||Capitolo 10||

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Driin. Driin.

Come ogni santa mattina, quell'odiosa sveglia suonava,e non ne voleva sapere di smettere. Dio santo. Cercai di spostarmi ma sentivo un peso. Mi girai e trovai Ashton. Aveva alcuni ricci che gli cadevano sulla fronte. Dormiva beatemente,con tutto ciò che la sveglia suonò. Era bellissimo. Presi ad accarezzarlo,e gli passai una mano fra i ricci. 

"Buongiorno" disse dolcemente. La sua voce era roca,ma sempre bella.

"Buongiorno Ash,potresti..um spostarti? Sai com'è,c'è scuola e dovrei preparmi" dissi sorridendogli e cercando di togliere il suo braccio da me. Lui rise di gusto. Mugugnò un no contrariato e mi attirò a se.

"Dai Ashton,per favore.." mi abbracciò fortissimo,io ricambiai e poi mi lasciò andare. Così,mentre io mi preparai tutto,lui ancora dormiva. 

Beato lui.

 

Mi lavai, e mi vestii con una semplice tuta grigia e una felpa nera dei Metallica. Legai i capelli in una disordinata cipolla. Misi un po' di mascara e scesi.

"Buogiorno má" dico entrando in cucina, trovandola seduta a far colazione. Avanzo verso lei lasciandole un bacio in guancia. Presi un croissant ed iniziai a divorarlo. Quella mattina avevo fame.

No cogliona, tu hai sempre fame. Sempre.

Ma vuoi stare zitta?!

Perché? È la verità, no?

Sto parlando da sola, è buffo, anzi strano. Se qualcuno dovrebbe leggere i miei pensieri, mi rinchiuderebbe in un manicomio.

"Giorno a tutti. Tessa, andiamo?" quella voce. Ashton era già sceso. Lo guardai meglio, era bellissimo, anche in tuta grigi... No aspetta. Wait wait wait. È vestito uguale a me! Spalanco la bocca, ma subito dopo la richiudo scoppiando a ridere. È la seconda volta che succede.

Gli vado incontro e lo abbraccio. Lui ricambia, ma dopo poco si stacca.

"Okay, ora andiamo,si è fatto tardi." mi guarda sorridendomi. Annuii, presi la borsa, salutai mia madre e Mark, e uscimmo da casa, incamminandoci in quella sotto specie di edificio chiamato scuola.

****************

A scuola, tutti gli sguardi furono su di noi. Oltre agli sguardi, ci furono anche commenti poco carini. E questa cosa mi dava sui nervi. Mancava solo l'ultima ora, ovvero letteratura. Avanzai tubitante verso la mia classe, ed entrai. La prof ancora non c'era, meglio così. Appena entrai, notai molte facce guardarmi. Inarcai un sopracciglio e appena notaronono, si girarono tutti. I banchi erano tutti occupati. Tranne uno, terza fila, accanto alla finestra. Il banco era occupato da un ragazzo. Non credo di averlo visto prima d'ora. Lo osservo meglio. Aveva la carnagione scura, occhi neri come la pece, ma dannatamente belli, e i suoi capelli erano scuri, spettinati e ribelli. Aveva dei lineamenti asiatici, ma non sembrava che lo fosse.

Mi avvicinai, vidi che era impegnato a leggere qualcosa. Tossi per attire l'attenzione. Si giró dalla mia parte. Mi guardò, e decisi di parlare.

"È occupato?" chiesi indicando il banco accanto al suo. Esso, scuote la testa sorridendomi. Ricambiai. Posai la mia borsa, e intanto etrassi il mio libro e lo misi sul banco. Decisi di dare una ripassata, non si sa mai. Quella vecchia mestruata dovesse interrogare.

"Comunque sono Calum, piacere" sorrise. Stavo per parlare ma entrò la prof, chiudendo la porta con tanta di quella forza che un lottatore di sumo gli fa un baffo. Ridacchiai tra me e me, alla mia affermazione. Sono simpatica, lo so.

No sei solo una cogliona che si crede simpatica, è diversa la cosa.

Ma smettila. Stai sempre a rompere i coglioni.

"Oggi interrogo" sbottó all'improvviso la prof mestruata. Che novità. Scelse i tre interrogati e per fortuna non chiamò ne me e ne il moro accanto a me.

"Comunque io sono Tessa" dissi sorridendogli e facendogli l'occhiolino. Lui rise.

"Quanti anni hai?" chiese lui.

"Tra poco ne faro diciassette, tu?"

"Diciassette compiuti" chiese sorridendo a trentadue denti. Il sorriso che aveva in viso gli sparí. "Se stai pensando che io sia asiatico, o che abbia origini di esse, ti sbagli" era teso, e tipo arrabbiato. Risi di gusto. Chissà quante persone glie lo avranno detto fino ad ora per fargli avere questa reazione?

"Tranquillo non l'ho pensato" dissi sorridendo. Lui mi sorrise.

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Ero nel mio letto, stesa a pancia in su, fissando il soffitto. Non vidi Ashton a fine lezione, così tornai a casa da sola. Appena entrai lo trovai già a casa, seduto sul divano. Mi vide e mi sorrise. Ricambiai e salii in camera, perciò ora, eccomi qua. Non avevo niente da fare, domani è sabato, e non c'è scuola. Decisi di chiamare Juliet. Presi il telefono, composi il numero. Feci partire la chiamata.

"Ehii Tessaa" disse. Sono felice di risentirla.

"Ehii, senti oggi hai da fare?"

"Sto bene grazie, tu?" Disse ridacchiando. "Comunque, si cara, mi dispiace" disse rattristandosi. Si sentiva anche tramite telefono che era dispiaciuta.

"Ah okay, volevo chiederti se ti andava una passeggiata. Sarà la prossima volta. Ora devo andare, ciao bella"

"Ciao tesoro, ci sentiamo domani" disse attaccandomi. Adoro quella ragazza. Quindi Juliet, era fuori. Potevo sentire Raynbow o Luke, ma non ho il loro numero. Accidenti. O pure ad Ashton, non sarebbe tanto male.

SPAZIO ME:
CIAO BELLE BABBANE
Come va?
Io son molto felice, sinceramente, non so nemmeno il motivo. Comunque come sempre, ringrazio tutte quelle che seguono la mia storia, vi ringrazio davvero tanto. Credo che farò anche il sequel, se questa avrà successo. 
Vi amo, ciao babbane.

Un bacio.

-Naty.

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