Bea l'esibizionista

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La prima reazione di Bea, dettata dall'istinto, fu quella di raggomitolarsi dietro le proprie ginocchia, ma infine pensò quanto fosse stupido celare la propria nudità al ragazzo con il quale poche ore prima aveva ceduto la propria virtù. Fabio stava in piedi di fronte a lei con un'espressione a metà fra lo sconvolto e il divertito.

"Ti ho cercata ovunque" le disse premuroso porgendole il cappotto che lei, prontamente, indossò. 

"Alessia mi ha spogliata e chiusa fuori casa. Mi ero nascosta..."

"Ora sono arrivati dei loro amici. Li ho incrociati mentre venivo a cercarti. Ora siamo chiusi fuori entrambi."

"Almeno tu sei vestito." Il cappotto di Fabio la copriva dal collo alle ginocchia, ma era comunque consapevole che sotto di quello non aveva nulla.

"Vieni, prendiamo la mia macchina."

"E dove andiamo?"

"Non lo so. Potremmo andare da me..."

"Dividi la camera con tuo fratello minore. E io non ho i vestiti."

"Allora non lo so. Leviamoci di qui intanto."

La macchina di Fabio partì così, senza una meta precisa. Per venti minuti abbondanti, guidatore e passeggero, rimasero in silenzio, occhi sulla strada. Bea si voltò verso di lui e gli sorrise. Si slacciò il cappotto e lo aprì il più possibile.

"Che fai?" Chiese lui.

"Nulla" rispose con un sorriso malizioso. Cominciò ad accarezzarsi il basso ventre. Notò un rigonfiamento fra le gambe di lui.

"Ti piace?"

Silenzio.

"Scommetto di sì." Si tolse il cappotto e lo gettò sul sedile posteriore. 

"Guarda la strada. Sono solo completamente nuda."

Al rosso di un semaforo Fabio si girò a guardarla: lei si stava masturbando.

"È verde." Disse lei fra un gemito e l'altro.

Lui sentì i pantaloni che venivano slacciati, la mano di lei rovistare fra le mutante in cerca del pene. Con la presa bel salda, la sua mano cominciò su e giù, giù e su.

"Ti piace?"

"Oh... sì..."

Quando si fermò per un altro semaforo rosso Bea affondò la testa fra le sue gambe. Fino a poche ore prima era ancora una ragazza timida e impacciata, ora eccola lì, a fare un pompino in macchina, senza vestiti, con il rischio di essere beccata. Il semaforo divenne verde, poi giallo, poi rosso, nuovamente verde, ancora giallo e infine rosso di nuovo. Il getto di liquido caldo e salato le colpì il palato. Si rialzò e lo fissò dritto negli occhi. Deglutì.

"Cosa aspetti? È verde."

Proseguirono ancora per alcuni minuti, finché non passarono davanti ad un fast food.

Bea interruppe il silenzio "Che ne dici di mangiare qualcosa? Ho una fame..." 

"Buona idea. Facciamo il drive."

"No" disse lei indossando il suo cappotto "entriamo ad ordinare. Mi è venuta una certa ideuzza."

La lunga notte di Bea [COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora