Premetto che la storia non è mia, ho preso ispirazione da @Strong98. È una storia che vi toglierà il fiato, vale la pena leggerla...
———————————————————————————Il poliziotto entrò dentro la stanza: il suo sguardo era sospettoso, diffidente, non si fidava di me. Abbassai la testa verso il basso. Appoggiò piano le mani sul tavolo di fronte a me; era rigida la sua postura: le sue spalle erano dritte; le sue braccia muscolose; aveva un viso dolce, ma in realtà era molto duro, lo avevo dedotto dal modo in cui mi guardava. I miei occhi si soffermarono su i suoi, quando notai il colore marrone delle sue iridi; erano così profonde, che mi sembrò quasi di perdermi nel loro immenso.
-Dunque... ragazza... siamo qui da quattro ore ormai... sei stata chiusa qui dentro per molto, hai deciso di confessare o devi ancora girarci intorno?- chiese con tono rude.
Adoravo gli uomini cattivi, erano il genere di ragazzi che solitamente mi attiravano.
-Non ho fatto niente, quante volte ve lo devo dire?- domandai esausta.
Il poliziotto sexy si portò la mano alla testa, accarezzandosi piano la pelata. Era stanco di ripetere sempre la stessa scena, ma quello è l'unica cosa che mi avrebbe sentito dire. Mi guardò severo, prima che prendesse la sedia e se la infilasse in mezzo alle gambe.
-Senti stronzetta, un ragazzo è scomparso, una ragazza è in coma, e tu sei l'unica pista che abbiamo, perciò o confessi o giuro...- disse acido, prima che qualcuno lo interrompesse.
-O cosa? La torturi per farle confessare un crimine che non ha commesso? Mi faccia il piacere signor Payne, sappiamo entrambi che lei non può fare proprio niente!- disse sicura di sé una donna, entrando dalla porta.
Il poliziotto si alzò, abbassò lo sguardo a terra; non aveva una bella espressione, quei due sembravano conoscersi. Ma chi era la ragazza dagli occhi marroni?
-Piacere sono il tuo avvocato, ti hanno affidata a me per questo caso, stia tranquilla uscirà da qui dentro in meno di un'ora!- affermò convinta.
Il suo sorriso era bellissimo, doveva essere una vera stronza, vedendo come si rivolgeva all'agente. La ragazza dagli occhi marroni si sedette accanto a me; la squadrai bene: i suoi capelli erano marrone scuro, quasi neri; le sue labbra abbastanza carnose incorniciavano un sorrisetto arrogante, ma dolce allo stesso tempo; adoravo le piccole rughe che si formavano intorno ai suoi occhi, quando sorrideva.
-Pinnock ci si rivede... passate bene le vacanze di natale?- chiese con uno sguardo provocatorio.
Il mio avvocato dischiuse leggermente le labbra, quando la sua lingua le bagnò lentamente.
-Grazie a tutti i soldi che ho guadagnato dalle mie cause vinte, sono potuta andare in California con la mia fidanzata, lei? Ah, scusi dimenticavo... stava lavorando a questo caso.- sbuffò divertita la signora Pinnock.
Rimasi in silenzio, mentre quei due si punzecchiavano; era divertente. Sorrisi appena, non riuscendo più a tenere la mia espressione rammaricata.
Il poliziotto mi fissò inchiodandomi alla sedia; il mio sorriso si spense.
-Non ti vergogni a difendere un'assassina?- chiese con disprezzo.
Guardai la ragazza accanto a me, desiderosa di sentire la sua risposta.
-È il mio lavoro... e poi chi dice che sia lei la colpevole? Non dare conclusioni, troppo affrettate, già in passato è successo, vuoi di nuovo mandare un innocente in prigione?- domandò convinta l'avvocato, sempre senza perdere il suo affascinante sorriso.
Il signor Payne si alzò in piedi, quando si passò una mano sopra il viso. Erano le due di notte, eravamo tutti esausti.
-Parlerò solo con il biondino.- dissi seria.
Entrambi si voltarono verso di me, guardandomi intensamente. Amavo avere gli occhi puntati addosso. Mi eccitava.
-Intendi l'agente Horan?- chiese il poliziotto incuriosito.
Sorrisi maliziosamente.
-C'è un altro più sexy di lui?- domandai ironicamente.
Il suo sguardo bieco mi fece ricomporre.
-Tu non parlerai con nessuno? Hai il diritto a rimanere in silenzio.- mi ricordò Pinnock.
-Voglio parlare con lui.- dissi ancora
fregandomene delle avvertenze del mio avvocato.
Il poliziotto uscì fuori dalla stanza, prima di farci ritorno col biondino sexy.
I miei occhi si illuminarono alla vista di quello spettacolo; era dannatamente bello.
Si avvicinò al tavolo, silenziosamente, guardandomi come per voler capire le mie intenzioni. Era nuovo lì dentro, si notava dal modo in cui si muoveva, così confuso e impaurito. Lo volevo.
-Eccolo! Adesso parla!- mi ordinò Payne.
Lo fulminai con lo sguardo. Nessuno mi parlava in quel modo, nemmeno uno come lui. Il mio sguardo ritornò sul biondo, mentre lui mi guardava perplesso. Cercai di studiarlo: era seduto composto, con le spalle dritte e gli occhi puntati su di me; la sua gamba si muoveva nervosamente; era pallido.
-Come ti chiami?- chiesi io avvicinando il mio corpo al tavolo, dove appoggiai le mie esili braccia.
-Niall.- rispose secco.
Sorrisi.
-Hai un bel nome.- mi complimentai con lui.
Il poliziotto dalla testa pelata, fece una faccia strana; era stupito dal mio comportamento.
-Sei qui per confessare un omicidio, non per flirtare!- mi rimproverò.
Sbuffai. Era così noioso.
Ritrassi il mio corpo, appoggiando nuovamente le mie spalle alla sedia. Guardai il mio avvocato, esilarata dal mio comportamento menefreghista.
-Quindi signorina Edwards... mi dice cos'è successo esattamente la sera dell'uno gennaio?- chiese serio Niall.
-Pensate ancora che sia stata lei? Andiamo è ridicolo! Guardatela! È solo una ragazza come avrebbe fatto ad uccidere e mandare in coma due ragazzi? È una follia!- mi difese Pinnock.
Fui infastidita dalle sue parole. Io non ero fragile come lei pensava, io ero molto di più.
-Volete sapere come è andata?- chiesi eccitata.
Tutti in quella stanza mi fissarono; non avevano ancora capito e forse non avrebbero capito mai.
-Si!- affermò Horan.
-Bene, allora mettetevi comodi, sarà una lunga nottata.- dissi sorridendo.
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Insane||Zerrie
Mister / ThrillerQUESTA STORIA NON È MIA, IO LA STO SEMPLICEMENTE TRASFORMANDO IN ZERRIE. PERCIÒ I CREDITI NON VANNO A ME, MA A @Strong98 DA CUI HO PRESO ISPIRAZIONE, CAMBIANDO ALCUNI PERSONAGGI ------------------------------ •Riassunto• AVVISO: è una storia a bolli...