Solo Un Ragazzo

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Malfoy Manor

Narcissa trascorreva le sue giornate sola.

Passava il tempo a tentare di tenere a bada sua sorella Bellatrix. Con Lucius non parlava quasi più, se non quando lui aveva qualcosa da comunicarle.

Non sapeva dire quando le cose fossero diventate così. C'era stato un tempo in cui aveva amato quell'uomo, e lui aveva amato lei.

Ma adesso non lo riconosceva più. Non era quello l'uomo che aveva sposato e amato.

Lo aveva perdonato per i suoi errori. Non le importavano.
Ma non lo aveva mai perdonato per aver messo Draco in quella situazione, per averlo costretto ad entrare in uno mondo non suo, per averlo condannato ad una vita come la sua, se non peggiore.

Suo figlio non aveva avuto possibilità di scegliere chi voleva essere : suo padre aveva deciso per lui. Prendere o lasciare, adattarsi o morire.

Era stato forse lì che aveva capito di non amare quell'uomo, o meglio, di non amarlo più.

Lucius trascorreva le giornate chiuso nel suo studio. Che cosa facesse però non le era dato sapere.

Quel giorno uscì dal suo studio stringendo la mano ad un'uomo e salutandolo sorridendo.

Come faceva? Come faceva a pensare agli affari, alla politica, nelle condizioni in cui vivevano?

Se non fosse stato per Draco sarebbe scappata, sarebbe andata via, lontano. Ma non poteva abbandonarlo.
Spesso aveva pensato di prenderlo e scappare. Solo loro due, lei e suo figlio, l'unica ragione che aveva ancora per vivere. Ma che fine avrebbero potuto fare?

"Chi era?" chiese a suo marito quando l'uomo se ne era ormai andato.

" Il tuo futuro consuocero, Narcissa" disse frettolosamente, come se la domanda lo annoiasse.

Aveva osato. L'aveva fatto.

"Lucius, avevi detto che ne avremmo discusso insieme. Con nostro figlio.
Questo è davvero troppo" era stremata, disperata, distrutta da questo ennesimo colpo. Eppure parlava con la sua solita elegante e fredda raffinatezza.

"Tuo figlio ha 17 anni. Non può sposarsi ancora. Deve finire la scuola. E onestamente, davvero, vuoi che sposi una persona che non ama? Una persona che non ha scelto lui?"
Cercava di incrociare il suo sguardo, per vedere se era rimasto in lui, nel profondo, una minima traccia, una briciola, un residuo dell'uomo che aveva sposato. Quell'uomo a cui 17 anni fa era stata imposta un'altra donna, ma che era andato contro suo padre per lei.

Non la guardò neanche negli occhi, dirigendosi verso la libreria alla ricerca di qualcosa. Come se di quella conversazione non gli interessasse nulla.

"Draco non andrà ad Hogwarts l'anno prossimo, sposerà quella ragazza. Faranno un figlio ed i Malfoy avranno un erede. Quest'unione era già decisa dal momento in cui è nato" il suo sguardo continuava a scansionare i titoli sulle mensole.
"Se il signore Oscuro riuscirà a prendere le redini del Ministero vorrei che venisse ufficializzata sotto la sua giurisdizione, come segno della nostra lealtà. Per questo è stata anticipata. Draco lo farà. È il suo dovere nei confronti di suo padre e del nome della sua famiglia".

Queste parole furono una pugnalata nel petto della donna.
Quello non era suo marito. Non l'amava. Non amava suo figlio.
Chi aveva sposato?

Esplose come non aveva mai fatto.
"Il suo dovere nei confronti di suo padre? Ma come osi?
Ti rendi conto di cosa ha fatto tuo figlio per te? Per rimediare ai TUOI errori?"

Non avevano mai parlato di quello, loro due. Non avevano mai parlato di nulla, da quando Lord Voldemort era tornato.

Lucius si era avvicinato a lei, senza dire una parola: la colpì, dritto sul volto. La faccia della donna roteò, per il colpo inaspettato e per la delusione e la vergogna. Uscì dallo studio, chiudendosi la porta alla spalle.

Quando fu da sola si accasciò sul pavimento, scoppiando in lacrime. Un pianto disperato.
Le usciva sangue dalla guancia, l'anello di Lucius le aveva tagliato il viso.
Non se ne curò.
Non aveva tempo per pensare a sé stessa. Doveva salvare suo figlio, l'unica famiglia che aveva. L'unico al mondo che amava e avrebbe amato sempre.

Sapeva a chi rivolgersi. Sapeva che, c'era un' altra persona, lì in mezzo, che come lei e suo figlio non apparteneva a quel mondo.
Doveva organizzare un incontro. E al più presto.

Quando Severus ricevette il gufo di Narcissa si trovava ad Hogwarts.
Si diedero appuntamento in una casa che lui possedeva, in un quartiere babbano, dove spesso si incontrava con vari membri dell'ordine, lontano da occhi indiscreti. Un posto insospettabile per Lord Voltemort o i mangiamorte.
Narcissa non conosceva il suo segreto, ma era una donna intelligente e aveva intuito.
Era però altrettanto intelligente da non averne fatto menzione con nessuno. E Severus lo sapeva.
Tra loro vi era empatia. Una silenziosa empatia.

Piton sapeva che lei non lo avrebbe cercato se non fosse stato estremamente importante. Era una donna forte come poche.

Narcissa sbucò da dietro un vicolo buio, un mantello scuro la copriva interamente. Quando entrò nel salotto dell'appartamento segreto di Piton si tolse il cappuccio, scoprendosi il volto.

Fu allora che Piton vide il taglio sul suo viso, la ferita era ancora aperta. Il suo primo istinto fu di avvicinarsi, di guarirla, aveva infinite pozioni, per quello.
Ma lei sembrava non farci neanche caso.

"Severus. Non ti avrei cercato se non fosse stato estremamente importante. Draco ha bisogno del tuo aiuto"

-Draco- pensò Severus. Quella donna stava sanguinando, e sembrava non importarle nulla. Le importava solo di suo figlio.
Restava sempre stupito di fronte a questa forma di amore così profonda e viscerale.
Una donna preoccupata per il proprio figlio poteva essere la creatura più pericolosa del mondo.
Se poi quella donna era un'esperta delle arti oscure come Narcissa Malfoy - pensò- meglio non contraddirla.

"Sono al corrente della missione che il Signore Oscuro gli ha assegnato" replicò lui.

"È solo un ragazzo" disse lei. "Silente è il mago più potente del mondo della magia, Severus. Il Signore Oscuro in persona non è stato in grado di sconfiggerlo. Che speranze ha mio figlio?"

"Nessuna" disse Severus, freddamente. Ed era la verità.
"Ma, devo dire che Silente non è nelle migliori delle sue condizioni, ultimamente. È stato un anno difficile per lui. Non posso dirti niente più di questo Narcissa, sai già troppo"
Poi si avvicinò di più a lei, parlando con un tono più basso e meno formale, più intimo, familiare.

"Lo terrò d'occhio e lo proteggerò a costo della mia stessa vita. Hai la mia parola. Finché rimarrà all'interno di Hogwarts, Draco sarà al sicuro".

A quelle parole Narcissa riprese a respirare e finalmente si lasciò andare.

"Grazie, Severus" rispose con gli occhi lucidi. Un grazie non era abbastanza per esprimere la sua riconoscenza nei confronti di quell'uomo, ma lui lo aveva capito.

Non c'era bisogno di troppe parole, con lui.

"Non ringraziarmi Narcissa, ma, permetti di aiutarti" disse, tirando fuori una fiala da un cassetto.

Guarì la ferita sul volto della donna, prima che se ne andasse.

Non aveva bisogno di chiederle come se l'era procurata.

Nutriva per Lucius Malfoy meno stima di quanto ne avesse mai avuta per chiunque. Quell'uomo non si meritava nulla di ciò che aveva.
Draco non poteva vederlo per ciò che era, e per questo doveva essere protetto. Lui l'avrebbe fatto.

Ironia della sorte, sembrava che proteggere i figli degli altri fosse il suo destino.
E adesso ecco lì, a proteggere con l'affetto quasi di un padre due ragazzi che, con ogni probabilità, avrebbero finito per farsi la guerra tra loro.

Il principe mezzosangue: l'erede [Dramione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora