Let him go||14°

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Sophie's POV

C'era un vento piacevole quel giorno ed io ero sulla veranda a godermi gli ultimi raggi di sole, aspettando Lucy, che sarebbe passata a prendermi in un'ora con la sua macchina nuova fiammante.

In quel preciso istante ero senza pensieri, abbandonata nelle dolci note che si diffondevano dal mio cellulare. Ascoltare Ed Sheeran mi rilassava sempre, ma, come quel giorno, mi faceva salire un po' di malinconia.

Mi sentivo triste: ultimamente ero sempre così presa, così impegnata tra scuola e amici, che non avevo mai davvero avuto un momento per me stessa. Ormai passavamo tutta la giornata fuori, spesso a casa di Lucy o con Luke in giro, ma mai sola con i miei pensieri. E questo era un bene, perché questo m'impediva di abbandonami allo sconforto: tanto ero felice con Luke e i miei amici, quanto la mancanza di Jeremy mi pesava quando mi trovavo da sola. Tutta questa felicità che provavo non mi sembrava affatto giusta nei suoi confronti! Mi sentivo ancora legata visceralmente a lui e questo mi stava distruggendo psicologicamente: il ricordo del suo ultimo giorno era ancora impresso a fuoco nella mia mente, affogato in un mix di sensi di colpa e rabbia, perché sapevo che non l'avrei più riabbracciato e non avrei mai potuto rimediare ai miei errori.

In quel preciso istante mi accorsi della presenza di mia madre sull'uscio della porta, appoggiata allo stipite e intenda ad osservarmi a braccia conserte già da alcuni istanti. Mi voltai e le sorrisi senza gioia e lei, sempre senza parlare, prese una sedia e si sedette di fianco a me, ammirando il panorama.

-Sai, Soph, penso sia giunto il momento-.

Rimasi in silenzio, senza capire con esattezza cosa intendesse con quella frase.

-Intendo, è passato già troppo tempo e non puoi continuare così. Dicono che gli occhi siano lo specchio dell'anima, e i tuoi lo sono, in effetti. Ultimamente vedo che c'è qualcosa che ti tormenta e tu non sei felice, ed io ti voglio troppo bene per guardarti senza fare nulla. ....Lui ti manca, vero?-

Annuii e lei riprese a parlare.

-So quanto è dura perdere qualcuno che si ama. Credimi, lo so. Scommetto che sentirai la sua presenza ovunque, ogni profumo ti ricorderà il suo e non potrai fare altro che ripensare con tristezza e nostalgia a quando eravate ancora insieme. Ricordarlo e onorare la sua memoria, però, non dovrebbe impedirti di vivere la tua vita. Lui si è sacrificato per te in modo estremo, ha anteposto la tua felicità alla sua, e, scommetto che non avrebbe voluto che rovinassi la tua vita così. Ad un certo punto dovrai tornare a vivere davvero, a lasciare che qualcun'altro abbatta i muri che ti sei costruita attorno.-

Mia madre si fermò ad osservarmi per un attimo, lasciando aleggiare tra di noi un silenzio carico di parole non dette. Inclinò la testa e mi parlò nuovamente, questa volta con maggiore dolcezza.

-Sai, penso che tu abbia già incontrato questo qualcuno. Quel ragazzo.. come si chiama? Duke?-

Le mie guancie si colorirono di rosso: era l'ultima cosa che mi aspeettavo dicesse. Sorpresa, ribattei piccata.

-Luke, mamma!

-Centra eccome! So che lo vuoi negare a tutti, compresa te stessa, ma io credo che lui ti piaccia.-

-Ma dai! Siamo solo amici, nulla di più!-

-Forse, ma io non credo. Avresti dovuto vederti non appena l'ho nominato, sei subito arrossita e ti si sono dilatate le pupille, tanto da arrivare quasi a nascondere l'iride. Fai tu poi!-

Ehhhff... vivere con una psicologa per madre era assurdo: capiva ciò che mi stava succedendo ancora prima che ci arrivassi io. Che avesse ragione anche questa volta? ...Ma no!

-Ti giuro che non è così! Davvero!-

-Vedremo! Io dico che sarei solo felice per te. Divertiti con Lucy-.

Con la sua solita aria da so-tutto-io, mi schioccò un sonoro bacio sulla fronte e se ne andrò, avendo visto la mia amica arrivare.

Assillata da dubbi e da mille pensieri, mi persi per un attimo, e, quando Lucy mi ricordò la sua presenza schiacciando il clacson con energia, mi avviai verso di lei.

Lucy era 9 mesi e mezzo più grande di me, e, quindi, aveva già la patente e la macchina. Questo ci evitava spesso di spostarci a piedi e mi faceva desiderare di arrivare al giorno del mio compleanno il più presto possibile.

Salii sulla macchina e partimmo subito, mentre ancora pensavo e ripensavo alle parole di mia madre. Ci furono al massimo una decina di minuti di silenzio, senza che nessuna delle due parlasse. Dopodiché Lucy interruppe i miei pensieri:

-Allora domani ci sei? Perché i ragazzi hanno il concorso!-

Ah già, il concorso! Come scordarsene? Luke era agitatissimo e me ne parlava da settimane: non vedevo l'ora di sentirlo suonare!

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Ciao a tutti, lettori/lettrici♥

Scusate il vergognoso ritardo, è quasi un mese che non aggiorno le mie storie! Tutta colpa della scuola che non mi lascia nemmeno un attimo di tempo libero. Ma prometto che aggiornerò più spesso!

Vi è piaciuto l'ultimo capitolo?

Stellate★ e commentate se vi è piaciuto!

Nel prossimo ci sarà il famoso concorso dei 5 seconds of summer.

A presto,

Lucasgirl♥

Never doubt || HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora