Capitolo ventisette

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Ashley si diresse verso i corridoi insieme al dottore, lasciando le loro ombre opache che sparivano man mano che avanzavano, dietro la porta del reparto.

Bradley si accomodò sulla sedia, esausto ma con un leggero buonumore. Suo fratello gli rivolse un sorriso e successivamente un abbraccio leggero e confortevole.

<< Sono contento che Bryana sia salva.>>

<< A chi lo dici...>> Bradley si lasciò andare a un lungo sospiro con annesso stiracchiamento, come un felino.

Si sentiva stanco, praticamente non aveva chiuso occhio ma avrebbe avuto tempo, ora il suo chiodo fisso era rivedere Bryana, anche se riposava e non poteva accorgersi della sua presenza.

<< Meno male che gli agenti siano intervenuti prontamente.>> dichiarò Austin mentre Bradley annuì.

Mentre parlavano i loro discorsi furono interrotti dal cigolio della porta principale, una coppia di mezza età che si teneva per mano fece ingresso nella sala.

<< Tu dovresti essere Bradley, esatto?>> disse la donna avvicinandosi a lui.

<< Sì.>> disse Bradley alzandosi in piedi.

<< Ashley mi ha detto che eri qui, grazie per il tuo aiuto.>>

La donna portava dei capelli corti a caschetto, neri con dei riflessi rosso fuoco, gli occhi scuri avevano delle profonde occhiaie ed erano ancora lucidi. Era ancora una bella donna nonostante l'età. Il coniuge era un uomo calvo, alto e slanciato, anche il suo sguardo prometteva tristezza, del resto tutta la situazione era grave e preoccupante. Sembrava un uomo burbero ma forse era la circostanza ma ringraziò brevemente, sedendosi a fianco ad Austin. Erano stanchi, lo si vedeva ma non evitarono di presentarsi cordialmente.

<< Il dottore ha detto che se la caverà, ora sta riposando beatamente come una bambina. Ah, mia figlia se penso che poteva succederle di peggio non sarei sopravvissuto neppure io. Ora però sta recuperando e più avanti parlerò con il capo della polizia, mi farò assegnare un ottimo avvocato, così bravo che quell'infame dovrà marcire in carcere.>>

<< Sicuramente ci sarà giustizia.>> replicò Bradley.

<< Lo spero ragazzo.>> replicò il padre di Bryana, pensieroso.

<< Ad ogni modo seppur mi prudano ancora le mani, non sono fiero di avergli dato un pugno.>>

<< Cosa?>> interruppe la donna.

<< Sì, è stato più forte di me.>>

<< Tu sei innamorato di mia figlia vero? >>

Bradley non rispose, rimase in silenzio, solo i suoi occhi parlarono per lui. Guardò d'istinto Oscar e Katherine per poi abbassare velocemente gli occhi sul pavimento, a disagio.

<< Si vede giovanotto, lo noto dai tuoi bellissimi occhi, parlano più di quanto devono. Noi ne siamo felici, giusto Oscar?>>disse la donna guardando in direzione del marito che le rispose annuendo.

Ashley sorrise, facendo capolino dalla porta invitando Bradley a andare a fare visita a Bryana. I dieci minuti di visita erano passati e ora toccava a lui, era fremente di vederla nonostante dormisse. Una leggera ansia si fece largo nel suo petto, pensava a come poteva trovarla o cosa dirle sul momento.

<< Sta riposando ma è sempre lei, non temere. Il collo è fasciato giustamente per far rimarginare al meglio le ferite.>> disse lei come se fosse in grado di leggere nel pensiero.

<< Immagino, che stanza è?>>

<< Oh giusto, si trova in fondo al corridoio sulla sinistra. E' sola.>>

Bradley si addentrò nei corridoi deserti, c'era un silenzio innaturale perciò chiuse con cautela il portone dietro di sé. Avanzò come detto da Ashley in fondo al corridoio, varie stanze con porte blu elettrico erano chiuse, perfino quella in cui si ritrovò davanti. Accanto ad essa vi era un detergente e Bradley se ne strofinò qualche goccia sulle mani per disinfettarsi e con il braccio aprì lentamente la porta. Fece capolino e la vide, pallida e addormenta vi era Bryana disteso sul letto con le sponde. Il dottore controllava i parametri vitali come da prassi guardando le informazioni sul monitor alla destra del letto.

<< Sì può?>> chiese debolmente Bradley.

<< Oh certo. E' tutto ok, ora vi lascio ma se c'è qualcosa chiamami.>> disse l'uomo sorridendo e prendendo la cartelletta sul comodino.

Bradley annuì mentre il medico lasciò loro due soli, chiudendo la porta dietro di sé. Il giovane si avvicinò a Bryana che dormiva come una fanciulla, come nelle fiabe che suo padre gli leggeva da bambino. Sembrava piccola e indifesa, gli occhi chiusi e stretti in un sonno profondo. I tagli inferti erano coperti con una garza bianca e Bradley sperò che con il tempo le cicatrici sparissero così come quelle dell'anima. Sapeva che quelle erano più difficili da curare ma con il tempo tutto sarebbe tornato in ordine.

Si avvicinò al letto senza far rumore e osservò i dolci lineamenti del suo viso e il suo respiro regolare che si alzava e abbassava a ritmo. Bradley pose un dolce bacio sulla guancia, molto vicino alle labbra.

<< Bryana...>> sussurrò debolmente mentre pensava a cosa dirle.

<< Ero così in pensiero per te, non so qualcosa mi diceva che non era vero, il mio sesto senso, se così si può chiamare, mi avvertiva che qualcosa non andava. Penso molte cose, io e te siamo molto legati e mi fa piacere, questa è già una dura prova per il nostro percorso. Credo con il tempo tutto possa ritornare normale e poterti stringere tra le mie braccia... e dirti che ti amo!>>

Bradley accarezzò molto delicatamente il viso di Bryana e notò che iniziò a stropicciare gli occhi, finché non li spalancò del tutto. La donna si guardò intorno confusa, non capiva dove si trovava, con la mano tastò la garza e inorridì, probabilmente al ricordo dell'accaduto.

<< Bradley?! Ma che ci faccio qui e perché ho questa cosa sul collo?>>

<< Stai tranquilla Bryana, ora vado a chiamare il medico.>> disse l'uomo incamminandosi verso la porta.

<< No! Voglio stare un attimo con te.>> disse lei bloccandolo sulla soglia.

<< Ma ha detto che in caso di bisogno di chiamarlo, qualunque cosa succeda.>>

<< Solo un attimo, per favore.>> disse issandosi sulla schiena come meglio potette, facendo una smorfia di dolore e toccandosi il collo, << Allora non era un brutto sogno... Quel pezzo di merda ha cercato di uccidermi!>> disse lottando contro le lacrime.

Alla fine nonostante cercasse di non piangere, lunghe lacrime solcarono il suo volto costringendo Bradley ad avanzare verso di lei per confortarla con un tenero abbraccio.

<< Ora però è tutto passato. I medici ti terranno in osservazione per qualche girono e poi sarai libera di tornare a casa.>>

<< E lui?>>

<< Gli agenti si occupano di lui, è chiuso in un posto che merita. Ora non pensare più, sei al sicuro.>>

<< Con il tempo saprò dimenticare...>>

<< Certo e io ti aiuterò, se lo vorrai. Qui fuori ci sono tua sorella e i tuoi genitori che non vedono l'ora di poterti stringere.>>

<< Grazie Bradley, sono davvero felice di averti qui e non vedevo l'ora di abbracciarti. La tua voce mi ha ridestata e ho capito qualcosa, anche se era un sussurro leggero.>>

<< E cosa hai capito?>> disse Bradley con un'espressione curiosa.

<< Ti amo... solo questo.>> disse facendo una timida linguaccia.

<< Furbetta.>> disse accarezzando dolcemente la guancia di Bryana, << ora però sarà il caso di avvisare il medico del tuo risveglio.>>

<< Sì è il caso, mi sento un po' stanca.>> disse Bryana sorridendo e Bradley uscì lasciandola sola...

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