Dopo avere annunciato il luogo dove l'intera operazione si sarebbe conclusa Alessandro spense il computer e andò a lavarsi, prima che andasse Aurora ebbe qualcosa da dire
Aurora:"Abbiamo diciassette ore di viaggio, ora lavatevi,sistematevi, pensate ed elaborate lo shock, quando tutti sarete a posto leggeremo nei particolari come è andata la storia"
Alessandro quindi se ne andò lasciando un sontuoso silenzio dietro di sé, lo sguardo di tutti era a dir poco perso nel vuoto, il viso di ognuno esprimeva a proprio modo qualcosa che non andava, ora che le acque si erano calmate e l'adrenalina era scesa il cervello iniziava a pensare e ripensare a ciò che si sarebbe potuto fare, ma che a causa della situazione caotica non avevano fatto, l'aereo era appena decollato, Giorgia era seduta in uno dei tanti posti vacanti, guardava fuori dal finestrino con lo sguardo perso, ogni tanto da quegli occhi verdi scendevano lacrime che scivolavano sul suo viso, lacrime che non tardavano ad essere asciugate subito da lei stessa che probabilmente non voleva dimostrarsi così sensibile e fragile difronte a tutti in un momento così delicato. Alessio pensava e ripensava a Daniel, i due aveva legato parecchio fin dai primi giorni, giorni che furono essenziali per partire, fin da quando si confessarono segreti non da poco, purtroppo però, in se stesso sapeva che non lo avrebbe più rivisto e cercava di distrarsi bevendo l'unico alcolico presente sull'aereo, lo scotch. Sonny era stravolto, tanto dal punto di vista fisico quanto da quello mentale, non vedeva l'ora di farsi una doccia per riprendersi e schiarire le idee, anche se in cuor suo sapeva che non sarebbe bastata una doccia per dimenticare tutto ciò, ma ora piú che mai, la confusione e l'assenza di una logica la facevano da padrone. Samuel invece era seduto in uno degli ultimi posti ma non riuscendo a gestire il calderone delle emozioni andò a fare compagnia ad Alessio, i due non si andavano troppo a genio ma quella situazione aveva sconvolto tutti a tal punto da non pensare agli screzi passati ed una volta seduto al banco del minibar del jet Alessio gli chiese
Alessio:" Dimmi la verità, tu ci tenevi a lei ?Quanto?"
Samuel inizialmente non rispose, si riempì il bicchiere di scotch e ne bevette un po' per prendere coraggio poi gli rispose
Samuel:"Oh sì che ci tenevo, nella mia vita mi sono sempre sentito inferiore a tutti e tutto, ma quella mattina, quando mi sono svegliato difianco a lei, inizialmente sono stato preso da un senso di felicità, subito dopo però, ho capito quanto la situazione fosse grave, sinceramente mi sento una merda ora come ora, ho fatto ad Angelo la peggior cosa che un amico possa fare e l'unica cosa che ora mi consola è che probabilmente, ovunque essi si trovino : paradiso, inferno, purgatorio o cos'altro ne so, sono insieme e si stanno chiarendo."
Alessio:"Sinceramente credo che tu sia stato un gran pezzo di merda, ma sei un uomo e purtroppo sbagli anche tu, ormai è passato, non vivere con questo rimorso o ci farai ammazzare tutti, non lo dico perché approvo ciò che hai fatto o perché penso che ti si debba perdonare, lo dico semplicemente perché non abbiamo ancora finito il lavoro e non mi va di farmi ammazzare per un tuo ripensamento".
Continuarono a discutere mentre Aurora si trovava appisolata su un sedile, ascoltava tutto quello che le stava intorno e rimuginava tutto ciò che si era fatto fin'ora: gli errori, gli obbiettivi raggiunti, i segreti, le paure, rifletteva e rifletteva dentro di sé, ma la paura era molta e non poteva di certo esternarla alla squadra che vedeva lei e Matteo come i punti di riferimento. Matteo invece camminava avanti e indietro per l'aereo con il telefono all'orecchio, cercava di chiamare Luca, il ragazzo che li aveva aiutati ad entrare a Roma, ma questo però non dava segnali di vita, provò e riprovò fino a quando ad un certo punto rispose e Matteo senza perdere tempo prezioso ebbe subito una cosa da chiedergli
Matteo": Domani devi essere nel punto che ti verrà indicato non importa come e quando, ci servi"
Luca, che stava ascoltando, inizialmente non rispose, poi dopo un attimo di esitazione lo fece
Luca"Va bene , mi farò trovare lí alle ..."
Improvvisamente però la chiamata si interruppe, Matteo riprovò a chiamare ancora una volta ma nonostante la connessione di rete fosse in stato ottimale la chiamata non veniva effettuata, decise così di sedersi e aspettare la tanta e attesa doccia che aspettavano tutti. Nel frattempo nella doccia c'era Alessandro che al contrario di tutti non portava sensi di colpa, sapeva che quel che è successo sarebbe potuto capitare ad un qualunque membro della squadra, gli dispiaceva parecchio per Giorgia perché proprio mentre stava cominciando ad aprirsi con lui e ad esternare le emozioni, la morte di Sara non avrebbe fatti altro che bloccarla, tardando così il processo di fiducia nei suoi confronti. Ci misero circa tre ore per sistemarsi del tutto ed essere pronti almeno fisicamente a sentire come realmente io ero stato assassinato. Alessandro prese il computer andò sulla cartella con il mio caso e iniziò a leggere ciò che era successo, intorno a sé dominava il silenzio, tutti erano curiosi di sapere con che razza di persona spietata avevano a che fare.
Alessandro:" Il signor Macedone, alto un metro e novanta , capelli marroni , occhi azzurri e profondi come il ghiaccio, è stato pedinato giorno e notte da quando è tornato dall'Italia, nessun comportamento strano al suo riguardo nei primi giorni, è stato chiuso nell'hotel Cesar per parecchie notti, stava lavorando ad un caso contro la parte così chiamata "Oscura", qualche giorno dopo dal suo lungo soggiorno all'hotel decide di uscire e dirigersi verso il deserto, anche in codesto luogo viene pedinato senza far si che esso se ne accorga, viene riportato nel rapporto delle spie che lo scambio che lí effettuò con uomo discretamente umile e non sfarzoso, era uno scambio che violava tutti i suoi doveri verso l'FBI, difatti si viene a scoprire in poco tempo che comprò delle informazioni che messe alla luce sarebbero state compromettenti per tutta l'organizzazione, grosse entrate e grossi reati commessi dai capi principali. L'operazione Macedone consistette nel portarlo a fare rapporto alla base delle operazioni bianche nel deserto di Las Vegas, una volta entrato nella base, gli fu dato il comando di una missione con l'obbiettivo di recupero di vasi di contrabbando che stava arrivando dalla Mongolia, questo recupero avrebbe fruttato all'FBI venti milioni di dollari, decise lui la squadra di agenti, ma a sua insaputa tutti gli agenti erano stati avvertiti di ciò che avrebbero dovuto fare, arrivati al porto salí subito sul portacontainer segnalato, si mise a cercare i vasi seguendo le regole del protocollo, una volta trovato il container il signor Macedone si trovava di spalle a tutta la squadra di agenti che lo aveva seguito, uno dei tanti agenti presenti svolse il suo lavoro ferendolo in modo da renderlo vulnerabile in attesa dell'arrivo del capo della parte oscura che una volta arrivato sparò senza esitare al petto del signor Macedone che nel tentare la fuga fu sorpreso dall'impatto del proiettile e come netta conseguenza cadde nella profondità delle acque del porto. Il caso Macedone rimane tutt'ora uno dei casi più misteriosi della storia dei servizi segreti, i suoi tentativi di ammutinamento sono stati puniti dalla persona che tutto orchestra e tutto macchina, il signor George Wrigt."
Finito di leggere, il silenzio della squadra non fu interrotto, poi Giorgia esplose con un iptus di rabbia
Giorgia:" Dobbiamo trovarlo! Dobbiamo trovarlo e farlo pentire di ciò che ha fatto, non mi importa come e quando, dobbiamo trovarlo e ucciderlo!"
Aurora:"Dobbiamo anche stare attenti, abbiamo fatto un gran casino a Las Vegas ci staranno già cercando ovunque, non dobbiamo escludere più nessun imprevisto o rischiamo di non arrivare nemmeno a Milano"
Sonny:"Dobbiamo agire in fretta ma con cautela, se ci stanno cercando non passerà molto che ci troveranno e questa volta saranno preparati "
Si scatenò la confusione, con le idee di tutti che erano furiosi per quello che era successo ma ci pensò Matteo a ristabilendo la quiete ancora una volta
Matteo:"Dobbiamo agire in fretta è vero, dobbiamo stare attenti è vero , ma non dobbiamo essere stanchi, non sappiamo cosa troveremo quando saremo atterrati, mancano dieci ore di volo, dormite e quando vi sveglierete e saremo arrivati, vi prometto che organizzeremo l'ultimo grande piano per fargliela pagare a quel figlio di puttana"
Fu così che sotto le parole rassicuranti di Matteo, i nervi di tutti iniziarono a sciogliersi per poi farli calare nel sonno più profondo uno ad uno.
Arrivati finalmente alla base venne ripristinato l'ordine del jet e della base, ci si mise circa tre ore a riordinare tutte le attrezzature, la situazione sembrava essersi calmata ma proprio quando la squadra sembrava essersi rilassata le telecamere avvistarono cinque furgoni neri arrivare verso di loro, tutte le entrate furono blindate da Alessandro e tutti si prepararono ad un altra guerra, tutti consapevoli che una volta usciti da lì dentro sarebbero potuti non rientrarci più, questo però non li spaventava, anzi per alcuni era motivo di gioco, mentre si preparavano ad accoglierli per bene Alessio disse a Sonny
Alessio:" Vediamo se sta volta riesci ad ucciderne qualcuno tu o li devo fare tutti io come l'ultima volta "
La risposta pungente di Sonny non tardò ad arrivare
Sonny:"Vediamo se riesci a rientrare qui dentro con il culo che non sembra il formaggio a buchi"
Gli agenti che scesero da furgone erano completamente corazzati, ciò voleva dire che per fermarli avrebbero dovuto impegnarsi parecchio, questi, si erano già appostati con torrette e mitragliette in attesa che la squadra uscisse. I ragazzi della squadra uscirono tutti dal retro per non essere totalmente scoperti, alcuni si accostarono al muro del capannone e altri su quelli della chiesa abbandonata lì a fianco, iniziò la sparatoria ma gli agenti della Swat non cadevano difronte alle scariche di colpi di nessuno, tanto da iniziare ad avanzare e tanto da costringere Samuel che aveva finito i colpi, ad entrare nella chiesa lí vicina, la restante parte di squadra fu messa alle strette, poi però Matteo decise di fare ciò che avrebbe dovuto fare a Las Vegas, entrò nel capannone e prese il mostro americano di Sonny, iniziò a caricarci su un'infinità di granate ed una torretta, ma nel frattempo fuori stava riaccadendo ciò che tutti si erano ripromessi di non fare accadere, mentre Sonny e Alessio cercavano di respingere da destra l'avanzata degli agenti, Alessandro e Giorgia ci provavano da sinistra, Aurora invece, andò in soccorso a Samuel, che però era ormai arreso al destino e chiuso dai nemici, Aurora fece solo in tempo a mettere un piede dentro la chiesa quando sentì una scarica di proiettili arrivare dai sotterranei che la chiesa aveva, poi nel silenzio una sola voce che diceva "Uno lo abbiamo eliminato", Aurora corse fuori e avvisò gli altri, Sonny fu quello che rimase in shock da subito, tanto da abbassare l'attenzione ed essere ferito da un proiettile sulla spalla, Aurora iniziò così a sparare all'impazzata ma senza alcun risultato, la squadra si avvicinava sempre di più al punto strategico dove gli agenti volevano portarli, oramai i giochi erano fatti e loro erano stati intrappolati, ma sotto quegli assordati spari uscì dal capannone Matteo con l'immensa macchina di Sonny, attrezzato come furgone blindato, l'esplosione delle porte del capannone diede il tempo alla squadra di salire sulla macchina, poi Matteo iniziò a bombardare gli agenti che sotto le esplosioni e i colpi della torretta non potettero che piegarsi, quando tutto sembrava essersi risolto videro uno dei furgoni uscire dalla chiesa e scappare, tutti senza pensarci su andarono a constatare se Samuel fosse ancora vivo o perlomeno fosse ancora lí, furono stupiti però del fatto che il corpo di Samuel non era nella chiesa, infatti chissà per quale sporco motivo le telecamere avevano ripreso il corpo esanime di Samuel che veniva caricato sul blindato, probabilmente per spingere tutti a recuperarlo oppure solamente per fare uno sgarro, l'unico dato di fatto però era che la squadra aveva perso un'altro componente e la situazione stava diventando critica.
Sonny si sedette e iniziò ad elaborare il lutto
Sonny:"Perché lui ? Non ha mai fatto nulla di spericolato nella sua vita e quando lo fa muore, perché lui ? Aveva appena imparato a chiudere le canne, si sentiva così felice e fiero quando gli insegnavo qualcosa di nuovo riguardante questo ambiente, mi mancherà sentire le sue stronzate"
Aurora:"Ragazzi, questo è stato un gesto da codardi da parte dell'FBI, pulite i corpi e facciamo pulizia, deve sembrare che non sia successo nulla "
Giorgia:" Chi sarà il prossimo? Io? Alessio ? O forse Sonny ? Questa missione ha bisogno di più tempo, non possiamo fare le cose di fretta nella condizione in cui siamo"
Matteo:"Hai ragione, non dobbiamo avere fretta, dobbiamo uscire a prendere una boccata d'aria, questa sera si esce, andiamo a Milano e vediamo di scoprire quanto più possibile "
I componenti della squadra rimasti non sembravano d'accordo, non capivano il nesso di rischiare così tanto in un momento così delicato, in cui erano diventati ricercati mondiali, ma tra la stanchezza, la delusione e la tristezza di aver perso un altro di loro non ribatterono.
La sera arrivò presto, si diressero a Milano e andarono a mangiare in uno dei locali più chic che il Duomo potesse offrire difianco a lui, era pieno di uomini e donne di un certo livello e di una certa raffinatezza, fu proprio in quel ristorante che 3 loro vecchie conoscenze li rincontrarono, le tre modelle di Las Vegas erano tornate in Italia e quando Matteo le vide gli scattò un'idea in testa, lo si capiva quando gli saltavano in mente delle idee, alzava le sopracciglia e le orecchie gli diventavano rosse come dei peperoni; si diresse verso di loro e gli chiese se il giorno dopo sarebbero potute venire nella nostra base alle 15.00, loro avrebbero voluto fare un'infinità di domande ma non lo fecero e si dimostrarono disponibili, tanto da accettare la proposta, poi Matteo se ne tornò al tavolo con tutti. La cena terminò e uscirono tutti a fumare, tutti tranne Matteo che rimase dentro per pagare il conto, fu proprio davanti all'uscita del ristorante che Sonny incontrò Micael, il ragazzo che ci aveva fornito le armi, Sonny colse l'occasione e gli disse
Sonny:" Ci servono per domani tutte le armi pesanti che ci puoi portare, comprese granate e plasitici"
Micael:"Datemi il posto e io mi faccio trovare lì "
Mentre Sonny e gli altri chiacchieravano fuori con Micael, Matteo stava ancora aspettando di pagare il conto quando scorse la figura femminile che lo metteva più a disagio, Gaia era lí, ma per sua fortuna non lo vide, fu così che pagò il conto in fretta e furia per poi uscire e con delle scuse far spostare tutta la squadra in un altro posto, intanto però le domande nella sua testa iniziavano ad essere troppe, si chiedeva
Matteo:"Perché è ovunque ? È sempre avanti a noi di un passo, qualsiasi cosa o posto dove andiamo lei c'è, come fa ? Come diavolo fa ?!"
Queste domande non gli davano tregua ma non aveva risposte plausibili da tenere in conto, presto tornarono tutti a casa, si misero nel letto e pensarono a quanto la vita fosse ingiusta con loro che hanno sempre fatto sacrifici per vivere, a quanto fosse ingiusta per i cari che avevano perso, a quanto fosse ingiusta a dargli sempre contro. La notte calò su di loro che uno ad uno si addormentarono, con il viso stremato ma sereno, come se stessero facendo sogni tranquilli, come se non avessero preoccupazioni, purtroppo però il giorno dopo li avrebbe fatti ricredere poiché di preoccupazioni ne sarebbero arrivate parecchie.
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La parte oscura
Mystery / ThrillerIl mio assassinio non era andato giù ai miei fratelli, la "Parte Oscura" stava per ritrovarsi davanti la loro ira, Matteo e Aurora guideranno quella che ormai è una squadra verso la vendetta.