Desired lips||3°

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Luke's POV

*Driiiiiiiin*

La sveglia suonò, ma io la ignorai, e tornai a dormire. Uffa, stavo facendo un sogno così bello! Non ricordavo precisamente tutti i dettagli, ma c'ero io su un palco, circondato da un pubblico che urlava il mio nome.. poi il sogno di era fatto strano: era comparso dal nulla un pinguino e si era messo a ballare. Ed era stato a quel punto che mi ero svegliato.

Neppure il tentativo di ignorare la sveglia funzionò: mia madre, che, essendo insegnante di matematica proprio nella mia scuola, si svegliava al mio stesso orario, venne a svegliarmi.

-Luke Robert Hemmings, svegliati subito! O finirai per arrivare in ritardo già il secondo giorno!-

A malincuore mi alzai e andai in cucina, e mi abbuffai più che potei.

Quella mattina la casa mi sembrò più vuota che mai: mi mancavano le risate e gli schiamazzi dei miei fratelli, Ben e Jack.

Da quando si erano entrambi trasferiti, avevo iniziato a ricordare con nostalgia perfino i litigi su chi dovesse usare il bagno per primo o su chi debba rispondere al citofono, perché, ogni volta, nessuno voleva sospendere ciò che stava facendo per rispondere: così, dato che i fratelli trovavano sempre una scusa, toccava sempre a me, il piccolo di casa.

Mentre mi stiracchiavo notai la cartolina che Calum mi aveva inviato quest'estate dal mar Rosso, in Egitto; e questa mi portò nostalgia d'estate, di sole e di mare.

"Meglio non pensarci" decisi.

La scuola era iniziata da solo un giorno ed io già non ne potevo più: non era per i troppi compiti o troppo da studiare, perché ero abbastanza bravo in tutte le materie (soprattutto in scienze e matematica). Il mio odio alla scuola era dovuto al fatto che avrei preferito mille volte spendere quel tempo a suonare la mia chitarra, piuttosto che ad ascoltare qualche insegnante noioso.

Dopo aver indossato un paio di skinny jeans neri e una maglietta dei nirvana, mi incamminai verso scuola. Durante il tragitto incontrai Mike e Cal, e iniziai con loro una discussione.

Ultimamente avevamo iniziato infatti a trovarci nel garage di Michael per fare musica insieme: Cal suonava il basso, Mike ed io la chitarra. Il cantante di questa "band" ero io, anche se gli altri due formavano spesso dei cori stonati, che suscitavano sempre le mie risate.

Solitamente facevamo le cover di artisti famosi: Katy Perry era la più gettonata, anche perché Calum aveva una cotta segreta per lei.

Suonare con i ragazzi mi piaceva molto, ma, quando potevo, suonavo e cantavo anche per conto mio: l'artista che più preferivo era Ed Sheeran, le sue canzoni mi trasmettevano emozioni intense, anche dopo averle ascoltate più e più volte.

Chiacchierando, arrivammo a scuola con qualche minuto di ritardo, ed entrammo in classe a lezione già iniziata. Mi sedetti nell'unico posto rimasto libero vicino a Cal.

La lezione si rivelò, senza troppa sorpresa, noiosissima: il professore si limitò a leggere il libro di testo, e questo mi risparmiò di prendere appunti.

Iniziai quindi a osservare i miei compagni con attenzione: alcuni già li conoscevo da anni, altri li avevo incrociati qualche volta in precedenza nei corridoi, mentre altri ancora erano nuovi.

Osservai per un po' Lucy, una mia amica fin dall'asilo, nonostante durante l'estate ci fossimo un po' allontanati a causa delle nostre diverse compagnie.

La osservai mentre prendeva diligentemente gli appunti, e, al vederla, ripensai al giorno prima, quando l'avevo vista in compagnia di un'altra ragazza, che non avevo mai incontrato prima.

Per qualche istante avevo posato lo sguardo su di lei, e lei su di me, prima di perderla di vista. Da quel momento il pensiero di lei mi stava tormentando: la vista delle sue labbra rosee mi avevano fatto venire voglia di baciarle dolcemente e mordicchiarle, avevo desiderato anche passarle una mano tra i capelli ricci per sentirne la morbidezza.

Avevo capito subito che non era il tipo di ragazza con una bellezza sfacciata e volgare, al contrario la sua bellezza era nascosta e stava tutta nei dettagli: gli occhi limpidi, le linee dolci del viso, e il modo in cui sistemava ciocche di capelli dietro l'orecchio.

Per tutto il giorno avevo pensato incessantemente a lei, e questo, lo devo ammettere, mi aveva parecchio turbato. Infatti già avevo una ragazza, che tutti i ragazzi a scuola mi invidiavano: Aleisha.

E proprio quel pomeriggio mi sarei dovuto incontrare con lei.

Uscito da scuola, la vidi nuovamente. Ancora con Lucy e alcuni ragazzi, stava ridendo spensierata. Istintivamente sorridi, salvo poi provare una fitta di gelosia allo stomaco, quando vidi uno dei ragazzi che era lì con lei, giocare con i suoi ricci.

Ma non feci in tempo a vedere la sua reazione, che Cal e Mike arrivarono alle mie spalle e, assorto com'ero, mi fecero prendere un colpo.

Ridendo e scherzando, i miei amici mi distrassero dai miei pensieri, e giunsi a casa in poco tempo. Cal e Mike si fermarono a pranzo da me, e il pomeriggio facemmo i compiti insieme. Anzi, più che fare i compiti, suonammo un pochino, e poi guardammo qualche episodio di "How I met your mother", il mio telefilm preferito.

La sera, dopo cena, avevo un'appuntamento con la mia ragazza. L'appuntamento era alle 20 in pacca, ma persi di vista l'orario e arrivai con un quarto d'ora in ritardo. Aleisha non fu molto felice quando mi presentai indecentemente in ritardo, dato che solitamente ero molto puntuale. Nonostante questo, decidemmo di fare una lunga passeggiata, visto che l'estate era finita da poco, e quindi il clima era ancora mite.

Fu una strana serata, una tra le peggiori, a dir la verità: ogni volta che guardavo Aleisha, mi veniva in mente l'amica di Lucy.

Anche Aleisha si accorse che qualcosa non andava, tanto che a fine serata mi parlò.

-Luke, amore, che hai? È tutta sera che sei strano! Prima sei arrivato in ritardo, ed ora questo: ti sento freddo e distante. È successo qualcosa che io non so?-

-Aly, non preoccuparti, sono solo stanco...- le risposi. Ma non finii la frase che lei partì all'attacco, come faceva sempre.

Era una ragazza ambiziosa e testarda, che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. E, nonostante le volessi molto bene, questa sua particolare sfumatura del carattere un po mi dispiaceva: io desideravo una ragazza timida, magari anche un po' indifesa, che avesse davvero bisogno di me.

-Luke, non rifilarmi sempre le solite scuse: oggi sei stanco, ieri eri preoccupato per Calum... non sono stupida, ti stai allontanando da me. Io... non ne posso più! È da molto che fai così ormai. Non possiamo andare avanti così: forse hai bisogno di un po di tempo...-.

-No, non dire così, siamo solo stanchi, domani ne riparleremo.-

L'accompagnai fin sotto casa, e qui ci salutammo tristemente.

Giunto a casa, andai subito a dormire, con ancora in mente le parole di Aleisha.

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#spazio autrice

Hey lettori / lettrici!

Ecco qui il 3° capitolo, spero davvero che vi piaccia (e in quel caso sarei davvero felice se votaste/commentaste★)

Ci vediamo al prossimo capitolo,

Baci & abbracci,

Lucasgirl♡

Never doubt || HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora