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Laila

Impugno il manico della spazzola e inizio a passarla fra le mie ciocche bionde. Intanto fisso lo specchio, la me riflessa non assomiglia per niente a quella di tre settimane fa. Gli occhi sono contornati da vistose occhiaie, la pelle ancora più pallida del solito crea un effetto malaticcio, per non parlare del mio sorriso ormai completamente sparito. Butto là spazzola con foga a terra e penso 'basta'.  Non c'è la faccio più...

Prendo la borsa e mi dirigo correndo in macchina. Guido fino alla destinazione da me scelta.

Scendo dalla macchina e pigio il bottone del campanello ininterrottamente.

<<Un attimo, un attimo>> sento dire dall'altra parte della porta. Finché non viene spalancata da Josh. Il mio sguardo cade sulla sua faccia, sembra proprio che non sia messo meglio di me. 

Restiamo immobili a fissarci senza dire una parola, ma non servono. 

Spezzo quel contatto visivo, mi avvicino a Josh mi alzo sulle punte e pigio la mia fronte sulla sua. Da questa distanza riesco a vedere perfettamente il colore dei suoi occhi, di un bellissimo grigio.

<<Dillo?>> Dico con tono basso.

<<Che cosa?>> Risponde lui non capendo bene.

<<Di quello che hai detto tre settimane fa...>> Mi prendo una pausa e poi continuo <<Però questa volta dimmelo negli occhi, Josh.>>

Non risponde, stringe forte gli occhi e sul suo viso si forma un cipiglio frustrato. Finché non posa le sue labbra sulle mie, morbidissime. Porta le sue mani sui miei fianchi e mi stringe ancora di più a sè.  Faccio passare le mie dite fra le ciocche dei suoi capelli. È sempre così dopo un temporale arriva per tutti l'arcobaleno.
<<Guardiamo un film?>> Domanda.
<<Va bene guardiamo un film.>> Rispondo.

***************

<<È tristissimo...>> Dico mentre mi asciugo le lacrime e prendo una manciata di popcorn.
<<Cosa?>> Domanda.
<<Come cosa Josh! Questo film.>> Faccio una pausa e poi continuo <<Tu cosa ne pensi, invece?>>
Alzo la testa dal suo petto per ascoltare la risposta.
<<Penso che sei buffa.>> Risponde sorridendo.
<<Ah si...e come mai?>> Dico facendo finta di essere arrabbiata.
<<Sei troppo carina quando mangi.>>
<<E come mangio?>>Continuo.
<<Semplicemente...mangi sempre.>> Dice scoppiando a ridere <<Veramente, non so che fine fa tutto il cibo che ingurgiti.>>
<<Ehi...non è carino da parte tua.>>
Prendo un cuscino e glielo lancio contro, facendogli la linguaccia.
Smette di ridere e dice: <<Questa me la paghi.>>
Afferra un altro cuscino e inizia a lanciarlo a dosso a me, io mi alzo e inizio a correre. Faccio più giri in torno al divano per cercare di non farmi prendere, ma è tutto invano. Infatti mi afferra poco dopo e inizia a farmi il solletico.
<<Ti prego basta...>> Dico fra le risate.
Lui mi ascolta e smette subito.
Restiamo a fissarci per un po', finché sentiamo il suono del campanello.
<<Sarà sicuramente Adam.>>
Si avvia verso la porta e guarda dallo spioncino.
Si volta verso di me, ma il suo sguardo non è più divertito come prima, bensì terrorizzato. Non apre la porta, ma fa dietrofront afferra il mio polso e mi trascina su per le scale fino ad arrivare alla sua stanza.
<<Cosa stai facendo?>> Domando cercando di liberarmi dalla sua presa.
<<Stai ferma immobile, non parlare e se ti è possibile non respirare.>>
E se ne va così senza dire altro.
Sono altamente confusa, non ci sto capendo più niente. Un minuto prima era tutto felice e quello dopo arrabiato. Come può essere così lunatico?
Da qui non si può capire cosa sta succedendo al piano di sotto, delle voci giungono alle mie orecchie incomprensibili.
Finché non sento qualcosa che non avrei mai voluto sentire: uno sparo. Emetto un urlo, che spero non hanno sentito, e porto le mani sulle labbra per evitare di fare rumore.
Lentamente mi avvicino alla porta e la spalanco. Cercando di non fare rumore imbocco il corridoio, dritta verso le scale.
Scendo alcuni gradini e mi sistemo in una posizione in modo tale che io vedo loro, ma loro non vedono me.
Guardo attentamente la scena, con la sensazione di trovarmi in un film thriller. Vicino al divano c'è un signore non molto anziano, ma nemmeno giovane. Può avere una cinquantina d'anni. Lo fisso per un po' , finché porto lo sguardo sul tavolino. Spalanco gli occhi, non ci posso credere.

Non ci credo!

Come mi aspettavo scorgo una pistola... Ma non solo, in un sacchettino vicino all'arma c'è della polvere bianca.
I miei occhi si riempiono di lacrime.

Non può essere vero!

SPAZIO AUTRICE:

Ciao cari lettori e care lettrici,
eccomi tornata con un nuovo capitolo.
Spero sia di vostro gradimento se è così mettete stelline e scrivete commenti.

Maria Pia

BLACK LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora