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Sono tornata a Salerno dopo le vacanze di Pasqua e oggi verranno a pranzo da me mia madre e il suo compagno con i figli.

"Ciao mamma" la saluto mentre entra a casa mia per poi fare un finto sorriso a Marco, il suo compagno.
"Allora Giulia ti dobbiamo dare una notizia" afferma mia madre mentre posiziono i piatti a tavola.
"Sai che Marco abita a 2 ore da Salerno e sai anche che quest'anno Andrea, suo figlio, non si trova molto bene nella sua classe delle superiori"
"No in realtà non lo sapevo" dico quasi fregandomene della presenza di Andrea.
"Bene ora lo sai, per il suo bene abbiamo deciso di trasferirci qua in modo tale che Andrea continui l'anno nella tua stessa scuola e in più io sarò più presente per te" io sbarro gli occhi.
"Quindi vorresti dire che vi trasferite tutti qua?"
"Esattamente" risponde Marco.
Non lo sopporto, evito di fare sceneggiate. Da una parte sono felice che mia madre sarà vicino a me, dall'altra no, perché ci sarà anche Marco con i suoi figli insopportabile.
"Quando vi trasferite?" chiedo.
"Domani portiamo tutte le valigie" dice mia madre ed io mi limito ad annuire.
"Con Luca, come va?" continua mia madre. Ecco le lacrime che mi salgono agli occhi, respiro profondamente per poi trattenere il pianto.
"Ci siamo lasciati".

"Hai studiato per la verifica di matematica?" mi chiede Melissa mentre varco il cancello di scuola ed io annuisco.
"Lui è Andrea, il figlio del compagno di mia madre" lo presento alla mia amica, trascinando il ragazzo per il polso.
Questa mattina mi sono ritrovata la famiglia felice dentro casa e ora devo fare da guida a questo ritardato.

"Com'è andato il primo giorno nella scuola nuova?" chiede mia madre ad Andrea.
"Tutto bene" risponde il ragazzo.
"Ah io questa sera vado in discoteca" affermo.
"Serio? Anche io" dice Andrea con stupore.
"Ma se hai 15!" esclamo.
"Quindi? Dimostrò 15 anni? No. Ci vado ogni fine settimana" lo guardo attentamente. In effetti dimostra 18 anni.

"Ma ti segue o te lo porti dietro tu?" mi chiede Melissa all'entrata della discoteca.
"Fa tutto da solo, io non centro niente" dico alzando le mani in segno di resa, mentre Andrea ride per poi dirigersi all'entrata e senza mostrare i documenti entra.
"Ragazze siete ancora minorenni, non potete entrare" dice il buttafuori. Non ci credo hanno fatto entrare Andrea che ha 15 anni e noi no. Sono senza parole.
"Ma facciamo 18 anni tra 3 mesi" si ribella Melissa.
"Appunto, siete ancora minorenni" ribadisce il signore.
"Stanno con me le ragazze" la voce di Luca ci fa girare immediatamente mentre il buttafuori ci fa segno di entrare.
"Grazie rospo" dice Melissa che come risposta ottiene un sorriso. Quanto può essere bello, il suo sorriso mi fa impazzire.
"Ma Lorenzo è restato a Milano?" chiedo a Luca che annuisce.

Sono le 2 di notte, ho bevuto e accendendo il telefono trovo 7 chiamate perse da Marco. Ma che cazzo vuole. Lo richiamo mentre mi dirigo in bagno dove la musica si sente di meno.
G: pronto Marco, dimmi tutto.
M: ma quando torni a casa? È tardi.
G: ma se è appena iniziata la serata, di certo non torno ora.
M: è tardi, dovresti tornare.
G: Marco tu per me non sei nessuno, non sei mio padre e non lo sarai mai, non puoi dirmi cosa devo o cosa non devo fare.
M: senti io tra mezz'ora vengo a prendere Andrea e riprendo pure tu.
G: te lo scordi, io con te non ci torno.
Riattacco. Ma chi si crede di essere? Non sarà mai nussuno per me.
Esco dal bagno piangendo, mi stupisco anche di mia madre come può farmi trattare così dal suo compagno? Non ho parole.
Mi dirigo verso i divanetti dove sono tutti e mi siedo mentre mi asciugo velocemente le lacrime. Melissa sta baciando un tizio a casa, Luca è circondato da ragazze mentre parla con Pietro ed Ava sta rimorchiando una. Esco fuori dalla discoteca e mi accendo una sigaretta.
"Giulia" è Luca.
"Mi spieghi perché cazzo ovunque sono io ci sei tu? Perché?"
"Sarà il destino"
"Ma fammi il favore Luca, vattene. Non voglio avere a che fare con te"
"Perché stai piangendo?"
"Niente lascia perdere"
"Mi puoi dire tutto, lo sai"
"ok, mia madre si è trasferita da me con tutta la famiglia del suo compagno. Marco, il compagno, ora mi ha chiamato ha detto che è tardi che devo tornare e che viene a prendere suo figlio e mi riporterà. Pensa di essere mio padre, non lo sarà, mai. Non gliela darò vinta, non tornerò con lui" le lacrime continuano a correre lungo le mie guance. Luca mi abbraccia tenendomi stretta a sé. Il mio telefono squilla ed io senza nemmeno leggere il nome rispondo. È marco lo capisco dalla voce.
M: Giulia dove sei?
G: Fuori alla discoteca, ma non tornerò con te.
M: senti e cosa vorresti fare?
G: questa sera non torno a casa. Resto a dormire fuori. Non potete piombare nea mia vita tu e mia madre dandomi delle regole quando in realtà non vi è fregato mai niente di me.
Riattacco, sorpasso Luca e rientro in discoteca.
"Melissa non è che possiamo parlare?" chiedo mentre lei si stacca dal ragazzo.
"Non è che potrei restare a dormire da te questa sera?" la vedo un po' titubante.
"Giulia, in realtà io questa sera ho casa libera e ho detto a lui di venire" indica il ragazzo con cui si stava baciando.
"Ah non ti preoccupare, fai bene" le dico. Non voglio rovinarle la serata anche lei ha bisogno di divertirsi.
Vado a sedermi sui divanetti mentre bevo un cocktail.
"Allora dove andrai a dormire?" mi chiede Luca cingendomi le spalle con il suo braccio.
"Non lo so, Melissa non può ospitarmi"
"Puoi venire da me, sempre se vuoi" dice il moro.
"Non ci sono altre scelte" alzo gli occhi al cielo.
"Allora andiamo, non mi sembra il caso di restare" dice prendendomi per mano e trascinandomi fuori dalla discoteca.

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|Era tutto perfetto, ma ormai| CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora