Desideri e Paure

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"Questo non sarà facile" affermò Ginny quando il biondo disse che il diadema poteva trovarsi nella stanza delle cose nascoste. 

Non sarebbe stata una passeggiata accedere al settimo piano, il quale ultimamente era costantemente presidiato. I Carrow erano ancora convinti che, in un modo o nell'altro, l'esercito di Silente si riunisse ancora lì. 

Avrebbero dovuto distrarli momenteaneamente, dopodichè Draco ed Harry, nascosti sotto il mantello dell'invisibiltà, sarebbero entrati nella stanza.

Il biondo non avrebbe voluto separarsi da Hermione, ma era l'unico modo possibile. Il mantello poteva ospitare solo due persone e la presenza di Potter era indispensabile per  riconoscere l' horcrux. 
Era un compito che avrebbero dovuto svolgere loro due.

Ginny e Blaise si offrirono di attuare un piano per distrarre i Carrow.
Non sapeva cosa fosse successo nei mesi in cui era stato al Manor circondato da mangiamorte, ma nemmeno i ragazzi che  erano rientrati ad Hogwarts sembravano  essersela passata bene.
Paciock, in particolare, era quello messo peggio, insieme a tanti altri grifondoro.

Persino Blaise aveva perso la sua solita energia. C'era qualcosa di diverso in lui. Era cambiato. Sembrava più maturo, addirittura responsabile.
Meno proiettato verso se stesso e più verso gli altri, cambiamento che non avrebbe mai pensato di vedere in lui. O almeno, non così rapidamente.

Avrebbe voluto parlare con il suo amico, chiedergli se lui aveva avuto notizie di Theodore.
Il rammarico per essere fuggito senza alcun preavviso, abbandonandolo alle grinfie dei mangiamorte, lo tormentava ogni volta che chiudeva gli occhi.

"Malfoy" lo chiamò Potter, stendendo il mantello e svanendo sotto di esso.
Salutò Hermione con un veloce bacio sulle labbra, gesto che suscitò sguardi di stupore ed un mormorio confuso tra tutti i ragazzi presenti nel nascondiglio.
-Già, sorpresa-  pensò. - Il mangiamorte cattivo e la bella mezzosangue, scriveteci pure un libro quando tutto questo sarà finito-.

Sotto lo sguardo torvo di Ron Weasley si strinse a Potter sotto il mantello, sentendosi immediatamente a disagio e sperando che il tragitto per il settimo piano fosse il più breve possibile.

Furono i venti minuti più lunghi della sua vita.
Doveva ammettere però che, per quanto potesse esser scomodo camminare in due, stretti, sotto il calore del pesante tessuto, l'oggetto era effettivamente spettacolare.
Nulla a che vedere con i mantelli dell'invisibiltà che comprava suo padre, sui quali vi era applicato un semplice incantesimo di disillusione che svaniva con il tempo.

Questo mantello rendeva veramente, totalmente e completamente invisibili.

"Potter" sussurrò sottovoce mentre camminavano solitariamente lungo il corridoio.
"Ora capisco come siete riusciti a farla franca in tutti questi anni, questo mantello è fenomenale".

Il ragazzo che è sopravvissuto trattenne un sorrisetto malizioso alle parole della sua ex-nemesi, tirando fuori dalla sua tasca la mappa del malandrino.
"Oh" disse continuando a camminare. "Questo non è niente".

Consultò per un momento la mappa, assicurandosi che la via fosse libera, dopodichè fece cenno al ragazzo dietro di lui di affrettarsi.
Raggiunsero il punto in cui si trovava la stanza. Il biondo passò tre volte avanti e indietro chiedendo esplicitamente la stessa stanza nella quale aveva trovato l'armadio, la stessa in cui lo strano diadema aveva casualmente attirato la sua attenzione.

La porta apparve ed i due ragazzi entrarono rapidamente, sperando che nessuno li avesse notati.

Si guardarono intorno spiazzati.

Il posto era molto più caotico e stracolmo di oggetti di come Draco lo ricordava. Era passato un anno da quando era stato lì l'ultima volta, ma il numero di cianfrusaglie era letteralmente duplicato.

Il principe mezzosangue: l'erede [Dramione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora