Parte XVIII - Inaspettatamente

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Erano passati circa cinque minuti dallo scoccare della campanella e rientrai in classe.

Con un po' di strano sospetto, il prof di Chimica, mi chiese spiegazioni sul mio ritorno. Dissi che c'era la fila alla macchinetta e me la cavai.

Giusto, il prof di chimica; Il signor De Levis. Era più o meno della mia età, s'era laureato e aveva preso la cattedra da poco.

Non era bravissimo, d'altronde non aveva abbastanza esperienza come insegnante.

Quelle due nocciole dei suoi occhi, al sole diventavano quasi rubini: rossicci. Il fisico era a dir poco stupendo.

Almeno c'era qualcosa da ammirare oltre ai suoi mossi capelli mori baciati anche loro dal sole.

Vestiva spesso camicie strette e pantaloni rigorosamente con una bella cintura fasciandogli e valorizzandogli rispettivamente i pettorali perfetti, il sedere sempre in bella vista e il suo pacco che; seppur non esplicitamente esposto come gli altri due, faceva la sua bella figura.

Quella volta ci aveva dato per casa degli esercizi per me improponibili quindi gli chiesi aiuto dal mio banco. "Prof, può venire un attimo?" gli chiesi. Mi diede come risposta:"Certo Dan. Adesso arrivo". Intanto tutta la classe, come al solito, faceva casino.

Ricordo quella volta che Ben mise una pila di zaini (probabilmente più alta del Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo) e fu richiamato da De Levis.

Estrasse ironicamente cinque dollari dal portafoglio e li appoggiò sulla cattedra accompagnando con "Ecco prof, non mi metta la nota" Davvero pensava di corromperlo con cinque cazzo di dollari? Assurdo. Ovviamente De Levis rifiutò l'onesto patto di Ben e gli scrisse fulmineamente la nota.

Tornando a noi, finalmente il prof arrivò al mio banco. Sì porse in avanti spiegandomi il bilancio stechiometrico da fare per casa... Cazzo me ne fregava! A me importava lui.

Facendo il finto interessavo, ebbi l'onore di ammirare da vicino i suoi ormai visibili pettorali parzialmente scoperti dalla camicia praticamente aperta.

Non potrei pensare oltre parola che "wow". Giusto un filo di peluria in mezzo ai pettorali dava quel tocco d'aspetto selvaggio ma non troppo. Come già detto tempo fa, adoro solo chi si depila.

Portava una collana con una conchiglia, probabilmente ricordo di qualche estate passata.

Dopo qualche minuto, finita la spiegazione, feci finta d'aver capito e finìi momentaneamente di guardarlo per poi riprendere pochi istanti dopo non dando nell'occhio.

Stephan, il nome di De Levis, aveva anche un account social. Era abbastanza seguito e postava regolarmente.

Da lì potevo farmi anche un idea molto più precisa del suo fisico che mostrava nei post estivi. Era molto sarcastico, l'umorismo era molto simile al mio.

S'era lasciato con la fidanzata pochi mesi prima. Lo so perché da quel momento eliminò tutte le foto che aveva con lei.

Avevamo un buon rapporto, come con tutti i prof. Era il mio secondo preferito, dopo la Penbroke ovviamente.

Finite le due ore di chimica, diedi un occhiata ai voti che avevo fino a quel momento, mi resi conto di essere in una situazione di merda.

Quindi mi diedi una mossa e, quando tutti se ne uscirono, restai lì per discutere con De Levis su quanto riguarda la mia situazione scolastica.
"Cosa posso fare per rimediare?" Gli chiesi con un tono quasi piccante, appoggiando entrambe le mani sulla cattedra piegando la schiena facendo vedere il culo, quello che mi ero guadagnato grazie al football. Ancora seduto mi rispose "Devi studiare o..." non terminando la frase. "O?" gli domandai.

Ebbi come risposta un "Oppure..." e si alzò dalla sua sedia.

Si mise dietro di me e con un abile tocco mi palpò vogliosamente le natiche esposte proprio davanti a lui.
Si abbassò fino a inginocchiarsi e a ritrovarsi esattamente la faccia davanti al mio sedere.

Io lo misi in bella vista più che potetti, stimolando i sorrisetti che vedevo mentre mi palpava il culo.

Dopo vari secondi si rialzò e...

Io, Dan - Not The Typical StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora