Capitolo 10

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Il 1989 fu un anno che ricordammo per vari motivi, sia storici che personali, visto che su entrambi i fronti sconvolse le nostre vite.
Sicuramente cominciò col botto: il 15 gennaio vennero celebrati a Praga i funerali di Jan Palach, un dissidente del regime comunista cecoslovacco, e furono arrestati diversi manifestanti, tra cui il poeta e drammaturgo Vaclav Havel; il 28 dello stesso mese venne ritrovato, nei pressi di Grosseto, il cadavere del politico Mario Biagioni del Movimento Socialista Italiano, che viaggiava sul treno Roma-Torino, dove vennero ritrovati la sua valigia e i documenti che essa conteneva.
Come al solito gli adulti si sperticarono in commenti di ogni genere, ovviamente convergendo nell'opinione comune che muoiono ammazzati perché non si facevano i cazzi loro.
Crescevamo con dei concetti di giusto e sbagliato sempre più confusi, e nemmeno ce ne importava più di tanto.

                                     ***

Due mesi dopo, il 13 marzo, l'invenzione del World Wide Web sancì l'introduzione di Internet nei computer e decretò un nuovo modo di concepire l'informazione: nessuna notizia sarebbe stata più isolata dalle altre, adesso facevano tutte parte di una rete che le collegava.
C'era chi, come noi bambini, la considerava l'invenzione del secolo, un'arma vincente che avrebbe portato il mondo verso la modernità che avevamo sempre immaginato guardando i film della saga di Star Wars, con le astronavi, i laser e gli ologrammi per comunicare da un luogo all'altro pur trovandosi lontani anni-luce.
C'era chi invece, come gli adulti, non ci capiva niente di tecnologia e non intendeva imparare ad utilizzarla, sbandierando la loro ignoranza come condizione irreversibile dalla quale non volevano elevarsi, e mascheravano questa loro immobilità con l'essere negati nei confronti del nuovo.
In quei giorni appresi anche una terza opinione, quella del signor Faria: avevo sentito mia madre maledire quella rete maledetta, mio padre asserire che erano tutte minchiate ed Emma entusiasmarsi affermando che si trattava del futuro e che quel futuro le avrebbe fatto fare un sacco di soldi, per cui volevo sentire cosa ne pensava lui, che consideravo più colto perfino della maestra Francesca.
<< Signor Ulisse, lei che cosa ne pensa di Internet? >> gli chiesi. Emma mi guardò, stupita di questa mia domanda diretta.
Faria, che stava levigando una cornice, posò la pialla e sospirò.
<< Non penso niente. Posso dire che non sono d'accordo, che in questa rete resteremo tutti impigliati perché ci ruberanno il pensiero, ma d'altra parte, chi sono io per oppormi? L'invenzione di questo Internet l'ha voluta gente importantissima, e io sono solo un falsario che non sa niente di queste cose. E adesso non parliamone più, altrimenti se intendete parlare del World Wide Web potete anche tornare giù >> rispose poi, mettendosi sulla difensiva verso la fine della frase, come faceva tutte le volte che un argomento non gli piaceva.
Non dissi più niente fino a quando non tornammo di sotto.
<< Secondo te il signor Faria si è scocciato così tanto? >> chiesi ad Emma mentre scendevamo le scale. Sentivo di essere stata impertinente, e avevo il bisogno disperato di un suo consiglio.
<< Oggi si scoccia perché Internet non lo conosce, ma domani sai quanto gli servirà? >> rispose lei.
<< Dici? >> le domandai.
<< Dico eccome. Anzi, secondo me questo Internet riuscirà a far comprare e vendere le cose senza che ci sia più bisogno dei negozi: tutti i negozianti come i nostri genitori dovranno mettere la loro merce su questa rete, compreso il signor Faria, perché altrimenti le sue opere rubate e contraffatte non se le cagherà più nessuno! >> replicò con decisione, prima di arrivare al suo pianerottolo, salutarmi e suonare alla porta.
Io scesi un'altra rampa e suonai a casa. Mi aprì mia madre.
<< Ah eccoti. Tra la scuola e il falsario non ti si vede mai dentro casa. Dai, che è pronta la cena. Se si fredda te la riscaldi da sola, che già sei servita e riverita >> mi accolse, col suo consueto carattere di merda. Mi chiesi mentalmente se avesse potuto mettere in vendita anche quello, insieme alle pizze, su Internet.

La ginestra e il girasole [Saga del Quartiere Anceschi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora