CAPITOLO 4 (T/N)

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Il sole cominciava a uscire dal suo nascondiglio, dietro le colline, le ombre si rifugiavano nei vicoli buii e lasciavano spazio alla luce dei raggi.

Ti sei alzata dal divano e, senza far alcun rumore, ti sei diretta verso l'uscita della casa. Stavi per abbassare la maniglia dorata della porta dal legno scuro, quando hai visto un bigliettino.

Era una lettera. Per te? Era caduta?

Hai provato a leggere il bigliettino di carta vecchia e stropiccicata, riuscendo a capire solo qualche parola.

Non leggevi da tanto tempo, ti sei praticamente scordata quasi tutte le lettere. Alcune le vedevi ballare, girare e cambiare posto sul foglio.

Nervosa per il tuo problema, hai messo il foglio in tasca e sei corsa fuori.

Market Square era più affollata che mai. Non era mai stata così prima d'allora, ma non ci avevi fatto caso.

Facevi avanti e indietro in un vicolo abbandonato e puzzolente, mangiavi una mela e pensavi a che cosa avresti fatto.

Saresti ritornata da loro? Loro avrebbero fatto la spia al capo della Blue Resistance? Ti avrebbero di nuovo accolto a braccia aperte?

Mille domande ti frullavano in quella testa. Il dolore della scorsa sera si stava alleggerendo, certo; ma non facendo la paranoica.

Hai tirato fuori il bigliettino. Provavi a leggerlo ad alta voce, a mente, facendo lo spelling, ma niente.

Cominciavi di nuovo a innervosirti. Hai dato un morso alla mela verde.

Avresti chiesto a Yuu di leggere la lettera? Ma poi scoprirebbe che la Blue Resistance ti vorrebbe con loro. E se ci fosse scritto qualcosa di segreto, tipo una strategia per attaccare la Red Army?

Non potevi, non dovevi. Assolutamente.

Dalla frustrazione, hai lanciato contro un bidone della spazzatura la mela morsa. Hai sbuffato e ti sei seduta per terra. Hai preso dei bei respiri profondi.

Hai sentito un verso strozzato provenire dal bidone. Ti sei spaventata. Dei rumori strani, insopportabili, di unghie che raschiano il metallo, come se qualcuno stesse cercando di arrampicarsi, ti fecero rizzare i peli.

Stavi per sganciare un urlo, quando hai visto la testa di un gatto uscire dal bidone. Hai poggiato una mano sul petto e hai fatto altri respiri profondi.

Il gatto, dal pelo griglio con strisce più scure, quasi nere, uscì completamente dal suo nascondiglio e ti si avvicinò, con camminata saltellante e la coda dritta.

Si strusciò sui tuoi jeans sporchi e bucati, e iniziò a farti delle affettuose fusa. Titubante, hai accarezzato il pelo folto del felino.

Una voce provenne dal bidone, dove prima era spuntato il gatto. Questa volta sì che hai lanciato un urlo. Uscì una mano, poi un'altra.

"Un'Ombra?" hai pensato, spalancano gli occhi (colore occhi).

Dal bidone spuntò un ragazzo, un po' impacciato, perché cadde a terra. Aveva gli occhietti piccoli, i capelli castani erano schiacciati alla testa.

Hai fatto una risatina.

Il ragazzo ti guardò storto, ma sorrise anche lui. Si pulí la camicietta azzurra e si allacciò gli ultimi bottoni.

Il gatto rizzò le orecchiette e guardò nella direzione del castano.

Quest'ultimo si sedette a terra e ti guardò accarezzare il gatto.

<<È dolce, prova ad accarezzarlo>> gli hai detto.

Lui spalancò gli occhietti, mentre il gatto ti guardò storto.

<<Tutto bene?>> hai chiesto. Il cuore cominciava a pompare più sangue.

Il ragazzo, con voce dolce ma confusa, domandò:<< Tu riesci a vedermi?>>

<< Perché scusa?>> hai chiesto ridendo.

<< Non sei mica morto>> hai detto ironicamente.

Il ragazzo è il gatto avevano la stessa espressione stranita. Sei rimasta in silenzio per un lungo tempo. Alla fine, il castano ti rispose:<< Grazie per il complimento ma... sicuramente non ci crederai...>>.

Lentamente, nel tuo cervello si accese una lampadina.

"Lui era..."

<<O mio Dio>> hai detto, andando in panico.

<<Questo dovrei dirlo io, dato che riesci a vedermi>> disse il ragazzo.

<<O mio Dio>> hai continuato.

Il ragazzo ti venne vicino e il gatto soffiò all'aria, come se non capisse dove si trovasse. Ti allungò una mano.

<<Piacere, Jon>>.

Sei rimasta immobile, non sapendo che dire.

<<...o mio Dio...>>.

<<Vuoi continuare così tutto il giorno?>> domandò ironicamente Jon.

<<Ora svengo...>> hai sussurrato, andando in iperventilazione.

<<Cosa? Nonono... non puoi svenire!>> disse il ragazzo, preoccupato.

<<Perchè riesco a vederti?>> hai domandato.

<<Perchè non mi dici come ti chiami?>>.

<<Non mi fido di te>>.

<<Perchè?>>.

<<La smetti di fare domande?>>.

Il ragazzo alzò le mani, come per resa. Lentamente, hai inspirato dal naso tutta l'aria che riuscivi a prendere, poi hai espirato dalla bocca.

Jon ti guardò paziente, mettendo le mani dentro le tasche dei pantaloni grigi. Solo dopo esserti calmata, gli hai visto il sangue secco sulla fronte e sulla camicia, con tanto di graffi e lividi sulle varie parti del corpo esposte.

<<Come hai fatto a morire?>> gli hai chiesto.

<<Perchè tu puoi farmi le domande e io non posso farle a te?>> ha ''risposto'', mettendo le braccia incrociate e il broncio.

<<Non mi sembra giusto...>> sussurrò poco dopo.

Ti sei messa una mano sulla fronte.

<<Che stupido...>> hai pensato ad alta voce. Sembrava un bambino.

<<Anche Eduardo lo diceva sempre...>> ha commentato il ragazzo, con un velo di malinconìa nella voce.

Hai provato pena per lui in quel momento, quel visino tanto dolce aveva un'espressione addolorata.

<<Mi...dispiace. Deve essere stato orribile.>>.

<<Già, me lo ricordo come se fosse ieri...>>. Jon aveva alzato le spalle e ci aveva nascosto il mento in mezzo.

Hai guardato il gatto, che si stava rotolando per terra e giocava con la sua coda.

<<Vuoi...raccontarmelo?>>.

DOPO THE END~Eddsworld xReader~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora