-Capitolo 14-

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(Leigh-Anne's pov)
Apro lentamente gli occhi: la mia vista è offuscata, ci vedo appannato; è tutto più bianco; sembra essere un sogno. Richiudo gli occhi, prima che qualcuno mi porti la testa all'indietro; lo guardo, ma mi viene difficile riconoscerlo, non vedo molto bene.
Qualcosa di umido si appoggia sul mio viso, prima che il mio occhio destro inizi a congelarsi; faccio per parlare, quando mi accorgo di avere la bocca gonfia; non riesco a fare neanche questo.
Pensavo che Zayn mi avrebbe uccisa, invece mi ha solo picchiata a sangue, probabilmente la sua vendetta sarà più lenta e dolorosa, proprio come quella che infondo gli ho inflitto a lui. Non deve essere facile veder morire la persona che ami davanti i propri occhi, convivere col pensiero che è stato solo per colpa tua, che se non ci fossi stato tu si sarebbe salvata; deve essere orribile.
Il pensiero di mia moglie e dei miei due bambini, adottati un anno fa mi ritorna in mente: sono stata un'egoista, li ho lasciati soli. Come ho potuto agire senza pensare?
Adesso si ritroveranno senza una madre che li protegga, che li sostenga; sono un verme. Mia moglie sarà forte, ne sono sicura, supererà anche questa, ne ha già passate tante, ma i miei figli? Sono così piccoli.
Una luce bianca attira la mia attenzione; chiunque sia quel ragazzo mi sta passando ripetutamente una luce negli occhi, probabilmente per vedere se sono cosciente. Mi tappa il naso, costringendomi ad aprire la bocca, poi mi fa bere dell'acqua dal sapore rivoltante. Ingerisco la sostanza senza fare tante storie, non ne ho le forze. Poi chiudo nuovamente gli occhi e mi addormento.

**

-Da quanto tempo dorme?- chiede qualcuno.
Ci sento in modo strano, come se fossi in una grotta con l'eco; sto forse dormendo?
-Due giorni... alcune volte si sveglia, ma poi crolla di nuovo...- risponde una voce femminile.
Di chi stanno parlando? Di me? Dove sono? Cosa sta succedendo? E perché mi sento così debole? Crollo nuovamente.

**

Un piccolo dolore alla guancia mi sveglia: qualcuno mi sta dando piccoli schiaffi al viso. Apro gli occhi, ci vedo molto meglio, è tutto più chiaro e limpido, ma il volto del ragazzo non sono ancora riuscita a metterlo a fuoco.
-Basta dormire, è arrivato il momento di fare i conti con la realtà!- dice una ragazza colpendomi ancora.
Un lieve verso di dolore abbandona le mie labbra.
Finalmente ho il viso più sgonfio e posso parlare. Alzo lo sguardo verso la ragazza, quando finalmente riconosco che è Jade: mi passa nuovamente una luce sugli occhi, prima di sorridere leggermente.
Un sorriso inquietante si forma sul suo volto, mentre il suo labbro inferiore si sporge di più rispetto a quello superiore; il suo sorriso fa paura.
-Jade.- mormoro cercando di ricordare cos'è successo.
La mia amica mi passa una pezza bagnata sulla fronte, poi mi fa bere dell'acqua. Le mie labbra vengono inumidite di poco; la mia bocca, prima, si rinfresca; comincio a deglutire velocemente; ho molta sete.
Non appena finisco di bere, faccio per muovermi, ma vengo bloccata: sono seduta su una sedia, con polsi e caviglie legati; cosa sta succedendo?
Mi divincolo, cercando di slegarmi, ma non ci riesco; perché mi ha legata? Dove sono finita? Cosa mi è successo?
-Fossi in te non proverei a scappare... lo farebbe solo incazzare di più...- mi avverte la blu.
Spalanco gli occhi, insieme alla bocca. Ecco, mi ero dimenticata di lui, Zayn.
Mi guardo sbalordita intorno: sono ancora nella sala della paura; mi ha tenuta in vita solo per torturarmi. Rivolgo il mio sguardo alla ragazza dagli occhi color cioccolato; ha i capelli un po' più lunghi dall'ultima volta che l'ho vista e indossa gli stessi vestiti della notte tempestosa. Come mai lei non è legata? Come mai non mi slega? È forse dalla parte di Zayn?
-Avanti amica... slegami... andiamocene via da qui...- dico con voce spezzata.
Jade mi fissa accigliando le sopracciglia, poi sbuffa facendo un sorrisetto arrogante.
-Non credo proprio...- risponde felice.
La guardo impaurita; se non mi libera, il ragazzo dagli occhi scuri mi ucciderà.
-Credevo fossi mia amica.- sussurro afflitta.
La ragazza davanti a me si alza dal tavolo e inizia a camminare verso la mia dolorante figura sottomessa. Non mi sono mai trovata in una situazione del genere, ed è colpa mia se adesso sono qui; se adesso non sono con la mia bellissima moglie e i miei bambini.
-Tu mi hai drogata... facendomi fare delle cose orribili... che razza di amica sei? Io non sono tua amica... mi dispiace... preferisco la mia vita... alla tua.- mormora con disgusto.
È furiosa con me, anche lei. Non ho nessuna che mi protegga, non ho nessuno pronto a dare la vita per me, non ho nessuno disposto a perdonarmi.
Sono morta.
La ragazza dagli occhi cioccolato si avvicina piano a me, prima che dei rumorosi passi provenienti dalle scale, mi facciano capire che il mostro sta arrivando.
Jade china il suo viso accanto al mio, quando mi sussurra qualcosa all'orecchio.
-Prega con tutta te stessa che Perrie si svegli sana e salva... perché se lei muore... tu sei morta.- dice con espressione seria.
Si allontana da me per andare incontro a Zayn, quei due sono diventati ottimi amici, suppongo.
Ripenso alle ultime parole che ha detto; Perrie è ancora viva? Dischiudo le labbra deliberando un piccolo sorrisetto; sospiro sollevata; almeno non sono un'assassina. Questo mi fa sentire un po' meglio, ma in realtà mi faccio schifo lo stesso.
Abbasso la testa verso il basso, quando il pensiero della vendetta di Zayn, mi ritorna in mente. Ho davvero paura di non rivedere più la mia famiglia; ho paura che un giorno i miei figli verranno a sapere che razza di verme era la loro mamma, ho paura che si vergognino di me, di dire che sono morta per aver ucciso quasi una persona, ho paura che mia moglie possa dimenticarsi di quanto mi ami e sposare qualcun'altra e che poi i miei bambini possano chiamarla mamma e i miei futuri nipoti nonna; ho paura di questa situazione; ho paura persino di guardare Zayn negli occhi, perché non sarò in grado di sostenere il suo sguardo pieno di odio.
Si farfugliano qualcosa all'orecchio, prima che la figura oscura del ragazzo dagli occhi marroni, si avvicini al mio corpo malmesso. Stringo impaurita i denti, mentre quest'ultimo si posiziona davanti a me: da le spalle, ma posso ben capire che stia maneggiando qualcosa, dal leggero movimento delle sue muscolose braccia; sarà sicuramente l'arma che ha in programma di utilizzare su di me. Rimango atterrita dal silenzio che in questo momento mi soffoca; vorrei tanto fargli le mie scuse, giustificarmi, supplicare il suo perdono, ma non lo faccio, c'è qualcosa dentro di me, che me lo impedisce, il mio orgoglio, forse, o magari l'odio che provo per lui è cento volte più forte del mio pentimento.
Il ragazzo davanti a me si immobilizza all'istante e io strizzo gli occhi irrigidendomi. Ho il cuore che mi bombarda nel petto, ma non mollerò, non dirò mai quelle parole, non gli farò mai le mie scuse.
-Perché l'hai fatto?- domanda con voce spezzata.
Non lo vedo in faccia, ma posso ben capire dal modo in cui parla che sta piangendo. È cambiato davvero? O il suo è solo un modo di farsi vedere docile agli occhi della gente? Lo studio da anni ormai, ma ancora per me è un grande mistero.
-Tu togli qualcuno a me, io tolgo qualcuno a te... è la vita.- dico facendo un piccolo sorrisetto nervoso.
Ho l'adrenalina che mi scorre in tutto il corpo, come una scarica elettrica, che accelera i miei battiti e aumenta la mia sudorazione, ma che mi da un'aria folle e molto coraggio per rispondere.
Zayn sbuffa, poi piano si gira verso di me e mi guarda dritto negli occhi. Il suo sedere si appoggia al tavolo da biopsia, mentre le sue mani stringono un coltellino tascabile.
Rimango immobile a fissarlo imperterrita.
-Ah, è di questo che si tratta, no? Una vendetta... chi ho ucciso... una fidanzata? Una zia? Una mamma? Una... sorella?- sorride alla fine nel dirlo.
Stringo furiosa le mani in pugni. Non è cambiato per niente, è sempre il solito stronzo, maniaco e psicopatico di sempre, glielo leggo negli occhi, nei suoi profondi abissi di cattiveria.
Mi viene una fitta allo stomaco, probabilmente per il fatto che sono a digiuno da diversi giorni, o forse per l'immensa rabbia che adesso attraversa il mio corpo.
Abbasso lo sguardo verso il basso, quando non riesco più a sostenere i suoi occhi nei miei; ho quasi avuto l'impressione di affogarci dentro, una strana sensazione direi, come se qualcosa mi si fosse annodato in gola spezzandomi il respiro, provocandomi così un piccolo giramento di testa e varie vampate di calore; temo di stare per svenire.
Chiudo gli occhi, poiché tenerli aperti è ormai diventata un'impresa ardua, prima che qualcosa di congelato mi si infrangi addosso. Spalanco esterrefatta la bocca; i miei occhi sono ancora chiusi, mentre i brividi di freddo mi percorrono l'intero corpo: tutti i peli delle mie braccia si sono alzati, provocandomi la pelle d'oca, fa quasi male, ma è niente in confronto al gelo che mi ha congelato la mente. Rabbrividisco.
-Non puoi svenire adesso, devo ancora incominciare a giocare con te... e non sarebbe divertente giocare con una dormiente... non trovi? Beh... il titolo di questo gioco è "Muore lei? Muori tu."; che ne dici, ti piace? A me tanto...- dice prendendomi per i capelli e portandomi la testa verso la sua direzione.
I miei occhi si perdono nei suoi terribilmente odiosi, mentre sul suo viso si forma un'espressione compiaciuta e uno dei suoi soliti sorrisetti arroganti.
Mi libera dalla sua presa, prima di allontanarsi da me. Io stento a tenere le mie spalle dritte; sono già senza forze.
-Beh, so che non sei al pieno delle tue forze, ma infondo Perrie è molto debole in questo momento... perché, tu! L'hai sparata... dritta nella schiena... le hai sfiorato un rene, sai? Sei fortunata che sia ancora viva, perché se no... avrei sterminato tutta la tua famiglia e infine ti avrei consegnata alla polizia... così avresti vissuto per il resto della tua vita con la consapevolezza... che sei stata tu a porre fine alla vita della tua famiglia.- dice in modo iroso.
Mi blocco nel sentire le sue parole. Come sa che io ho una famiglia? Il pensiero che lui gli abbia già fatto del male mi incute timore, mandandomi il corpo in subbuglio; sono avvilita, frustrata.
Zayn fissa la mi espressione dubbiosa, quando sorride soddisfatto.
-Si, cara Pinnock... ho avuto il piacere di conoscere i tuoi due bei bambini e la tua adorata moglie... Jesy, giusto? Sono delle persone deliziose e lei mi ha prestato molta disponibilità, quando le ho sfacciatamente proposto di cambiare tipo di serratura a causa di un serial killer che si aggira nei dintorni... non ha fiatato e ho così avuto la possibilità di riuscire ad entrare in casa vostra... stupido da parte sua, non credi? Vedo che lei non è molto furba come te... che peccato.- sbuffa facendo un sorriso a trentadue denti.
A sentire le sue parole il mio cuore si blocca, per poi ricominciare a battere tempestosamente, sta quasi per uscire dal mio petto. I miei occhi lacrimano soli: sto piangendo come una bambina e non me ne rendo neanche conto. Le mie spalle tremano; i miei polsi cercano di liberarsi dalle corde e i miei piedi scalciano, mentre un urlo disperato esce dalla mia bocca, mischiandosi alla terribile risata tenebrosa del ragazzo davanti a me.
-Bastardo! Non la toccare! Non li toccare! O giuro che...- grido prima di essere interrotta.
-O cosa? Tu non puoi fare proprio niente! Adesso io ho il coltello dalla parte del manico! Fossi in te presterei attenzione alle parole di Jade... prega che Perrie si svegli sana e salva o tu e ovviamente la tua cara famiglia... siete morti! Incomincia a pregare.- ride alla fine.
È pazzo, malvagio, insensibile; come può Perrie amarlo?

Insane||ZerrieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora