Secondo giorno di guerra. Sembravano passati mesi e mesi per via delle centinaia di persone arruolate in entrambi gli eserciti che erano morte in battaglia.
<< Mai sentite così tante cifre di soldati uccisi in soli due giorni di guerra>> dichiarò la dottoressa. Stava controllando se l'operazione per Edd fosse andata bene. Infatti, dal sorriso della dottoressa, la cura sembrava essere efficace.
<<Per non parlare di tutti i feriti e i non ritrovati>> aggiunse il castano, guardando le ultime notizie al telegiornale.
<<Già, ha ragione. I fatti sono preoccupanti. Non capisco perchè, per raggiungere i propri obiettivi, si manda verso la morte persone innocenti che, magari, non hanno fatto nulla di male nella loro vita>>
<<Sono offuscati dal potere>> rispose Edd, abbassando lo sguardo. La dottoressa chinò la testa di lato, confusa —o, per lo meno, era quello che pensava il malato. I lunghi e lisci capelli biondi le si appollaiarono sulla spalla. Così fini e soffici. Gli ricordavano quelli del suo ragazzo, che ormai era guarito e gli faceva compagnia ogni giorno dopo aver finito gli esercizi per la vista e il movimento della nuova mandibola.
Edd scosse la testa per scacciare via il pensiero e tornare al piccolo discorso.
<<Cioè... le persone con il potere pensano solo a loro stessi, credo. Hanno tutto quello che gli serve per vivere felici ma non gli basta>>
Mentre parlava gli venne un leggero giramento di testa. Si appoggiò due dita sulla tempia e fece respiri profondi.
Sai che la verità non è questa
<<E' meglio se riposa, signor Gold. Lo so che la situazione è difficile, ma deve fare finta che sia un qualunque giorno normale. Senza guerra. Solo pace>> cercò di rassicurarlo la dottoressa. Edd ringraziò e salutò la donna, che uscì dalla stanza poco dopo aver spento la piccola tivù.
Il castano sbuffò, appoggiando la schiena al cuscino, che lo aiutava a rimanere seduto sul letto. Tutto quello che accadde dopo succede in un giro di pochi secondi. Non ebbe neanche il tempo di sbattere le palpebre; le luci si accendevano e si spegnevano velocemente, come se dovessero fulminarsi da un momento all'altro. Il castano si preparò al peggio, come una fortissima scossa, e si aggrappò al materasso.
Ma non successe nulla di tutto ciò.
Le luci si spensero definitivamente. Per fortuna era ancora giorno, ma ben presto il sole sarebbe tramontato, come tutti i giorni di inverno. Sentiva delle urla, attutite per via dei muri dell'edificio.
Edd fece fatica a deglutire. Era bloccato e l'unica cosa che poteva fare era sentire. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, quindi.
Urla. Spari. Passi. Una porta sbattere. Qualcosa che cade.
Si stanno avvicinando
Altre urla. Altri spari. Vetro rotto. Porte che si aprono. Voci.
Vengono a prenderti
Altri passi. Urla e spari sempre più vicini. Tutto in pochi secondi.
Edd riaprì gli occhi. La stanza era vuota e c'era silenzio. Respirò affannato.
"Mi sto immaginando tutto?"
Si poggiò una mano sul cuore. Lo sentiva forte e batteva velocemente. Il sudore gli impregnava l'attaccatura dei capelli dietro il collo e sopra la fronte. Una goccia gli percorse il viso, dalla tempia alla guancia. Si passò un fazzoletto sul viso.
"Era solo un incubo?"
Sussultò. Qualcuno stava camminando, con passo pesante, fino alla sua porta e si fermò. Edd trattenne il fiato. Sembravano ore quelle che passavano, ma erano soltanto secondi. Il cielo si fece più scuro.
La dottoressa spalancò la porta e sospirò di sollievo, sorridendo al castano.
<<Scusi il disturbo>> disse la donna, avanzando lentamente dentro la stanza.
Non sapendo come reagire, Edd sorrise in risposta.
Bang
È l'incubo
Un proiettile atterrò sul pavimento, rimbalzando e rotolando vicino al letto. La dottoressa cadde a terra, inerme. Subito dopo il sangue la circondò. Nella stanza entrò il capo della Red Army.
Edd lo guardò a occhi sbarrati, spaventato dalla tremenda morte di quella che, in un lontano passato, era la ragazza di cui aveva una cotta.
Il norvegese sembrava atterrito e abbassò l'arma che teneva in grembo.
<< Gud ... hva gjør jeg? * >> sussurró, guardando il corpo della dottoressa mentre le vesti bianche aspiravano il sangue, diventando del medesimo colore.
*//Quello che dice Tord sarebbe:<<Dio... cosa sto facendo?//
Solo dopo si accorse di Edd e indietreggiò di pochi passi. Portava a benda all'occhio destro. Quel lato della faccia era coperto interamente da cicatrici. La bocca era distorta e l'espressione scioccata non aiutava di certo.
<<Tord...>>
Il biondo si diresse velocemente verso di lui. Lasciò cadere il fucile mentre si incamminava. Gli prese le mani e gliele strinse. Edd si accorse dopo della stretta gelida che aveva il norvegese e quella forte della protesi.
<<Edd, devi aiutarmi>> la sua voce tremava. Era... spaventato?
<<Tord, io non...>> il malato era bloccato, non sapeva che fare ed era spaventato anche lui.
I Red Leader fu scosso dai singhiozzi. Edd era sempre più confuso e intimorito. Non aveva mai visto il norvegese piangere, neanche quando abitava con lui.
"Perché si comporta così? Sta fingendo? È un trucco?"
Tutto accaduto in una serie di pochi secondi, il Leader cominciò a chiedere perdono per tutto il casino che si stava creando, si scusava per il terribile incidente di un decennio fa' e disse che non riusciva a controllarlo.
<<Controllare chi?>> provò ad aprirlo Edd, ma il norvegese parlava troppo velocemente, l'accento straniero e i singhiozzi non miglioravano la situazione.
Il sopracciglio era contorto in un espressione di dispiacere e l'occhio sano era lucido e tremava. Una luce si accese in quella nuvola grigia, come se volesse dimostrare che era umano, vivo, e che provava sentimenti, non fingeva e aveva paura, ma Edd non riusciva a trovare la risposta esatta che stava facendo disperare l'uomo che aveva davanti agli occhi.
Edd provò a calmare il ragazzo, un tempo suo amico. Continuava a dire frasi che Edd trovava senza senso.
<<Adesso chiudi gli occhi e fai dei respiri profondi, ok?>>
<<No, tu... non puoi capire i-io non posso>> mugugnò il norvegese.
Alla fine, dopo altre scuse e avvertimenti che a Edd sembravano privi di senso, Tord salutò il suo vecchio amico un'ultima volta e seguì le sue istruzioni.
Il castano non sapeva se avesse fatto bene o male, ma una cosa la capì; dopo quel saluto, Tord era andato via da quella stanza, senza lasciare tracce.
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DOPO THE END~Eddsworld xReader~
Fanfiction''> finì Jon. >. La ragazza si asciugò una lacrima che le era scappata via. > parlò timidamente. Jon fece dei calcoli, pensando a come ora vedeva i suoi vecchi amici. > [!!ATTENZIONE: STORIA TRISTE!!] Preso dalla storia, comunque... La mia prima sto...