... se ne andò a chiudere la porta evitando d'essere beccati in fragranza, facendomi presagire che da lì a poco, avremmo goduto come mai.
Ritornò e si riinginicchiò. Avevo aperto la zip dei jeans e intanto Stephen me li sfilò di dosso scoprendo le mie grosse chiappe che iniziò a mordicchiare con dei leggeri baci.
Passarono un paio di minuti e De Levis si tolse la camicia e i pantaloni, rimanendo completamente nudo. E così feci anch'io.
Contemporaneamente ci lanciavamo degli sguardi. C'era intesa tra me e Stephan.
Ovviamente lasciai perdere i miei pensieri del tipo: Ma non era etero? L'aveva già fatto prima? Gli piaccio veramente?
Dopo esserci spogliati si riavvicinò al mio culo e afferrò le chiappe una con una mano, l'altra con l'altra mano facendosi spazio.
Mi solleticò l'ano con la punta della lingua e ogni tanto gli dava degli sputi per allargarmelo.
Sentivo il piacere della sua bocca attraversare tutto il mio corpo e trattenersi dall'esalare quelli che sembravano quasi urla (ovviamente di piacere) era impossibile.
Ogni tanto usciva dalla zona anale per sbaciucchiarmi le grosse natiche, facendomi sentire amato.
Le chiacchiere stavano a zero, nel vero e senso della parola. Volevamo goderci quei momenti.
S'erano fatti dieci minuti e Stephen ancora continuava a limonare col mio ano. Inutile spiegare la piacenza di quella sensazione.
Mi schiaffeggiò il sedere facendomi segno di mettermi sulla cattedra, sempre con quel mezzo sorrisetto che a momenti non mi fece innamorare di lui.
Non me lo feci ripetere e eseguìi. Mi "arrampicai" fino ad arrivare alla cattedra con il mio culo verso di lui.
De Levis riprese immediatamente a sbaciucchiarmelo con la sua soffice.
Dopo avermi preparato dolcemente alla penetrazione si alzò e fece per mettere il suo gran cazzo dentro di me.
"Toc-Toc" Merda, proprio adesso...
Aspettavamo finché non avesse perse le speranze e finìi di bussare, ma così non fu.Ancora nudi, io presi la mia roba e mi nascosi sotto la cattedra; Stephan mise fulmineamente i vestiti in modo un po' trasandato.
Poi si apprese ad aprire la porta, e chi era? Era la bidella che a fine scuola doveva pulire la classe.
"Professore, come mai ha chiuso la porta?" Chiese la bidella a De Levis; Egli gli rispose con tono seccato:
"Avevo deciso di rimanere qua ancora un oretta dopo scuola per correggere gli ultimi compiti, ma ora me ne vado, stia tranquilla"
La bidella annuì e Stephen raccolse la sua borsa e se ne uscì dalla scuola. Prima di prendere la borsa mi sussurrò amorevolmente guardandomi con gli occhi a cuore: "Dan, stai qua finché non finisce di pulire e poi esci, capito?"
Non potetti fare a meno, la bidella era ancora lì. Non aveva sentito nulla, perfortuna.
Mi sentivo tipo "spia" e non nascondo che l'ansia era a mille. Il cuore mi batteva forte. Intanto la bidella iniziò a pulire; passarono circa una decina di minuti.
I dieci minuti più lunghi della mia vita.
Sì apprese a pulire la lavagna e riuscivo a vederla. Stavo sperando il meglio ma mi aspettavo il peggio.
Finalmente se ne uscì dall'aula, lasciando la porta socchiusa. Provavo una forte adrenalina.Mi rimisi gli ultimi vestiti e uscìi dalla scuola. Ovviamente il bus l'avevo perso, ero un'ora e mezza in ritardo e vedevo migliaia di chiamate perse da parte di mia madre che, non vedendomi tornare a casa, immaginava la catastrofe.
La richiamai e le dissi che avevo avuto ripetizione di Chimica siccome non ero messo bene.
Mia madre ci cascò e si offrì per portarmi a casa; Rifiutai per evitare ulteriori domande che mi avrebbero messo in crisi.
Mi dovevo trovare un modo per tornare a casa.
Un taxi? Non avevo abbastanza soldi; Potevo chiamare David che passava di lì perché poco dopo avremmo avuto allenamento...
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Io, Dan - Not The Typical Story
RomanceDan è un adolescente alle prese con le tipiche cose da ragazzi. A differenza dei suoi coetanei però, ha un piccolo particolare. Leggete tutto per scoprire la sua "tipica vita da sedicenne" che in realtà, tipica non è. Sono presenti anche scene di s...