CAPITOLO 12 Edd

104 12 19
                                    


Edd non poteva crederci.

Quel gesto. Quel singolo e piccolo gesto avrebbe cambiato e rovinato per sempre le vite di tutti quanti.

"Doveva farlo proprio in quel momento?"

Il ragazzo, dopo il concerto, venne portato in una stanza completamente bianca e vuota. Nessun disegno appeso al muro. Nessun quadro. Assolutamente zero. La micro televisione, sul lato opposto di dove si trovava lui era in stand-by. La stanza puzzava di medicinali e disinfettante, come qualsiasi altro ospedale d'altronde, no? La finestra era serrata, i termosifoni emettevano uno strano ronzio, ma funzionavano ancora bene.

Il pavimento piastrellato era lucido. Il suo compagno Matt non faceva altro che batterci il piede sopra, nervoso. L'altro castano si stava scusando con il rosso per la presa in giro di quel pomeriggio, facendo avanti e indietro dentro lo stanzino.

<<Matt dai; era una piccola presa in giro, non è vero!>>.

<<E allora perché lo hai detto?>> protestò Matt imbronciato, lisciando le pieghe della coperta azzurra del letto.

Edd era stufo di sentirli litigare, era stufo di sentire litigare la gente per delle stupidaggini.

<<Matt>> sussurrò il malato.

Tutti e due i ragazzi lo guardarono preoccupati.

<<Non era sua intenzione dirlo, sai come è fatto. Non riesce più a sfogarsi come un tempo, e tutti stiamo male per quello>> la voce era un sussurro quasi percettibile.

Edd sorrise dolcemente, facendo lucidare gli occhi al rosso. Tom abbassò il capo, asciugandosi velocemente gi occhi neri con la sua camicia e lasciando andare un piccolo singhiozzo.

Matt si alzò velocemente dalla piccola poltroncina in pelle vicino al letto e andò a consolare il moro. Tom si lasciò andare, stringendo forte il ragazzo.

Erano deboli: Edd per via del cancro, Tom aveva cominciato a bere più di prima, e Matt era andato.

<<Cercate di non litigare quando non ci sarò>> si lasciò sfuggire Edd, stringendo le coperte per non piangere.

Matt si allontanò da Tom e guardò male il malato.

<<Edd, come puoi dire questo?>> si avvicinò al letto. <<Non puoi dire queste cose. Continua a credere. Continua a lottare!>> cominciava a tremargli la voce.

<<Tu ce la farai! Stiamo lottando da sei anni!>> alzò il tono di voce, guardando Edd dritto negli occhi. Stava di nuovo impazzendo, capitava. Era strano quando succedeva. Non era mai stato così in passato. Era diventato tutto rosso in viso.

<<Matt, calmati>> lo consolò Tom, mettendogli una mano sulla spalla. Matt si dimenò dalla stretta.

<<Sei anni. Sai che significa? Stiamo cercando di tenerti in vita da SEI FOTTUTI ANNI!>>.

Era insolito per Matt dire parolacce, infatti i due ascoltatori rimasero spiazzati dal suo comportamento. Soprattutto Edd, che lo sentiva urlare da cinque centimetri di distanza.

<<NON PUOI MOLLARE ORA CHE CI SERVI! NON PUOI LASCIARE IL TUO POPOLO SENZA UN CAPO CORAGGIOSO, FORTE E CREDENTE COME TE!>>.

Edd abbracció il rosso, cercando di calmarlo e di confortarlo dal pianto isterico che stava cominciando a fare. Gli accarezzò i capelli rossi e morbidi, forse un po' troppo lunghi e da accorciare. Profumavano dello shampoo alla vaniglia di quel mattino. Non poteva saltare la doccia neanche per un giorno. Il narcisismo gli era rimasto nelle vene dopo l'accaduto, anche se era diminuito di molto.

Non si guardava quasi mai allo specchio; dopo che il loro vecchio amico gli aveva "accidentalmente" tirato un pugno all'occhio, gli era rimasta una profonda cicatrice dentro e una piccola fuori. Evitava di guardarsi anche quando passava davanti a delle vetrine, cosa che in passato faceva sempre.

<<Va tutto bene, mi dispiace>> disse Edd al rosso, che cominciava a calmarsi.

<<Io continuerò a lottare, ti prometto che non smetterò mai>> baciò la chioma arancione di Matt.

Alla fine, i tre ragazzi si unirono in un unico abbraccio, che durò ore e ore. Erano determinati e uniti più che mai a finire quella storia, che fosse stato lieto fine o no.

<<Domani mi opereranno...>> disse Edd, continuando ad abbracciare i due amici, sdraiati vicino a lui sul lettino bianco.

<<Dovremo raccontarle tutto>> continuò Tom. Un silenzio enorme riempì la stanza. L'orologio appeso sulla parete dietro di loro ticchettava, segnando la tarda ora. La luna spuntava dalla finestra, piena di luce sul cielo nero puntinato. Tom si staccò dai suoi coinquilini e si sistemò la camicia blu.

<<Dove vai?>> chiese Matt con voce impastata dal sonno.

<<Vi lascio da soli, piccioncini. Non fate troppo rumore>> disse poi ammiccando verso il castano e il rosso.

<<HEY!>> dissero in simultanea Edd e Matt, con sguardo severo verso Tom.

<<Scherzavo, EDDai>> cominciò a ridere, uscendo dalla stanza.

<<TOM>> urlò Matt per la pessima battuta, mentre Edd rideva come non aveva mai fatto prima.

DOPO THE END~Eddsworld xReader~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora