Capitolo ventinove

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Sudava freddo, sentiva il sudore imperlargli la fronte e sentiva pure la schiena umida. La sua camicia era appiccicata come una seconda pelle, iniziò a sentirsi a disagio che si potesse notare, meno male che aveva sopra un giubbotto di jeans. Doveva mantenere contengo, quanto più trasmettere forza a Bryana.

La donna era pallida in volto ad eccezione di un roseo colorito sulle gote. Portava ancora un foulard per coprire la benda, non amava farla notare a nessuno. La notava, seduta su una panchina con lo sguardo perso nel vuoto mentre si torturava le unghie. A volte strisciava i palmi delle mani contro il ruvido tessuto dei jeans che portava, quella giornata si era vestita in modo semplice ma per i suoi occhi rimaneva la più bella ragazza del mondo.

In quel giorno l'avevano accompagnata i genitori e lui stesso, mentre Ashley dava una mano al signor Red, l'avvocato di Bryana. Ashley aveva calcato molto per far sì che quanto prima Ryan ricevesse la giusta punizione, nonostante di solito i tempi per questi tipi di udienze erano molto lunghi.

Ogni tanto Bradley poneva una domanda a Bryana ma lei a malapena riusciva a parlare, l'ansia la faceva solo sospirare e lui la comprendeva benissimo. Da li a poco avrebbe rivisto quegli occhi che la tormentavano pure negli incubi e di questo ne avevano parlato più volte. Spesse volte si svegliava, il suo volto era sempre una maschera di sudore e terrore e avevano ponderato l'idea di numerose sedute psicologiche, l'unica via per uscire da quel tormento.

<< Che ne dici entriamo? Ormai è ora.>>

Bryana si limitò a sospirare ed annuire avviandosi verso l'enorme scalinata del tribunale, Bradley l'afferrò per un polso facendola voltare.

<< Lo so che non è semplice ma vedrai che tutto andrà per il verso giusto. Ashley sa quello che fa, ha smosso mari e monti per te e ancora sta lavorando sodo, beh per quanto riguarda lui non so cosa consigliarti.>>

<< Non credo di riuscirlo a guardarlo.>> disse la donna con sguardo basso.

<< Non lo fare se non te la senti. Lo guarderò io per te e lo fulminerò con lo sguardo.>> disse Bradley facendole abbozzare un sorriso, si sentì gratificato per aver fatto spuntare una smorfia divertita sul suo volto.

L'avvicinò molto di sé e le stampò un delicato bacio sulle labbra, casto poiché Oscar e Katherine si trovarono dietro di loro intendi ad osservarli. La madre sorrise dolcemente mentre Oscar li rivolse un finto sguardo contrariato.

Bradley la prese per mano e insieme salirono le numerose scale del tribunale e appena arrivarono in cima si sentì il fiato corto come se avesse percorso una salita di montagna. Una grande fontana si trovava al centro, una statua rappresentante una donna faceva zampillare dall'anfora che teneva sotto braccio dell' acqua che si riversava nella vasca, di cui si poteva notare il fondale, fatto di quadrettini bianchi e blu. Alcune piante ornavano l'ingresso, un enorme porta a vetri dove si potevano notare diverse persone girovagare al suo interno.

<< Sicuramente Ashley ci aspetterà, questo tribunale è gigante.>> commentò Bryana.

<< Immagino, però potevano ridurre la scalinata.>> disse lui appoggiandosi una mano alla nuca.

<< Sciocchino!>>

Entrarono dentro e infatti videro una chioma bionda farsi largo tra la folla e richiamando la loro attenzione, sbracciandosi.

<< Finalmente, pensavo non vi avrei visto entrare con tutto questo marasma, mai visto neanche al concerto di Britney Spears o forse c'è proprio lei qui, con una causa giudiziaria in atto.>> replicò Ashley con ironia.

<< In effetti...>> commentò Bryana guardandosi intorno.

<< Bene, ora seguitemi fino all'aula che guarda caso si trova al terzo piano. Menomale che c'è l'ascensore.>>

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