-Capitolo 19-

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Il mio corpo sobbalza, quando Zayn mi sfiora per passare avanti: siamo nel bel mezzo del bosco, sulle tracce dei quattro uomini.
Mi volto stremata verso l'ormai appannata casa alle nostre spalle. Camminiamo da molto, però non abbiamo ancora trovato niente, non c'è nemmeno una prova che possa confermarci che abbiano preso questa direzione, ma il ragazzo, adesso, avanti a me sembra deciso voler continuare questa tortura.
Non ci siamo rivolti la parola. Per tutto il tempo non abbiamo fatto altro che camminare e farci cenni col capo, ma nient'altro oltre questo. Sono imbarazzata, un po' intimorita dalla sua forte figura, proprio io che di forte ho solo il pensiero.
Non sono mai stata totalmente sola con lui e questo mi mette ansia, oltre al fatto di trovarci nel bel mezzo del bosco, col buio che minaccia di arrivare a quattro psicopatici che vogliono mangiarci vivi. È dannatamente inquietante questa situazione.
Cammino con sguardo basso, mentre guardo dove metto i piedi; sono sicura che, al contrario mio, Zayn stia camminando a testa alta; questo è il suo territorio.
Seguo con gli occhi i piccoli rametti sul terreno
umido: è tutto morto qui fuori. Gli alberi non hanno più le loro splendide foglie verdi, mentre perdono alcuni dei loro rami più deboli; la terra fangosa è invece ricoperta dalle foglie secche e dai pochi escrementi degli animali che abitano la foresta. Chissà se ci saranno lupi.
Il mio sguardo coglie in tempo la vista di un'enorme buca sul terreno franato, quando com fermezza afferro il braccio dello spensierato ragazzo dagli occhi impassibili. Il suo corpo frena di botto, quasi irritato dalla mia presa forte intorno alla pelle tatuata. Si gira verso di me, quando gli faccio cenno verso il basso. La sua fronte si ruga, prima di rivolgermi lo sguardo grato.
-Grazie.- mormora.
Ormai quella parola non gli viene così difficile da dire, come invece era un tempo. Mi fa davvero piacere.
Lo sorpasso nascondendo il mio sorrisetto compiaciuto.
-Prego.- rido a bassa voce.
Scuoto i miei capelli con le dita per poi portarmeli verso sinistra. Questo è uno dei miei più grandi vizi: non riesco a stare più di un quarto d'ora senza scuotere i miei adorabili capelli, è qualcosa che mi rilassa, mi piace, specialmente perché i ragazzi lo trovano "sexy".
-Che cosa siamo noi?- sento alle mie spalle.
La sua voce si insinua nelle mie orecchie facendomi irrigidire del tutto. Mi fermo dandogli ancora le spalle. Cosa dovrei rispondere? Non lo so nemmeno io.
-Chi è quello innamorato adesso?- chiedo evitando la sua precedente domanda.
Mi volto verso la sua direzione divertita, quando il suo corpo appare abbastanza lontano dal mio. I suoi occhi si spostano sul terreno, quando sorride imbarazzato. La sua mano accarezza la sua nuca, sentendosi a disagio.
-Lascia stare...- perde il suo sorriso.
Scuote agitato la testa, probabilmente pentendosi di ciò che ha chiesto. Mi sfiora con la spalla, quando passa avanti.
-Amici.- mormoro indecisa.
È questo che vuole sentirsi dire? O sto solo confermando la sua più grande paura?
Il suo corpo si ferma, voltandosi lateralmente verso di me. I suoi occhi sono allegri, mentre cerca di contenere un'aria da duro.
-Cosa?- domanda serio.
Mi mordo il labbro inferiore maledicendomi per ciò che ho detto. Non dovevo lasciarmi scappare quella parola, è inutile, lui non vuole la mia amicizia... sono solo una pedana nel suo gioco.
-Scusa.- sussurro abbassando lo sguardo.
Il vento fa muovere i miei capelli, quando mi regala brividi su tutto il corpo. La notte è ormai alle porte.
-Per favore ripeti ciò che hai detto... voglio essere sicuro di aver sentito bene...- quasi supplica.
Il suo comportamento, il suo tono di voce, le sue parole suonano quasi disperate alle mie orecchie.
Ha bisogno di conferme, sincere, reali, assolute conferme.
-Amici... noi... siamo... amici.- ripeto esitante.
Rivolgo il mio sguardo verso di lui, quando la sua espressione compiaciuta mi si offre davanti; tuttavia cerca di mantenere la sua postura rigida e il suo sguardo serio.
-Mmh... figo.- dice.
Sorrido lasciandomi scivolare i capelli sulle spalle, prima di fare un passo in avanti. È ufficiale... siamo amici. Mi suona così surreale pensare che, probabilmente, il serial killer più ricercato di Londra sia mio amico. È strano ma questa è la realtà.
Supero il ragazzo di fronte a me, quando proseguo per un'altra strada, dato che quella precedente è franata. Mi inoltro ancor di più nella foresta, sapendo che il mio amico mi sta seguendo.
Continuo imperterrita a camminare, quando delle parole sussurrate a stento mi toccano le orecchie:
non ho ben capito cosa dicesse, ma sono certa di aver percepito dell'entusiasmo nella sua voce; sta esultando per ciò che poco prima ci siamo rivelati. Sembra un bambino, non lo è mai potuto essere... non ha mai potuto vivere la sua infanzia, non ha mai pronunciato la parola "amico" fino ad oggi; sta iniziando a vivere, finalmente.
Sorrido intenerita, sono dannatamente felice, sono elettrizzata di sapere che sta cambiando anche grazie a me. Queste sono le piccole, grandi cose che riescono a cambiarti la vita per sempre, sono quelle parole, quei gesti che ti porti dentro durante le lunghe ore di buio, le tempeste, durante gli attimi più brutti di questa vita. Ti aggrappi a queste piccole certezze, per non affondare nel male che ti ingoia, per non cedere alla tentazione di lasciarsi andare, per non affogare nelle tenebre che a volte ti posseggono. La vita è un eterno lutto: non c'è persona che nasca senza qualcuno che se ne vada; non c'è felicità che ci tocchi senza prima una lunga lotta; non c'è cuore che batta d'amore senza prima aver oltrepassato il dolore. Questo non si può proprio cambiare, perché il male e il bene sono gemelli divisi dalla nascita, che si inseguono e scappano per paura di lasciarsi e desiderio di allontanarsi; il bene e il male sono due innamorati che si distruggono a vicenda non curanti del potere che hanno su di noi; il male e il bene sono entrambi cioè che costituisce il genere umano, sono entrambi dentro di noi, sono la vita, sono il tutto.

Insane||ZerrieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora