Ora farai la brava!

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Alessia uscì dal bagno con indosso solo un asciugamano bianco. I lunghi capelli neri, ancora umidi, cadevano sciolti sulle spalle nude. Una bella doccia era stata la degna conclusione di una serata pazzesca: aveva umiliato la sorellina perfettina, si era ubriacata, aveva fumato e aveva trascorso una bella oretta in camera sua con un amico. Ora si sarebbe infilata il pigiama e avrebbe raggiunto le altre in taverna...

Chiusa!

La porta della sua stanza era chiusa a chiave. Alessia imprecò, bussò, imprecò nuovamente e poi, convintasi che in camera sua non ci fosse nessuno, scese le scale, scalza.

"Come siete divertenti!" gridò ormai a metà scala "datemi le chiavi di camera mia, così mi vesto".

Ai piedi della scala si bloccò. "E tu come sei entrato?" chiese stizzita a Fabio. Prima che il ragazzo potesse rispondere Bea spuntò da dietro e le sfilò l'asciugamano. Alessia cacciò un urlo e si buttò seduta per terra, con una mano fra le cosce e un braccio attorno al seno.

"Sei rientrata. E hai trovato qualcosa da metterti" disse deridendola "Ora perché non fai la brava e mi dai le chiavi di camera mia prima che mi incazzi sul serio?"

Bea le sorrise diabolicamente e, con un calcio, la atterrò. Prima che Alessia potesse protestare la sorella minore le fu sopra  e le allacciò il collare comprato nel sexy shop.

"Cosa cazzo fai? Levamelo sub..." non finì la frase. Bea diede uno strattone al guinzaglio e Alessia scivolò nuovamente per terra.

"Ti do semplicemente quello che ti meriti: sei una cagna, e i cani non hanno vestiti, solo collari"

"Adesso mi tolgo questo coso e vedi. Ti strappo i vestiti e i capelli, poi ti ributto fuori nuda e pelata e..."

Bea la tirò a sé, sulle ginocchia, e cominciò a frustarla sul sedere con il guinzaglio.

"Mi hai spogliata. Mi hai sbattuta fuori. Mi hai umiliata. Ricattata. Sono 18 anni che sopporto i tuoi soprusi. Ora pagherai tutto." Prese a frustarla più forte. Sempre più forte. Alessia urlava di dolore.

"Sara! Julia! Aiuto!!!" ma le amiche non risposero.

"Le tue amiche non ci sono. Le ho cacciate via. Ma prima le ho fatte spogliare".

"Cosa???"

"Sì. Le ho spogliate completamente e le ho sbattute fuori di casa. Ora staranno cercando di tornare a casa nude dalla testa ai piedi." Omise il fatto che stavano viaggiando in macchina, anche se nude. Voleva che la sorella si spaventasse il più possibile.

"Sei pazza".

"Sì. E i pazzi vanno assecondati. O vuoi subire la stessa sorte? La stessa sorte che avevi riservato a me? Sappi una cosa però: io avevo Fabio ad aiutarmi; Sara e Julia contano una sull'altra. Tu saresti sola. Sola e nuda. Quindi cosa devo fare di te? Buttarti fuori?"

Alessia scosse la testa.

"Bene. Farai la brava?"

Alessia annuì.

"Sarai una brava cagnolina?"

Annuì nuovamente.

"Fammi vedere. Cammina a quattro zampe. Ottimo. Ora abbaia!"

"Cosa?"

Come risposta Bea la frustò sul sedere.

"I cani non parlano, abbaiano. Abbaiano, camminano a quattro zampe e non hanno vestiti. Abbaia."

Alessia abbaiò.

"Come cane fai proprio pena. Ok, allora non sarai un cane. Fino a domenica sera, quando mamma e papà non torneranno, sarai la mia schiava. Farai tutto quello che ti dirò, capito?"

"Sì".

"Brava, penso che ci intenderemo benissimo per questi due giorni. Ah, ovviamente ti tieni il collare e dovrai stare nuda tutto il tempo. Qualcosa in contrario?"

"No" disse Alessia, quasi piangendo.

"Perfetto. Inginocchiati, qui davanti a me".

Alessia obbedì.

"Chi è la migliore?"

"T-tu"

"Perché?"

"Perché sei la padrona e io la schiava."

"E da cosa lo si capisce?"

"Dal fatto che tu stai in piedi e io in ginocchio. Tu hai i vestiti mentre io devo rimanere tutta nuda e con il collare."

"Ma allora sei intelligente! Brava la mia sister." La fece alzare e la guidò verso una colonna di finto marmo che abbelliva l'ingresso della taverna. Vi legò il guinzaglio e la fece accucciare in terra.

"Bene, stanotte dormirai qui. Niente vestiti, niente coperte. Le schiave non le meritano. Ora, scusaci" le disse prendendo Fabio per mano "vorremmo dormire un po' noi. O forse no, chi lo sa. Tu riposa, domani avrai molto lavoro da sbrigare. Buonanotte, schiava."

Alessia guardò Bea e Fabio allontanarsi, poi guardò il proprio corpo nudo e si pentì di aver fatto quel tremendo sgarbo alla sorella. Ormai era troppo tardi, sarebbe stato un weekend impegnativo. Avrebbe dovuto servire la sorella tutto il weekend, e avrebbe dovuto farlo nuda.

La lunga notte di Bea [COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora