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Ero in studio.

Bokuto era ancora nei miei pensieri.
Ormai scrivevo di lui, dei suoi occhi dorati e di tutto ciò che mi trasmetteva.

Era tutto molto noioso, in studio c'era il solito umore nero, si avvicinavano le festività e ci si doveva affrettare.

Sbuffai, avevo finito di mettere a posto alcune bozze del libro e non sapevo cosa fare.

Sentì bussare alla porta.

< Avanti! > dissi.

Entrò Margaret con un plico di fogli.

fa che quella valanga di fogli non siano per me.

< Il direttore mi ha detto che puoi tornare a casa > disse, sorridendo appena.

< Okay > le sorrisi.

La salutai e mi recai verso l'uscita.
Mi strinsi di più nel giubbotto, faceva freddo ed anche io, se pur amante di questo tempo, ne soffrivo un pò.

Ormai era tardi, le 22:00, però decisi comunque di fermarmi su una panchina di fronte al parco, ormai chiuso.

< Che ci fai qui a quest'ora? >una voce mi risvegliò dai miei pensieri.

Bokuto?

< Avevo bisogno di scrivere > non lo guardai, avevo paura di scontrarmi con i suoi meravigliosi occhi.

Sentii il peso del suo corpo sulla panchina, si era seduto.
Stava lì,immobile a fissare il vuoto.
Cercai di non guardarlo, di voltare lo sguardo,ma era impossibile.

Si girò, iniziò a guardarmi.
Non riuscivo a distogliere gli occhi dai suoi dorati.

< Assomigli a lui > sussurrò.

Decisi di stare zitto ancora una volta.
Mi alzai, lo guardai un'ultima volta e me ne andai a passo lento, sopraffatto dal battito del mio cuore.

che mi prende?

Non era da me, insomma, è uno sconosciuto e per l'appunto non so nulla di lui.

Eppure, c'era qualcosa di intrigante nel suo essere così silenzioso e misterioso.

dedication - bokuaka Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora