La Verità Viene A Galla

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Passò qualche giorno. Blaise si riprese.
Il suo respiro divenne regolare, la sua carnagione riprese colore, le sue ferite si rimarginarono senza lasciare nemmeno una cicatrice.

"È un miracolo" aveva esclamato madama Chips. Solo quattro persone conoscevano la verità: Ginny, Hermione, Draco e Theo. Non era un miracolo la rapida guarigione del giovane serpeverde, era stata fortuna. Liquida, per essere precisi.

"Fortuna" sospirò Draco, lanciando un sasso lungo la superficie del lago e poggiando la propria schiena contro il tronco di un albero. Lo stesso albero dove, qualche giorno prima, aveva avuto l'ulteriore prova dei suoi sentimenti per Hermione.

Era felice che il suo amico stesse meglio, ma non poteva tuttavia dire di sentirsi bene.
Da quando aveva discusso con Piton aveva capito che il momento che aveva sempre temuto e rimandato era arrivato.

Avrebbe dovuto dare ai mangiamorte, a Voldemort, ciò che aveva promesso. Ma prima aveva deciso che avrebbe raccontato ad Hermione tutta la verità. Le avrebbe detto ogni cosa, voleva farlo. Le avrebbe parlato quel pomeriggio, durante il loro solito appuntamento. Se poi lei avesse deciso di non volerlo più vedere avrebbe capito e, seppur con grande dolore, l'avrebbe lasciata andare.

Non la meritava, lo sapeva bene. Ma rispetto a quando era iniziato tutto, qualcosa in lui era cambiato, in modo graduale, inconscio, aveva smesso di mettere al primo piano se stesso. Aveva gradualmente ridimensionato il proprio ego.

Hermione uscì dalla biblioteca nuovamente frustrata, dopo l'ennesima giornata di unitili ricerche. Nonostante fosse riuscita ad addentrarsi tra i libri del reparto proibito, nessuno dei numerosi tomi presenti conteneva informazioni riguardanti gli Horcrux. Ciò significava che si trattava di qualcosa ben più oscuro di quanto la sua fervida immaginazione riuscisse a concepire.

Improvvisamente un'idea le balenò in mente. -Ma certo- disse a se stessa. Dal momento che Silente era sparito senza lasciare ad Harry alcun indizio, se c'era una persona in quella scuola che conosceva a fondo le arti oscure, quello non poteva essere altri che Piton.

Se fosse riuscita ad entrare nel suo studio, a sbirciare rapidamente nella sua libreria, era certa che avrebbe trovato qualcosa. Imprecò, uscendo dalla biblioteca a passi veloci, mentre il suo cervello si metteva in moto per elaborare un piano.

Aveva ancora un po' di tempo libero prima della lezione successiva perciò decise di uscire all'aperto, facendo una passeggiata lungo la riva del lago nero.

L'aria fuori era fredda, all'aperto non vi era nessuno. Si rilassò, camminando lentamente: passeggiare la aiutava a pensare.

Riconobbe un familiare alone argenteo. Draco sedeva dietro il tronco di un albero, da solo. Si guardò velocemente intorno: non c'era nessuno, decise di avvicinarsi.

"Ehi" pronunciò alle sue spalle, sistemandosi accanto a lui con la schiena contro tronco dell'albero. "Cosa fai qui?" chiese curiosa.

Lui si perse per un momento in quegli enormi occhi marroni puntati contro i suoi. "Signorina Granger, potrei farle la stessa domanda" rispose sorridendo e mettendo un braccio intorno alla sua vita, stringendola a se.

Hermione restò momentaneamente colpita da quel gesto. Sebbene non ci fosse nessuno intorno, erano pur sempre all'aperto: chiunque sarebbe potuto spuntare da un momento all'altro e vederli. Lui non sembrava preoccuparsene, dunque decise di lasciarsi andare al suo abbraccio e di rilassarsi completamente tra le sue braccia.

"Come sta Blaise?" chiese di nuovo la grifondoro dopo aver appoggiato la testa sulla sua spalla.

"Meglio..." sospirò. "Presto lo dimetteranno".

Il principe mezzosangue: l'erede [Dramione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora