20 L'inizio della fine

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Quella notte la squadra dormí sogni tranquilli, tutti i sentimenti e le emozioni provate durante il loro percorso sembravano essersi azzerate, persino Matteo quella notte riuscí a riposare, malgrado però il sonno fosse così tranquillo, la mattina arrivò presto, il grande giorno era finalmente arrivato, nonostante la sveglia generale fosse alle otto, quella mattina una sorta di telepatia li fece svegliare prima, difatti alle sette erano tutti con gli occhi sbarrati senza trovare più un filo di sonno, una volta pronti scesero a fare colazione, consapevoli del fatto che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta tutti insieme. Non venne detta una parola, l'unico mezzo comunicativo erano gli sguardi, che cominciavano a mano mano che il tempo passava a farsi pieni di: rancore, paura, nostalgia, amore; ognuno esprimeva qualcosa solamente con gli occhi, senza però aprir bocca, la grande missione sarebbe iniziata dopo più di sei ore da quel momento ma la squadra sembrava già concentrata ad entrare nella fortezza. Passarono alcune ore prima che qualcuno aprisse bocca, la prima fu Aurora che nonostante il suo animo duro, quel giorno appariva preoccupata, per la prima volta, stranamente fu lei a parlare con Sonny, lui si trovava in giardino avvolto tra i pensieri con una sigaretta in bocca, seduto su una sedia a riflettere, lei invece era appena uscita, lui si voltò, la vide ma non le parlò, lei si avvicinò e si sedette su una sedia difronte a lui ed interruppe quel suo momento di riflessione, gli disse
Aurora:"Oi, come stai?"
Sonny non mosse ciglio, anche se in cuor suo, era stupito di questo passo avanti da parte della ragazza che fino ad allora lo aveva sempre sminuito e preso in giro, poi dopo aver fissato a lungo il nulla gli rispose
Sonny:"Ho paura, non so cosa ci attende lí dentro, so però che voglio andare fino in fondo una volta per tutte"
Aurora:"Angelo non mi ha insegnato molto oltre che a stare in questo ambiente, ma una cosa l'ho imparata da lui, l'empatia verso le persone, lui sapeva esattamente come una persona si sentiva solamente dallo sguardo, non gli serviva altro e con altrettanta semplicità sapeva tranquillizzare, calmare, far innamorare o far ridere. La paura è normale, non sentirti debole perché la provi, anzi ti dirò di più, sarà questa che nel momento del bisogno ti spingerà a fare cose che non avresti mai creduto di poter fare"
Sonny:"Vedo molto di lui in te"
Aurora:"Mi ha cresciuta lui, mi ha trattato come una principessa fino a che ha potuto, è normale che io gli assomigli"
Sonny:"Lo so, promettimi una cosa, se mai oggi dovessimo uscire vivi da lí, qualsiasi cosa avrai bisogno dovrai chiamarmi"
Aurora:"Va bene, tu oggi però stammi vicino"
Sonny:"Sempre".
Nel frattempo nel salotto, il silenzio era ancora sovrano, Alessandro era seduto su una poltrona con una sigaretta accesa mentre smanettava con il suo cellulare, Alessio, pure lui era seduto su una poltrona, leggeva un giornale, Matteo che era appena tornato dalla scorta di alcolici della villa, versò il solito bicchiere di whisky a tutti e 3 i presenti nel salotto, poi si sedette su un'altra poltrona e si accese una sigaretta, lo stesso fece Alessio, ma tutto questo sempre senza dire una parola, fu Matteo a interrompere quel lungo silenzio
Matteo:"Siete pronti ?"
Alessandro:"Abbiamo scelta?"
Alessio:"La scelta cel'abbiamo sempre avuta, all'inizio e anche a Las Vegas"
Matteo:"E cel'avete anche adesso, se non ve la sentite più prendete i vostri soldi e andatevene, nessun rancore ve lo prometto, capirò se non vorrete andare avanti"
Alessandro sogghignò, si accese un'altra sigaretta, posò il cellulare nella sua tasca e rispose
Alessandro:"So bene che la scelta c'è sempre stata e so che quella che ho preso è quella giusta, se non avessi scelto di essere qui, probabilmente non mi sarei mai innamorato e nonostante come sia finita sono felice di essere qui, probabilmente a poche ore dal nostro suicidio, ma comunque vada sarò contento di tutto quello che ho fatto con voi"
Alessio posò il giornale, finí il suo bicchiere di whisky guardò Matteo che ora lo fissava e gli disse
Alessio:"A me non devi nemmeno chiederlo, non l'ho mai fatto per i soldi, sapevo fin dall'inizio che qualcuno non cel'avrebbe fatta, ma nonostante questo io sono ancora qui e questa sera festeggeremo la più grande impresa che il mondo abbia mai visto compiere"
Matteo sorrise guardò a terra come era solito fare, durante quel breve tempo entrarono nel salotto anche Aurora e Sonny, Matteo si alzò in piedi, li guardò ad uno ad uno negli occhi per poi iniziare l'ultimo grande discorso
Matteo:"Oggi finalmente finisce tutto, siamo andati ovunque, abbiamo fatto di tutto, abbiamo perso amici e amori, oggi saremo durante tutto il tempo appesi tra la vita e la morte, su un filo talmente sottile che non ci sembrerà nemmeno di averlo sotto i piedi, per questo io vi faccio questo grande ultimo discorso, quando sarete con le spalle al muro, quando penserete di essere finiti, quando penserete di esalare il vostro ultimo respiro, ricordate chi siete, ricordate perché state facendo ciò che state facendo e datevi questa risposta, voi siete i migliori nel farlo e dopo che vi sarete dati questa risposta pensate a tutti quelli che sono morti per strada: Sara, Daniel, Samuel e Giorgia; pensate a loro e fate ciò che avrebbero fatto al vostro posto, questa sera se sopravvivremo saremo coloro che hanno fatto l'impresa più grossa della storia del mondo, se invece moriremo sapremo di esserci battuti per la libertà, per smettere di nasconderci, se moriremo saremo morti per noi stessi, perché già da un po' non si tratta solo di Angelo, si tratta del nostro passato, ma specialmente del nostro futuro".
I presenti nella sala, ascoltarono senza guardare Matteo e fu incredibile come il tono, la sicurezza, la rabbia nel dire quelle parole sembrò per un attimo ai presenti che a dirle fossi io.
Quell'ultimo discorso fece tornare il silenzio che però era un silenzio diverso da prima, ora la squadra era pronta e carica senza più nessuna insicurezza e si preparava mentalmente ad entrare nella base.
Finalmente il momento arrivò, le ore erano passate velocemente, tutto era al suo posto, la squadra salí sul furgone con un buco nella pancia mia avuto prima e si diresse verso l'altissimo grattacielo, cinquanta piani, i primi trenta erano adibiti agli uffici normali, archivi di banche, imprese e tutte altri uffici per servizi comuni, questi primi trenta piani facevano da copertura, i diciannove piani seguenti erano gli uffici e gli archivi della parte oscura, l'ultimo piano era l'ufficio del capo, dell'ombra che in pochi avevano avuto il piacere di vedere dal vivo, una volta arrivati, parcheggiarono il furgone nel retro, posto che era stato scoperto da Alessio, che il giorno prima aveva fatto il suo dovere, un enorme piazzale messo a disposizione sicuramente per il parcheggio degli agenti, una piccola porta separava la squadra dall'ultimo passo, ma quell'imponente struttura difronte a loro completamente fatta di vetro gli incuteva timore. Non passò molto tempo dal loro arrivo che videro parcheggiare un furgone di una ditta per le pulizie, questo arrivo normalmente era stato calcolato da Alessandro giorni prima, Sonny e Matteo non ci misero molto a metterli fuori gioco sedandoli e legandoli a dovere, proprio nel loro furgone, dopo aver sistemato gli inservienti si cambiarono totalmente, riempirono i carrelli di armi e si addentarono dal retro con la chiave di cui i veri inservienti erano provvisti, tutti tranne Alessandro, la cui funzione era quella di aiutarli da fuori come aveva sempre fatto, una volta dentro fu facile arrivare ai piani importanti, quelli dell'FBI, ma già dal trentunesimo piano, iniziarono ad uscire i piccoli problemi, non appena usciti dall'ascensore Matteo intravide Gaia che però, fortunatamente, non si accorse della sua presenza, subito dopo un agente, probabilmente un addetto ai lavori gli diede una lista degli uffici e dei bagni da pulire, si divisero e fecero velocemente il loro lavoro, misero dove gli era stato detto i ricevitori di frequenza per far sì che Alessandro potesse seguirli e avvisarli nel caso ci fossero stati imprevisti in arrivo, quando arrivarono al quarantanovesimo piano, pensarono che ormai ce l'avessero fatta, ma quando si aprì l'ascensore avvertirono qualcosa di strano nell'aria tutti i piani precedenti erano uguali, sia come presentazione che come persone, in quel piano però cambiava tutto, la disposizione degli uffici, dei bagni, comparivano delle colonne in marmo greche, con dei capitelli corinzi ma molto più sfarzosi di quanto non si fossero mai visti, questi facevano anche da inizio alle sfarzose scale di marmo nero ornate in oro che portavano all'ultimo piano, anche gli agenti erano diversi, qui nessuno parlava con nessuno, nonostante ci fosse un grande via vai di persone il silenzio era quasi immacolato, l'aria era palesemente tesa come se qualcosa non andasse, ma arrivati a quel punto non avrebbero più potuto mollare, si divisero ancora una volta, Matteo andò con Sonny e Alessio con Aurora. Durante il loro lavoro sottocopertura Alessandro provò ad accedere alle telecamere dell'ultimo piano ma accorgendosi che queste avevano una sorgente totalmente diversa da tutte le altre, avvisò Matteo tramite l'auricolare che tutti portavano
Alessandro:"Raga cel'avete quasi fatta, manca poco, l'unica brutta notizia è che non riesco a prendere il controllo dell'ultimo piano, ma non preoccupatevi, finite di pulire e io riprovo"
Matteo:"Va bene, da ora in poi però cerca di comunicarci soltanto le cose essenziali, non vorrei che traccino il segnale"
Sonny che era lì con Matteo in uno dei tanti uffici gli chiese
Sonny:"Stai bene?"
Matteo:"Mai stato meglio, tu sei pronto?"
Sonny:"Sono arrivato fin qui, non posso essere impreparato"
Matteo sorrise e i due continuarono il loro lavoro; nei bagni invece stavano finendo Alessio ed Aurora, fu strano ma anche Alessio fece la stessa domanda di Sonny ad Aurora, lei però rispose in modo diverso da Matteo
Aurora:"Come dovrei stare?"
Alessio:"Non lo so, stai per vedere colui che ha assassinato tuo fratello, tesa?"
Aurora:"L'unica cosa tesa che ci sarà in questo palazzo saranno i suoi nervi dopo che gli avrò sparato in testa, fino ad allora non avrò emozioni"
Alessio rimase in silenzio, una risposta fredda come quella era una risposta che da Aurora ci si aspettava e quindi non potè controbattere e continuò a svolgere il suo lavoro. Una volta finiti gli uffici e i bagni da pulire la squadra si ritrovò nella sala principale, l'aria era diventata pesante e quasi irrespirabile, tensione, paura e tante altre emozioni si manifestarono in quel momento, si trovavano difronte alle grandi scale che portavano all'uomo che aveva segnato le loro vite per sempre, proprio mentre iniziarono la seconda fase del piano che consisteva nel salire la rampa senza destare sospetti Alessandro dovette comunicare a tutti una cosa
Alessandro:"Preparatevi, sapevano già che oggi avremmo colpito, sta per scatenarsi l'inferno"
La squadra non capì le parole di Alessandro che erano state dette velocemente e all'apparenza non sembravano avere un nesso, Aurora rispose subito
Aurora:"Che cosa stai dicendo?"
Ci fu il silenzio, la squadra si nascose dietro a dei muretti e si preparò alla guerra, infine Alessandro disse
Alessandro:"Sapevano tutto, è stata tutta una trappola, nascondetevi e preparatevi al peggio, da lì non potete uscire senza fare piazza pulita."
Matteo:"Tu cosa stai facendo?"
Alessandro:"Io non posso fare più nulla, stanno arrivando a prendermi"
Ad un certo punto dagli auricolari si sentí solamente un grosso trambusto, poi le ultime parole di Alessandro
Alessandro:"Non pensate a me, quando arriverete difronte a lui sparategli un colpo nel petto anche da parte mia, siete e sarete sempre la mia famiglia."
Non appena Alessandro finí di parlare, gli occhi di Matteo si riempirono di rabbia, sembrava un mostro, gli occhi innietati di sangue, nessuno lo potette fermare, prese una delle mitragliette da dentro al carrello e una volta giratosi vide tutti gli agenti in posizione, Alessandro aveva detto il vero, sapevano già del loro arrivo, questo però non li fermò, la tenacia e la rabbia di Matteo per la perdita di Alessandro aveva alimentato le ragioni per cui tutta la squadra iniziò a sparare senza un controllo, era una carneficina, sembrava che niente e nessuno potesse fermarli, i loro visi distrutti esprimevano un dolore immenso, Sonny ad un certo punto si rifugiò dietro ad una colonna per recuperare il fiato, difianco a lui Aurora, con le lacrime sotto gli occhi continuò a sparare senza fermarsi, Sonny la prese e la mise dietro alla colonna, la guardò negli occhi e gli disse
Sonny:"Io non uscirò da qui dentro, ed è proprio per questo che voglio lasciarti un ricordo"
Gli accarezzò il viso e la baciò, questo bel momento per sonny fu interrotto dall'urlo di dolore di Alessio che era stato colpito ad una spalla, Matteo lo mise dietro ad un'altra colonna e lo fece riposare lui però non stette molto a riparo, si rialzò e nonostante il dolore lancinante continuò a sparare senza fermarsi un attimo, intanto Aurora e Sonny avevano ripreso anche loro a uccidere chi gli capitasse a tiro, ma i due ora si scambiavano strani sguardi, Aurora gli disse
Aurora:"Spera per te di morire qua dentro perché se ne usciamo sappi che quel bacio a tradimento avrà le sue conseguenze"
Il momento dolce però terminò velocemente quando anche Sonny venne colpito ad una gamba, si accasciò dietro alla colonna dove poco prima aveva dato un bacio ad Aurora, la guardò mentre lei continuava a sparare e gli disse
Sonny:"Sappi che fin dal primo giorno in cui ti ho visto i miei occhi si sono illuminati"
Aurora si girò e con la sua solita freddezza gli disse
Aurora:"Smettila di fare il pervinto, alzati e combatti fino al tuo ultimo respiro, siamo qui per questo cazzo"
Sonny sorrise, finalmente era tornata in se stessa, si alzó e nonostante zoppicasse e i movimenti gli erano limitati continuò a sparare senza tregua. Dietro all'altra colonna invece, la ferita di Alessio non gli dava respiro, continuava a perdere sangue e lui cominciava a risentirne prendendo qualche pausa per rifiatare, guardò Matteo e gli disse
Alessio:"Dobbiamo cambiare schema, dobbiamo avvicinarci alle scale e poi tu ed Aurora dovrete salire per chiudere questa storia , li terremo occupati io e Sonny"
Matteo distorse subito lo sguardo e si rifugiò anche lui dietro alla colonna, gli prese la faccia tra la mani e gli disse
Matteo:"Hai ragione, dobbiamo avvicinarci alle scale, ma saliremo tutti, non esiste che io vi lasci qui a morire"
Alessio lo guardò con gli occhi di chi sapeva che così non sarebbe andata, ma gli mentí
Alessio:"Va bene allora, finiamo questi stronzi"
Comunicarono a Sonny ed Aurora il cambio di programma e iniziarono lentamente a spostarsi verso le scale ma nonostante i corpi esanimi degli agenti fossero innumerevoli, dagli ascensori ne uscivano un numero altrettanto grande in continuazione, nonostante questo loro lo sapessero continuavano a lottare per il loro ideale, fino alla fine, come aveva detto Matteo, senza più preoccuparsi del dopo, senza più avere l'ansia del giorno seguente, la squadra sapeva che ogni respiro, ogni sguardo, ogni battito di ciglia poteva essere l'ultimo, ma nonostante questo, la loro rabbia e la loro sete di vendetta non terminava, anzi aumentava sempre di più.
Arrivarono difianco alle scale ma Sonny fu colpito ancora e Alessio pure, le emorragie di entrambi non volevano accennare a fermarsi, Aurora e Matteo si preoccuparono di aiutarli e metterli al riparo ma fu questo il loro errore, non se ne resero conto ma tempo niente furono accerchiati e messi in trappola, furono portati davanti alle scale, in torno a loro centinaia di agenti erano pronti a sparare, fu così che Aurora diede l'ultimo sguardo a Sonny, a Matteo e ad Alessio e così ricambiarono gli altri, quegli sguardi di rassegnazione ormai non avevano un rimorso; nessuno si parlò, ma il tempo passato insieme li aveva resi una cosa sola, capaci di capirsi solo dall'apertura delle palpebre e i loro occhi comunicavano un solo pensiero, avevano fallito, ma finalmente in un modo o nell'altro non avrebbero più combattuto, non sarebbero più scappati e non si sarebbero più dovuti nascondere, fu così che proprio mentre chiudevano gli occhi per l'ultima volta, esalando il loro ultimo respiro, assaporando per l'ultima volta la vita, successe una cosa che lasciò tutti senza fiato, il quarantanovesimo piano iniziò a crollare, non totalmente, ma con sè si portò via la gran parte degli agenti, non tutti, ma abbastanza da permettere alla squadra di liberarsi da quella trappola, riiniziò così la sparatoria, nel bene o nel male l'ultima, Matteo guardò Aurora e gli disse
Matteo:"Vai, sali le scale e vai, uno di noi deve chiudere questo discorso, se potrò ti raggiungerò appena possibile"
Aurora non volette di che saperne e nonostante il casino del momento rivendicò i suoi poteri da sorella maggiore
Aurora:"Io non vado da nessuna parte senza di te, abbiamo iniziato insieme e finiremo insieme, siamo sempre stati io e te fin dall'inizio, non mollerò proprio ora"
Matteo non le rispose, ma fu Sonny a risponderle
Sonny:"Finirete insieme, ma tu ora devi andare, non puoi stare qui, inizia a salire e trovare l'ufficio, non possiamo rischiare che scappi, devi tenerlo lì dentro in qualsiasi modo"
Fu dopo queste parole che Aurora si convinse, diede l'ultimo sguardo a Sonny e corse su per le scale lasciando gli ultimi tre a lottare, la disperazione ormai era palese, non sapevano più come difendersi, le munizioni stavano per finire e un'altra esplosione avrebbe rischiato di fare scendere tutto il palazzo, creando così una catastrofe a livello mondiale, Alessio però non se ne curò, prese l'unica arma pesante che si erano portati dietro, un lanciamissili RPG con un solo colpo in canna, sparò stando attendo a non urtare ancora di più le colonne portanti, fu proprio quest'accortezza che non li fece liberare totalmente dagli agenti che sembravano oramai infiniti; spari da ogni direzione non facevano altro che aumentare la confusione che era già abbastanza, ad un certo punto arrivati sulle scale vicino alle grandi porte aperte Alessio fu per la terza volta colpito alla stessa spalla che non sentiva più dall'inizio della sparatoria, fu in quel momento che lui e Sonny realizzarono la dura e triste verità che si era palesata a loro da parecchi minuti, ma con cui non avevano voluto fare i conti fino ad allora, fu in quel momento che Alessio guardò Matteo e gli disse
Alessio:"Matte vai, aiuta tua sorella perché senza di te non può farcela, sali le scale e chiudi le porte, noi li terremo occupati finché potremo"
Matteo però non volette rispondergli, gli diede solo uno sguardo di disappunto, allora Alessio glielo ridisse un'altra volta
Alessio:"Perfavore ascoltami, se non aiuti Aurora tutti i nostri sacrifici e dolori saranno stati persi, te lo sto chiedendo io, non ci stai abbandonando, vai e vendicaci tutti"
Fu in quel momento che Matteo esitò, Sonny gli tolse ogni dubbio
Sonny:"Ha ragione lui, vai e non pensare a noi, chiudi definitivamente questa storia"
Matteo li guardò per l'ultima volta e le uniche parole che riuscì a dire furono "Grazie ragazzi, non vi dimenticherò mai"
Uscì da dietro alla colonna e salí le scale, chiuse le enormi porte in legno laccato bianco che gli avrebbero permesso di salire indisturbato e iniziò a correre, fuori da quelle porte dietro alle colonne poste sulle scale, c'erano Sonny e Alessio immersi in una pozza di sangue, i due si guardarono e senza dire nulla presero le ultime forze che gli erano rimaste in corpo e uscirono dai loro nascondigli, Matteo mentre correva sentí solo una serie infinita di spari che da poco erano aumentati come se di agenti ne fossero arrivati ancora, poi il silenzio, lui continuò a correre con le lacrime agli occhi per quella tragedia, sfinito dalla fatica che aveva fatto, arrivò difronte ad una porta in ferro, con l'apertura gestita da un palmare attaccato al muro, gli sarebbe servito il codice e lui non aveva idea di quale potesse essere, si ritrovò così difronte a quella porta, sapendo che dietro di essa si sarebbe trovata Aurora con l'uomo che ci aveva tanto fatto soffrire, era finalmente arrivato il momento da lui tanto atteso e se lo stava gustando a pieno nonostante il pandemonio di emozioni che provava, la rabbia e il desiderio di vendetta primeggiavano su tutte ed i suoi occhi pieni di sangue che lo facevano sembrare un demonio confermavano quelle emozioni. Matteo sentí che le grandi porte da lui chiuse si stavano aprendo, lo stavano venendo a prendere ma ad eliminare quel pensiero ci pensò la voce di sua sorella che pareva da fuori disperata, poi sentí uno sparo e subito dopo il silenzio.

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