𝕮𝖍𝖆𝖕𝖙𝖊𝖗 25

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𝕾𝖊𝖗𝖎𝖊: 𝖀𝖓 𝖕𝖆𝖙𝖙𝖔 𝖕𝖊𝖗 𝖚𝖓𝖆 𝖛𝖊𝖓𝖉𝖊𝖙𝖙𝖆

𝕷𝖚𝖔𝖌𝖔: 𝕶𝖊𝖘𝖘𝖍𝖔 𝖑'𝖆𝖓𝖎𝖒𝖆𝖙𝖆 𝖋𝖔𝖗𝖊𝖘𝖙𝖆 𝖉𝖊𝖎 𝖈𝖗𝖎𝖘𝖙𝖆𝖑𝖑𝖎.

𝕻𝖆𝖗𝖙𝖊: 𝕯𝖊𝖈𝖎𝖒𝖆

𝕿𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔: 𝖄𝖔𝖚'𝖗𝖊 𝖘𝖒𝖊𝖑𝖑 𝖊𝖛𝖊𝖗𝖞𝖜𝖍𝖊𝖗𝖊

Ormai era fuori: all'orizzonte vedeva stagliarsi già la stravagante e disomogenea vegetazione tipica della valle fatata. Le tinte bluastre del cielo andavano a sfumare ed infoltire di viola i contorni di quel quadro notturno, arricchito dal gufare quatto delle nottole che sbucavano entro le loro tane nei grossi alberi in alessandrite. Tutto era perfetto. Il migliore addio che poteva concedersi.

Un tonfo brusco ed impacciato smosse le foglie di copertura andando a macchiare quella placida sera. Alle sue spalle il frastuono di passi e stravaganti rumori tentavano di distrarlo. Lo richiamavano accompagnati da quel dolce profumo nostalgico che gli ricordava tanto casa.
Bakugou lo ignorò volutamente muovendo a forza i piedi verso il limitare del Kessho, deciso più che mai a mettere un punto fermo a quel rincorrersi a vicenda.

Ma per quanto volesse essere ferreo nella sua decisione il tremendo luccichio che gli stava illuminando il timpano riuscì a plasmare e modificare quel solido punto in una dolce ed arcuata virgola.

Fu una voce che andò a spezzare quell'equilibrio di animi e respiri. Ed ascoltarla fu la firma alla sua condanna.

-T-ti prego! C-chiunque tu sia... a-a-aiutami! Non... no-n anf anf... riesco più di così potrei...-

Quella voce lo perseguitò ancora una volta muovendo qualcosa nel suo petto e nella sua testa, annebbiando così per poco il suo finto e discutibile obbiettivo. L'enfasi con cui lampeggiava l'orecchino che portava sul lobo destro gli ricordò qualcosa di talmente scontato che riuscì per qualche momento a farlo ricredere. I respiri ansimanti e quella mani che sporgeva da quel fosso furono la sua seconda possibilità, quella che gli era stata negata per due anni. Stringere, intrecciare, avvolgere a fatica quelle dita intorno alle sue fu il suggellare di un nuovo futuro in cui finalmente quei due fili del destino non sarebbero più stati recisi. Perché si sarebbero rialzati. Insieme.

-Ce la fai ad arrampicarti da qualche parte? Non posso sollevarti da solo.-

In quel silenzio ci furono mille piccole paure a zampettare sulla sua schiena mentre percepiva il calore di quelle dita farsi sempre più forte pronta ad avvicinarsi e finalmente ricongiungersi.

-S-si...-

-Allunga un altro po' il braccio!-

Non fu gridato: era un lamento disperato di chi aveva di nuovo provato a credere e sperare dopo cinque anni.
Tese la mano nella sua direzione finché non percepì quelle dita sfiorarlo e con grossa fatica poi afferrare la punta dei suoi polpastrelli. A quel contatto ebbe come una scossa che fece leva sulla sua delicata situazione emotiva. Bakugou sorrise sentendo come tutte quelle visioni ormai avessero finalmente preso corpo e solidità.
Tutto quello non era più solo uno scialbo sogno.

Ed il timore, la paura, il vacillare e sentire scivolare per un attimo di incertezza quella mano ora proprio che mancava poco per poter mettere fine a quella dannata maledizione. Quando lo sentì perdere di vigore, quasi come se stesse per scomparire per l'ennesima volta gettò un grido. Era disperazione quella che parlava o comune preoccupazione? Paura. Pura semplice e terrificante paura di doversi svegliare a forza ancora una volta e costatare che quello era il solito incubo. E Bakugou non voleva più sentire quel senso di vuoto, non proprio ora che sentiva finalmente il calore invadere il suo petto.

𝕺𝖚𝖗 𝕰𝖙𝖊𝖗𝖓𝖎𝖙𝖞 ||𝙱𝚊𝚔𝚞𝚍𝚎𝚔𝚞 𝙸𝚃𝙰||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora