2.

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È strano convivere con Arthur.
È come se ognuno si fa i fatti i propri.
Però lui viene sempre in stanza a trovarmi.
Mi ha comprato dei nuovi vestiti.
Dato che..questi non sono in buone condizioni.
Ma io cerco di evitarlo non sapendo il motivo.
Adesso sto aspettando che esca dal bagno per rifare di nuovo la medicazione.

Che cosa esagerata.
'Vuole farla lui'.
Posso vedermela da sola, eh.
Mi fisso intorno sistemandomi sul divano e lui arriva prendendo la sedia sedendosi di fronte a me.
Lo guardo negli occhi senza dir nulla,togliendomi il maglione nero largo rimanendo in canotta dato che le ferita sono tra le braccia.
Disinfetta sulla ferita, mentre io lo guardo resistendo al bruciore.

Arthur mi fissa prendendo la fascia arrotola sola  intorno al braccio parlando:"Dove sei stata in questi due anni?"
Lo guardo mentre sistema la fascia, socchiudendo gli occhi parlando:"Beh..la vita di una ragazza che non ha genitori. Non ho mai avuto una vera casa. Io sono una vagabonda."
Lui fa un sorriso rimanendo in silenzio per poi rifissarmi di nuovo.
Sento il mio cuore battere, senza una fine.
Non riesco a rallentarlo.
E so che lui sta notando tutto questo.
Da come mi fissa.

Mi stringe la fascia facendo un nodo parlando:"Ma adesso sei qui. E non voglio che te ne vai."
Faccio una smorfia dolorante per la stretta non rispondendo.
Arthur cambia il tono della fissandomi:"Non volevo stringere la fascia troppo forte. Continuiamo?"
Poi afferra di nuovo il mio braccio in modo delicato.
Cerco di non fissarlo,concentrandomi  sulla ferita, ma noto che a volte mi fissa in modo profondo.
Non so cosa vuole da me.
Ho davvero paura.

Lo guardo un'pò coraggiosa cercando di mostrarmi dura, fissandolo seria:"Perché mi guardi?"
Arthur chiude la seconda fascia, per poi alzare lo sguardo su di me:"É impossibile non guardare una bellissima ragazza dai capelli lunghi rossi come te."
Poi si alza andando in stanza non fissandomi.
Che scusa ha cercato per dire questa stupidaggine?
Scuoto la testa prendendo un'altra sigaretta.

La sera..

Sto per andarmene da un locale.
Avevo bisogno di starmene per i fatti miei, e bere un'pò.
Arthur ha detto che doveva uscire.
'Ha da fare.'
Che rabbia.
Non so il perché mi importa.
Bevo velocemente il bicchiere di whisky in modo che la gola non mi bruciasse.
Voglio andare via da qui.
Mi sento così confusa,ho i pensieri capovolti da una vita, e quasi non riesco a metterli a posto.

Non so dove ancora, non so che fare.
Perciò andrò dove mi capita.
Esco dal locale alzando il cappuccio evitando alcuni volti conosciuti dell'ospedale.
Meglio non rischiare per ora dopo l'altro giorno.
Voglio raggiungere Arthur.
Anche se non so dove si trova.
Ci sono volte in cui ho bisogno della sua presenza.
È strano da spiegare.
Arrivo vicino a un parchetto, e noto due ragazzi che parlano tra di loro notandomi.

È meglio alzare il passo.
Non ho paura, ma voglio evitarli.
Alzo il passo mettendo le mani nella tasca della felpa nuova di Arthur, ma subito dopo sento chiamarmi ridendo:"Ehyla!Come mai così sola?! Hai bisogno di 'compagnia'?"
Sarah fai finta di niente.
Sono abbastanza stufa dei guai.
E delle persone.
Non rispondo facendo finta di nulla, continuando a camminare a testa alta, ma quando mi giro senza farmi notare, vedo che mi raggiungono.

Ma perché non posso stare tranquilla?
Giro l'isolato superando il parco e uno di loro riesce a fermarmi:"Almeno senti? O sei sorda?"
L'altro scoppia a ridere.
Non gli rispondo e a quello che ride gli rifilo un pugno in piena faccia.
Mi guardo malissimo toccandosi il naso di sangue, per poi spingermi contro un albero:"Ma che problemi hai?! Vuoi che ti faccio fuori a modo mio eh?!"

Poi mi stringe la gola.
Lo fisso muovendo i piedi e l'altro si gira parlando preoccupato:"Andiamo. Te lo consiglio."
Ma cosa?! Adesso vogliono andarsene?!
Cerco di liberarmi dalla presa, ma il ragazzo che mi stringe la gola parla nervoso:"Non ho finito."
Lo guardo con gli occhi lucidi resistendo al dolore  in modo da accettare la sfida.
Non ho paura di morire.
Vuole uccidermi?!
Va bene.

Mi manca il fiato.
Penso di essere diventata viola.
L'altro lo fissa agitato iniziando a sudare:"Smettila! C'è qualcuno che sta venendo qui!!"
Dal nervoso mi stringe la gola con entrambe le mani:"Sta zitto! Stronzo! Devo.."
Sento un colpo di pistola e le sue mani  rallentano la presa dal mio collo.
Il ragazzo mi cade davanti ai piedi morendo mentre io mi sposto sedendomi a terra spaventata.

Stavamo per morire entrambi?
Ma non io..?
Alzo lo sguardo e noto un uomo.
Completo rosso, gilet giallo con la camicia verdone, capelli verdi, e trucco da pagliaccio.
Lo fisso confida e lui spara di nuovo a quello morto.
Ho di nuovo quella sensazione, quella paura.
Ma allo stesso tempo, é come se mi sento protetta da uno sconosciuto.
Il pagliaccio prende l'altro ragazzo ridendo  puntandogli la pistola contro la tempia:"Vorrei uccidere anche lui."
Lo fisso guardandolo piangendo:"No..lui non ha fatto nulla."

Il pagliaccio parla ironicamente alzando le sopracciglia:"Ma guarda un'pò! Non ha fatto nulla? Sai che era complice della situazione?!"
Non gli rispondo e quando sto per alzarmi lui riprende a parlare:"La gente che ti tratta di pezza, non merita una seconda chance."
Poi preme il grilletto sparandolo.
Urlo nervosa alzandomi raggiungendo l'altro ragazzo:"No!!"
Non so perché sto piangendo.
Me ne dovrebbe fregare.
Come ha detto lui era complice di tutto.
Ma volevo semplicemente lasciarlo in vita.
Il ragazzo cade a terra morto mentre il pagliaccio davanti a me fa un balletto sorridendo.

Il pagliaccio finisce di ballare e quando mi fissa, sbruffa mettendosi una mano sul fianco parlando in modo noioso:"Non piangere per le persone che ti trattano come un essere inutile. Loro non meritano le tue lacrime. É divertente vedere ciò che ho appena fatto, mh? Ti ho salvato la vita, principessa!!"
Poi mi porge la mano.
Ha ragione.
Loro non meritano le mie lacrime.
Mi alzo dalla sua presa e mi trovo a poca distanza da lui.
Vederlo così ad occhi nudo é fantastico.
Appoggio il suo volto con una mano, fissando il suo trucco, per poi guardarlo negli occhi.

Ha un trucco straordinario.
Forse mi ipnotizza per come mi guardo.
O sono io stupida.
O pazza.
Mi sposta i capelli in modo delicato facendo un sorriso:"Chiamami Joker."
Lo guardo senza dir nulla, allontanandomi da lui:"D-devo andare.."
Joker sorride uscendo le sigarette non rispondendo iniziando a fumare.
Mi in cammino girando lo sguardo, e lui mi fissa fumando per poi cambiare direzione a causa delle sirene della polizia.
Mi appoggio a un muro chiudendo gli occhi tornando in me.
Voglio rivederlo.
Voglio stare con lui.
Joker.
Lui si chiama Joker.
Quando lo rivedrò?

𝐓𝐡𝐞 𝐉𝐨𝐤𝐞 𝐈𝐧𝐬𝐢𝐝𝐞 𝐌𝐞.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora