L'errore più grande delle persone astute è credere che tutti gli altri siano stupidi.
Questo era stato l'errore di Draco Malfoy, con lei.
Ad Hermione bastò un piccolo particolare per avere la prova che qualcosa lo turbasse profondamente: l'impugnatura stretta, troppo stretta, del coltello.
Aveva sempre osservato Malfoy a pozioni - perché rappresentava una minaccia al suo ruolo di prima della classe- e aveva sempre ammirato la sua delicatezza, la raffinatezza e l' eleganza di ogni suo movimento.
A tratti, sembrava uscito da un romanzo inglese di fine '800 - almeno finché non apriva bocca per insultarla, certo-.
Qualcosa turbava Draco Malfoy, e doveva essere qualcosa di serio: il suo volto era segnato da delle profonde occhiaie, da quanto non dormiva? Cosa poteva mai togliere il sonno ad uno come Draco Malfoy, a lui che aveva tutto?
La domanda che la tormentava era anche: cosa fare? Pensò alle opzioni che aveva: la cosa più logica sarebbe stata mettergli i bastoni tra le ruote.
Qualunque cosa avesse dovuto fare con il Felix Felicis non sarebbe stato qualcosa di buono, questo era chiaro.
E poi lui era il cattivo, giusto?
Rovinare la pozione, sabotarlo, fare in modo che non lo ottenesse. Sarebbe stata la cosa più logica. E lei era una persona logica.
Allora perché non ci riusciva?
Una parte di lei non voleva credere che lui fosse "cattivo".
In qualche modo percepiva la sua preoccupazione, la sentiva. Era reale.
Sentì quasi il bisogno di aiutarlo.Era determinata a scoprire la verità.
Malfoy era un abile bugiardo, e doveva anche essere particolarmente bravo a nascondere le sue emozioni se nessuno dei suoi amici si era accorto di cosa gli stava succedendo.
Doveva prenderlo di sorpresa.
Doveva essere diretta, non dargli il tempo di elaborare una scusa, o una bugia.E così lo colpì dritto in petto con la sua offerta, non appena furono rimasti da soli in aula.
Non appena finì di parlare vide l'espressione sul suo volto passare dalla confusione più totale alla consapevolezza di chi aveva perso le proprie difese.
Poi reagì in un modo che non si sarebbe mai aspettata: in una frazione di secondo si ritrovò spalle al muro.
Le labbra di Malfoy premute contro le sue.
Si sentì incendiare al suo tocco.
Draco non sapeva cosa gli fosse preso. Sentì che tutte le sue difese erano cadute, e ne fu felice. Quella maschera che si portava dietro da mesi era stata ridotta in mille pezzi. Non era una cosa buona, non avrebbe dovuto esserne felice. Eppure una parte di lui sentiva di potersi fidare di lei.
La sua pelle era così morbida. Il suo corpo esile aderiva perfettamente al suo.
La sentì irrigidirsi.
Si girò di scatto.Blaise era immobile dietro di loro, era appena entrato in aula.
"Ho dimenticato il libro... Ecco" disse, tenendolo in mano e guardando Draco con un sorriso malizioso.
Hermione si allontanò da Draco rapidamente, ma le sue guance erano rosse, i suoi capelli spettinati dalle mani di lui e le sue labbra portavano il segno di un morso recente.
Guardò Draco, prese il Felix Felicis e, a voce bassa aggiungse, infilandoselo in borsa:
"Non mi hai risposto".
E se ne andò.Blaise era ancora lì. Si girò ad osservare la Granger mentre usciva dall'aula, seguendola con lo sguardo finché non fu fuori dal suo campo visivo.
Poi si rivolse a Draco.
"Devi dirmi qualcosa?"
STAI LEGGENDO
Il principe mezzosangue: l'erede [Dramione]
Hayran Kurgu[Completa] Ricomincia un nuovo anno ad Hogwarts: il sesto anno. Ma per Draco Malfoy non sarà un anno come gli altri: in una sola estate le sue certezze sono state stravolte e iniziano a crollare una dopo l'altra. Un compito dal Signore Oscuro ed...