7 Sogni e segreti

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La cosa primaria da fare fu normalmente rendere la struttura più sicura , inizialmente Alessio e Daniel provarono a farlo senza troppi cambiamenti poi però si resero conto che ci sarebbe voluto troppo tempo , fu così che solo dopo 2 ore dall'arrivo delle ruspe , il capannone venne buttato giù , per intero , il lavoro duro però iniziò quando si dovette iniziare a pulire , tutte le macerie furono buttate dentro un buco enorme in mezzo ad un campo , campo che sarebbe stato il posto dove avremmo buttato tutte le cose che non sarebbero dovute essere notate , il proprietario del campo era un certo Luca Macco , un contadino di circa 29 anni con cui ho fatto amicizia tempo fa al pub , un ragazzo non molto alto , capelli corti biondi e occhi marroni , il suo punto debole erano i soldi e quindi bastava parlare con qualche centone alla mano che diventava molto disponibile. Alessio e Daniel non si conoscevano prima di quel pomeriggio , fu così che iniziarono a farsi delle domande a vicenda
Alessio:" Tu sei nato in Italia o in sud America? "
Daniel:" Sono nato in sud America e sono venuto in Italia a 6 anni , poi mia madre mi ha abbandonato e sono rimasto solo con mio padre , te hai sempre vissuto qui ?"
Alessio:" si nato e cresciuto qui , poi per lavoro ho iniziato a spostarmi "
I due continuarono così tutto il pomeriggio raccontando ognuno la sua storia , Daniel raccontò di come la passione della palestra è nata da piccolo quando tutti lo prendevano in giro per il suo fisico gracile oltre al perché non sapeva bene la lingua , disse pure che la sua vita quando ha iniziato a fare palestra era nettamente cambiata , prima era denigrato , ora invece tutti lo volevano al loro fianco ," un amico grosso serve sempre d'altronde " fu questa la frase di Alessio che interruppe il racconto, senza però far perdere il filo del discorso a Daniel , che continuò dicendo che ora tutte le donne che voleva poteva averle senza problemi , poi in confidenza disse anche che non fa differenze se uomini o donne , la sua bisessualità fu il primo segreto che uscì quel pomeriggio nella loro discussione , Alessio non disse nulla , ci fu un attimo di silenzio imbarazzante , poi Alessio disse
Alessio:" vabè io non ho problemi , basta che non mi sorprendi mentre metto le piastrelle " quella frase fece ridere un po' tutti e due , poi ritornò la serietà e Daniel continuò il suo racconto dicendo che quando lo ha confessato a suo padre a 19 anni , lui lo cacciò di casa , fu così che imparò velocemente a cavarsela da solo, Alessio d'altro canto sapeva bene cosa voleva dire cavarsela da solo , raccontò così che i suoi non li vedeva da 15 anni poiché non sapeva dove fossero , gli assistenti sociali lo avevano portato via quando era piccolo ma lui poco dopo era scappato dalla comunità , iniziò così a fare qualsiasi lavoro si potesse fare , sviluppando non solo varie doti per ogni tipo di lavoro, ma anche varie conoscenze in giro , poi conobbe me e cominciò così a fare il camaleonte , lui lavorava da dentro i vari colpi che organizzavamo, sapeva dirmi tutte le mosse che gli altri avrebbero fatto , dando a me così un grosso vantaggio, poi io dovetti partire ma lui continuò a fare questo lavoro mettendosi in proprio , infine disse a Daniel
Alessio:" Visto che tu hai detto un segreto a me , te ne dico uno io "
Daniel si mise a ridere ma l'allegria fu subito placata dalla curiosità
Alessio:"C'è una cosa delle donne a cui non posso resistere "
Daniel si mise ancora di più a ridere ma la curiosità aumentava sempre di più tanto da chiedergli cosa fosse questa cosa irresistibile, infine Alessio confessò
Alessio:"Bhe mi vergogno un po' ma sono i piedi, non riesco proprio a dire di no, posso avere la ragazza più bella del mondo, ma se non ha dei bei piedi curati io non ce la faccio "
Daniel scoppiò a ridere, Alessio pure ma con un lieve imbarazzo, i due continuarono a lavorare e pian pianino il piazzale dove prima sorgeva il capannone, ora era sgombro e pronto per essere ricostruito, i due si trovarono bene insieme tanto da appunto fare un lavoro così lungo in così poco tempo e con la sintonia di due persone che si conoscevano da anni, quando in verità si erano visti la prima volta la stessa mattina. Mentre i due ricostruivano il capannone Sonny e Aurora erano in viaggio per chissà dove già da tempo, senza aprire la bocca mezza volta, entrambi sembravano abbastanza schivi nei confronti dell'altro, ad un tratto Sonny aprì il finestrino e chiese ad Aurora se le desse fastidio il fumo, Aurora non rispose, aprí il finestrino , tirò fuori una sigaretta e sel'accese, Sonny ci rimase un po' male, poi però si riprese e disse
Sonny: "Di poche parole eh, mi piace"
Aurora ancora una volta non rispose, tanto da alimentare ancora di più la curiosità di Sonny che iniziò così a dialogare da solo, senza oramai sperare più in una risposta di Aurora
Sonny: "Comunque, per quel che vale, era un fratello anche per me, anche se non ci vedevamo spesso e ci sentivamo poco sapevamo di esserci uno con l'altro, mi ha salvato dal carcere tante volte quasi quante sono le persone che ho picchiato per lui "
Aurora fece un sogghigno malinconico, poi però torno seria e a sorpresa gli rispose in modo nostalgico
Aurora:" Lui era un fratello per tutti e c'era sempre per tutti , purtroppo però qualcuno lo pensava troppo scomodo"
Sonny tornò pure lui ad essere serio
Sonny:" Sappi che quando troverò chi lo ha ucciso, gli farò talmente tanto male che nemmeno lui si riconoscerà guardandosi allo specchio"
Aurora:" Non farà in tempo a guardarsi allo specchio perché io lo voglio esanime, morto dopo aver sofferto come un cane"
Sonny che non vedeva Aurora da 5 anni non aveva notato di come la piccola ragazzina che conosceva, era cresciuta ed aveva tirato fuori le palle, continuarono a parlare di me per molto, fino a quando Sonny decise di cambiare discorso
Sonny:" Se non fossi stata catapultata in questo stile di vita, cosa ti sarebbe piaciuto fare ?"
Aurora non rispose subito, in realtà ogni sua risposta sembrava essere tirata fuori col cucchiaino, dopo qualche minuto di silenzio però:
Aurora:" Sinceramente non ci ho mai pensato, ho sempre avuto altro da fare che pensare a cosa mi sarebbe piaciuto, credo che però avrei voluto lavorare con gli animali, sai fare la veterinaria o qualcosa del genere"
Sonny nonostante Aurora non glielo avesse chiesto volette dire la sua, forse anche con un po' di vergogna, ma era disposto a fare il sacrificio pur di non tornare nel silenzio iniziale
Sonny:" Neanche io ci ho potuto pensare purtroppo, ma credo che mi sarebbe piaciuto aprirmi il mio studio come tatuatore, non lo sanno in molti ma quelle poche volte che riesco a trovare del tempo, mi piace disegnare".
Aurora a sua volta, nostalgica del silenzio iniziale concluse il discorso con un po' di malinconia, scandita ben bene dalla rabbia
Aurora:" Bhe tanto, non abbiamo la possibilità di scegliere, ci prendiamo quello che ci capita"
Sonny non rispose, erano arrivati, era un posto che non sembrava molto sicuro, una casetta fatta per lo più di legno ormai marcio, la finestra principale era ormai diroccata, metri infiniti di giardino la circondavano, loro parcheggiarono nel retro, dove già un furgone li stava aspettando, prima di scendere Sonny disse ad Aurora
Sonny:" Forse è meglio che tu stia in macchina, non è una cosa tanto sicura"
Aurora si mise a ridere e con un tono di sarcasmo rispose
Aurora:" Ah non è sicuro ? E io che pensavo che trovare delle armi senza matricola fosse così facile, stacci tu in macchina se vuoi"
Aurora scese dalla macchina , ancora una volta Sonny rimase senza parole, ogni volta non riusciva a ribattere, poi scese anche lui dalla macchina e andò verso un ragazzo che era già sceso dal furgone,si chiamava Micael Sanella, era un ragazzo alto circa un metro e settanta, con un piumino nero, pantaloni sportivi neri e felpa rossa , tutto firmato comprese le scarpe Balenciaga, anche lui era una della miriade di persone a me conosciute, mi dava spesso armi e cose di contrabbando, appena arrivati Sonny e Micael si salutarono, Aurora si presentò e senza indugi Micael aprí il furgone, c'era dentro un armamentario per far fronte ad un esercito, ogni tipo di arma da fuoco e non che si potesse trovare in giro, era lí dentro con più e più copie, Micael però pensava non fosse abbastanza e fu così che si scusò
Micael:" Scusate se ho trovato così poco, ma praticamente non ho avuto il preavviso necessario, la prossima volta cercherò di farmi trovare più rifornito."
Sonny era più che soddisfatto e rispose
Sonny:" Tranquillo per adesso dovrebbero bastare"
Aurora invece approfittò della situazione nonostante questa andasse già più che bene e replicò
Aurora:" Bhe visto che c'è poca roba direi che ci regali il furgone "
Micael rimase un po' sbigottito ma non potette fare altro che acconsentire dicendo che lo faceva per me e per dare una mano alla causa, Aurora lo pagò e lo rassicurò sul fatto che si sarebbero rivisti ma sarebbe andato lui da loro, infine Aurora salendo sul furgone guardò Sonny e gli disse
Aurora:"Ci vediamo lì, non ho voglia di metterci un'altra ora e mezza per il ritorno" chiuse la portiera e ripartí, Sonny guardò Micael sempre più stupito dal carattere di Aurora, Micael invece sogghignò guardando Sonny ma senza dirgli niente, i due si strinsero la mano e ognuno tornò per la sua strada. Sonny si fece tutto il viaggio di ritorno riflettendo su quanto Aurora era cambiata nel corso di quei 5 anni e di quanto lui non riuscisse mai a dire l'ultima parola contro di lei e forse questo aspetto di lei tanto simile a me non gli dispiaceva.

La parte oscura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora