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Josh

Guardo di fianco a me e noto che Laila si è assopita con la testa poggiata sullo sportello e le gambe sul parabrezza.
Vederla così mi logora dentro.

Come faccio a farle ritornare il sorriso?

Dopo che l'ho convinta a fermarsi e averle promesso che l'avrei portata alla ricerca dei suoi veri genitori si è calmata, ma non ha voluto per nessun motivo mettere piede in quella casa.
Perciò mi sono armato di tutta la forza di volontà possibile, per evitare di commettere qualche omicidio verso uno dei suoi famigliari, e sono andato a racimolare quelle poche cose che aveva portato da Los Angeles.
Così come promesso abbiamo deciso di partire alla ricerca dei genitori, basandoci esclusivamente sull'indirizzo scritto sul pezzo di carta.
Lei non ha avuto il coraggio di chiedere spiegazioni e ne tantomeno io che quando li ho visti l'ultima volta sono riuscito solamente a rivolgerli uno sguardo disprezzante.
Per la prima volta dopo anni rimetto piede nell'Ohio. Credevo che non ci sarei mai più tornato nello stato che mi ha fatto molto soffrire.
Anche se Sidney, la città dove siamo diretti, è lontana dal piccolo paesino dove vivevo la cosa mi mette ugualmente ansia.
Non so che effetto mi farà varcare il confine di quello stato che per me è paragonabile all'inferno.
Guardo nello specchietto retrovisore e noto qualcosa di sospetto...
È da un po' di tempo che dietro di noi c'è sempre la stessa macchina.
Quindi o sono diventato paranoico o ci sta seguendo...

~•~

Dopo ben quindici ore di viaggio arriviamo a Sidney.
Laila ha riposato per tutto il viaggio, mentre io guidavo e mi scervellavo per trovare un hotel dove poter alloggiare dato che è notte fonda.
<<No...>> La sento mugolare nel sonno.
Mi fa molta tenerezza vederla in questo stato, sembra così piccola e indifesa.
<<Laila su svegliati!>> Le tocco leggermente il braccio e lei si mette subito seduta.
<<Dove siamo?>> Dice con la voce ancora impastata dal sonno.
Porta una mano ne capelli spettinati, cercando di domare quella che sembra una criniera di una leonessa.
<<Siamo arrivati.>> L'informo.
<<Di già. Ho dormito quindici ore?!>> Sgrana gli occhi, che seppur arrossati a causa del pianto, sono sempre stupendi.
<<Si.>>
<<Allora prendo l'indirizzo.>>
Fa per prendere il pezzo di carta, ma la blocco.
<<Se non te ne fossi accorta è notte fonda.>> Dico indicando fuori da finestrino.
<<Dai, vieni. Ho prenotato un hotel.>>
Scendo dalla macchina e lei mi segue.
L'hotel è esattamente come me lo aspettavo che fosse...
Nulla di lussuoso. Purtroppo mi sono dovuto accontentare, a causa dell'ora e del poco preavviso.
Lo stile è minimalista, tutto arredato con mobili bianchi e neri.
Al centro della stanza c'è la reception, dove ci dirigiamo.
Al bancone non c'è nessuno, ma mi accorgo che sul bancone c'è un campanello, che decido di suonare.
Magicamente da una porta dietro al bancone esce una ragazza, che mi scruta attentamente dalla testa ai piedi.
<<Ciao!>> Mi saluta ignorando completamente Laila che si trova affianco a me.
<<Ho prenotato una stanza doppia a nome di Josh Davis.>>
Si piega in avanti mettendo in mostra il suo decoltè, fasciato in una camicia bianca troppo stretta. Inforca gli occhiali con montatura tonda e sposta i capelli neri su una sola spalla.
Dopo aver controllato afferra una chiave che fa penzolare in una mano.
<<La stanza è la numero 356. Deve andare dr...>>
Riesce a malapena a dire il numero della stanza perchè viene bloccata da Laila che afferra bruscamente la chiave e dice:
<<Siamo capaci di trovarla da soli una stanza.>>
Mi afferra per un braccio ed inizia a camminare.
<<Gelosa?>> La schernisco.
<<Assolutamente no!>>
La sua bocca si stende in un sorriso e io non potrei essere più felice.
<<Certo...>> Continuo.
<<Muoviti cretino.>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 01, 2020 ⏰

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