The lady

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La ragazza fece una smorfia, forse scontenta che Price l'avesse smascherata con tanta facilità, poi però socchiuse le labbra in un sorriso divertito:
«Sì, quello è il mio nome.»

Connor era pallido come se avesse appena visto un fantasma:
«Barbara Calloway... La figlia di Thomas Calloway?»

Lei inarcò le sopracciglia:
«Ce ne sono forse altre in città?»

«Gesù, è identica a suo padre!»

Feci un passo avanti, improvvisamente interessata: ci studiammo a vicenda per qualche minuto, poi parlai.
«Perché ha ucciso questi uomini? E perché ci seguiva?»

«È qui per conto di suo padre?» si intromise Connor, deciso: aveva riacquistato un po' di colorito ed ora fissava la Calloway con ostilità.

La ragazza scoppiò a ridere, facendo scivolare con disinvoltura la pistola nella borsetta che portava legata al polso:
«Direi proprio di no, signor Price. Mio padre non sa che sono qui né che vi stavo seguendo, anzi, credo che non sia stato affatto informato dell'arrivo della signorina Walker in città... Ma di questo, vedete, non posso esserne certa: mio padre ha la brutta abitudine di voler controllare il mondo, compresa la sottoscritta. Cosa che gli riesce piuttosto male, devo dire.»

«Immagino di sì, se le permette di commettere omicidi indisturbata!» esclamai, aggirando i cadaveri con un moto di disgusto e osservandola più da vicino: gli occhi castani avevano delle pagliuzze dorate che li facevano risplendere come due gemme.

«Oh, beh, mio padre non sa neanche che possiedo una pistola, signorina Walker!»

«Come sa il mio nome? Come ha fatto a rintracciarci? La smetta di girare intorno alle nostre domande!»

Barbara Calloway mi suscitava un'istintiva simpatia e ammirazione per come aveva gestito la pericolosa situazione, ma al contempo la sua freddezza ed elusività mi mettevano in guardia.

«Molto bene!» replicò lei, asciutta, spostando lo sguardo da me a Connor, che si era posizionato al mio fianco, come per proteggermi.
"Mi chiama tigre, ma mi tratta come una bambina bisognosa!" pensai infastidita, ripromettendomi di chiedergli il motivo di un soprannome così inadeguato.
Barbara si sistemò meglio il cappello e ci fece cenno di seguirla lontano da lì; percorse un paio di stradine si voltò bruscamente ed incrociò le braccia al petto.
«Volete sapere la verità? Ebbene, eccola: vado a letto con Mark Walker da un paio d'anni. Ne sono innamorata e non ho alcuna intenzione di vederlo morire, anche se lui si ostina a perseverare nella sua indolenza!»

Mi voltai verso Price, che sembrava ugualmente sbigottito: 
«Mark... Lei... Amanti?» farfugliò, passandosi una mano sul mento, incerto su come reagire a quella notizia.
Io, nel frattempo, stavo valutando la signora che avevamo davanti: evidentemente benestante ed evidentemente insoddisfatta della vita che suo padre le offriva, doveva aver trovato un divertente svago tra le braccia di mio fratello, umile operaio.

Al solito, la mia espressione mi tradì, perché Barbara si accigliò e mi disse, con voce tagliente:
«Non sono mai stata attratta dal brivido del proibito, signorina Walker. Io amo Mark perché è Mark, non perché è l'amante perfetto per suscitare le ire di mio padre, che è ovviamente all'oscuro di tutta questa storia. Per rispondere alle vostre precedenti domande, quando sono andata la prima volta a trovarlo in carcere Mark mi ha informato del fatto che Price avrebbe scritto alla sua famiglia e quindi ho incaricato uno dei miei collaboratori di sorvegliare la sua casa giorno e notte; sono venuta in possesso di numerose informazioni preziose, compresi la sua identità, signorina Walker, e i sospetti nei confronti di mio padre, signor Price. E ho ucciso questi uomini perché mi servite entrambi.»

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