✨Dryades✨

196 11 128
                                    

-Stupido!! STUPIDO BAKUGOU AHHH QUANTO M-MI FA A-ARRABBIARE!!!! Non impicciarti di lì non impicciarti di là... Non posso dirti questo e nemmeno quello E VA BENE ALLORA! TIENITI PURE I TUOI SEGRETI!! MA TANTO PRIMA O POI SCOPRIRÓ COSA MI STATE NASCONDENDO TUTTI QUANTI. -

Gridò in tono liberatorio il piccolo Izuku che aveva affondato il capo verso l'aria gelida e frizzante che gli pizzicava il naso arrossandosi leggermente sulla punta. Gonfió le guance indispettito mentre correva con passo pesante così da essere sicuro di potersi sfogare da solo, mettendo in scena tutte le sue frustrazioni con borbottii rumorosi schiacciando le scricchiolanti foglie d'acero. Ciò che però lo tradiva era lo sguardo: rammaricato, turgido ed incerto. Non riusciva a tenerlo fermo neanche provandoci, troppo perso a vagare da un capo all'altro della sua visuale che ritraeva un'arida landa desolata contrassegnata ai bordi da morbidi e bianchi tronchi di betulla dalle fronde avvizzite e scheletriche, il suolo d'un compatto,alle volte fangoso, castano bruciato dalle fiamme dei beta rinnegati dal branco alla ricerca di prede fresche; d'improvviso lo sguardo cascó sul glaciale lenzuolo celestiale perfettamente limpido da ogni terra increspatura, alleviato unicamente dallo Zefiro dell'ovest col suo alito fastidioso: per un momento Izuku la percepí quella lieve fitta al petto. In cuor suo sapeva fin da quando aveva iniziato quell'accesa conversazione che, sebbene si fosse arrabbiato lui per primo,sarebbe bastato poco per cedere, sapeva che in fin dei conti se avesse provato anche solo lontanamente a soffermarsi sui suoi pensieri sarebbe crollato. Perciò preferiva crogilarsi in una vacua e finta rabbia per poter mascherare il dispiacere e il senso di delusione che dilagava sotto quell'espressione accigliata ed imbronciata.

-Haibokou smettila di seguirmi! Non sono un bambino che ha bisogno della balia... -

Masticó amaro accorgendosi quasi immediatamente della squamosa e serpentina figura del draghetto che cercava di sgusciare goffamente celandosi abilmente tra i rovi appuntiti delle more. Al sentirsi nominare Haibokou scattó sul posto e corse immediatamente verso Izuku aggredendolo. Così per dire insomma. Gli si buttó addosso gorgogliando con fare amorevole strofinando il musetto sulla sua guancia, lasciando di tanto in tanto qualche leccata affettuosa su tutto il viso imbronciato di Izuku. Questi dapprima piuttosto restio cercò di allontanare il suo "aggressore" parendo piuttosto infastidito

-B-basta Haibokou! Non ho voglia di giocare va... va via!! -

Ma il draghetto lo ignoró completamente, conosceva fin troppo bene Izuku per sapere quanto tirato fosse il suo sguardo e finte le sue parole impregnate di pesante acidità. Gli bastò poco infatti per fargli cambiare idea: i grugniti di rabbia ben presto si affievolirono lasciando posto a soffocate e limpide risate mosse dal solletico che pian piano stava sciogliendo quella fredda maschera.

E come aveva ampiamente previsto, allo scoccare dell'ultima risata, all'interrompersi di quel grossolano tripudio e sfogo di emozioni recondite, si fermò osservando i due occhi cremisi del drago che stavano a fissarlo dolcemente.

-Ti odio ***chan!-

Un fitto capogiro mosse dolorosamente alcuni nervi lasciati scoperti: in quelle due vivide fornaci l'aveva vista l'ombra di due ragazzini. Uno era nettamente più grande dell'altro a livello sia fisico che d'animo. Il più piccolo teneva le braccia strette al petto quasi tremante mentre indietreggiava vistosamente mentre l'altro teneva il braccio proteso verso di lui. Poi il buio: tutto venne offuscato da pesanti e soffocanti lacrime che presero possesso delle sue iridi spaventate e doloranti. La testa martellava rumorosamente riesumando quelle che erano parole, ricordi, pianti, ed una chioma color grano macchiata da vivido e denso sangue. Prima che le sue lacrime trascinassero via quelle ombre il suo occhio, attento ad ogni particolare da poter imprimere nella sua memoria, cadde sulla figura più grande, a terra, rannicchiata su se stessa affondando le ginocchia sullo spigoloso passaggio mentre stringeva le braccia sulle sue stesse spalle... come ad un perduto abbraccio strappato via con egoismo dalle sue subdole ed insensate parole.

𝕺𝖚𝖗 𝕰𝖙𝖊𝖗𝖓𝖎𝖙𝖞 ||𝙱𝚊𝚔𝚞𝚍𝚎𝚔𝚞 𝙸𝚃𝙰||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora