel muso aristocratico! La signorina Walker ha rischiato di morire per la sua negligenza!»

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