Capitolo ventisei

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Il suo cuore si era bloccato, spento per sempre. Continuava a pregare Dio tenendo stretto fra le mani una collana con un crocifisso di ferro. Non sapeva se esisteva qualcuno nell'alto dei cieli pronto per salvarla, era scettico e spaventato.

L'aveva vista distesa sul letto, Ryan ancora sopra di lei, grondante di sangue, mentre man mano che i secondi passavano la vita spegnersi sempre più lentamente.

I paramedici si occuparono di Bryana, trasportandola urgentemente sulla barella, muovendosi di corsa come api operaie attorno a lei. Vide di sfuggita il suo volto esanime, gli occhi chiusi e il suo corpo inerme mentre la caricavano sull'ambulanza per poi partire a sirene spiegate.

Bradley fu pervaso da una rabbia incontrollata, si diresse come un automa verso quella feccia umana, Ryan. L'uomo era completamente ubriaco, probabilmente non si era ancora accorto di ciò che aveva combinato e neanche opponeva resistenza verso quegli uomini che lo stavano ammanettando.

<< Spero con questo ti verrà meno voglia di essere venuto al mondo e prega che Bryana non muoia, perché altrimenti ti trascinerò nel profondo dell'inferno. Capito? >>

Gli occhi vitrei di quel uomo guizzarono nello sguardo di Bradley, innaturalmente. Percepiva uno sguardo di ghiaccio, freddo e con lo stesso gelo l'uomo rispose: << Ah, allora sei tu quello che si è scopato quella insulsa donnetta.>>

Non ci pensò due volte, al suono di quelle parole offensive, Bradley caricò come un toro. Lo colpì con un gancio dritto sulla mascella, facendolo cadere all'indietro. Ryan ridacchiò freddamente e Bradley si mise a colpirlo sempre più, con foga e rabbia.

<< Basta.>>

Austin lo bloccò, tirando saldamente Bradley per un braccio e destandolo dall'ammazzare con le sue stesse mani, quell'uomo.

Lo portò fuori da quella maledetta casa mentre gli agenti trascinarono Ryan su una volante. Il suo volto era già livido per le botte ricevute da Bradley.

<< Bradley, so quello che provi ma non ammazzandolo salverai questa situazione.>>

<< Lo so.>> Bradley chiuse gli occhi e lanciò un urlo disperato.

Austin lo prese per le spalle, scrollandolo per ridestarlo. Bradley sembrava una furia, non sapeva dove andare a cosa pensare.

<< Forza, andiamo all'ospedale, Bry ha bisogno del nostro sostegno. Qui invece dovranno avviare un'indagine.>> disse il fratello minore.

Bradley si limitò ad annuire mentre Austin chiese al più vicino poliziotto informazioni sull'ospedale dove si trovava Bryana. Anche se in quel momento la testa di Bradley vagava da tutt'altra parte apprezzò l'aiuto di suo fratello, si rese conto di quanto fosse diventato un uomo. Ora però la priorità era la sopravvivenza di Bryana, doveva lottare con tutta se stessa per rimanere viva.

Austin fermò un taxi che fortunatamente passava dal di li a quell'ora tarda della notte, ormai prossima alla nascita dell'alba. Con quella metafora Bradley si riferì alla vita di Bryana. Suo fratello minore comunicò il nome dell'ospedale al taxista, un uomo sulla cinquantina, assonnato. Bradley salì senza proferire parola, come se un vento invisibile lo condusse verso il veicolo, durante la marcia si limito a guardare palazzi che svettavano dinnanzi al finestrino, alcuni quartieri residenziali e infine il gigantesco ospedale. Era la prima volta che si trovava a New York ma nulla era di suo interesse.

Bradley sganciò i soldi per la corsa al taxista assonnato che partì con una sgommata mentre loro entrarono all'accettazione del pronto soccorso.

<< Salve cerco informazioni su Bryana, la ragazza ferita la collo ...>>

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